16 gen 2019

La Favorita - Yorgos Lanthimos


"Lo sa che io ho perduto due 17 figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
Ieri sera il cinema Ambrosio ha organizzato, grazie a 20th Century Fox, l'anteprima in lingua originale dell'ultimo film di Yorgos Lanthimos, che ha già raccolto un po' di premi qua e là (*), in attesa dei prossimi Oscar. Dove, come scrivevo ieri sera su FB, non so se e quanti ne vincerà, ma se non si porta a casa (almeno) quello per i costumi, beh, signori miei, chiudete l'Academy.
Prima del film ci sono stati diversi interventi, tra cui quello di Elisabetta Ajani, scenografa e costumista, titolare della cattedra di Scenografia del Cinema all’Accademia delle Belle Arti di Torino che ha spiegato tutta la storia della realizzazione dei costumi delle protagoniste del film, per la cui realizzazione sono stati utilizzati esclusivamente il bianco ed il nero, con lavorazioni in vinile e tagli al laser.
Per caso vi ho già detto che i costumi sono fantastici? Sì? Ok, allora ve lo ripeto.


Inghilterra, 1708. Sul trono c'è Anna, e la nazione è in guerra contro la Francia. La regina però sembra non aver alcun interesse nel governare, e, tra un problema di salute e l'altro assiste alla corsa delle anatre e gioca con i suoi 17 coniglietti, uno per ogni figlio perso (**). Questo facilita il lavoro della sua confidente, consigliera e amante Lady Sarah Marlborough, che, grazie all'influenza che ha sulla regina, praticamente governa al posto suo.
Quando a corte arriva Abigail, cugina di Sarah, in cerca di lavoro dopo che la sua famiglia è caduta in disgrazia a causa dei debiti di gioco del padre, le cose saranno destinate a cambiare.


Relegata inizialmente al ruolo di sguattera, la giovane donna cercherà ben presto - riuscendoci - di attirare le attenzioni della regina, in quanto fermamente intenzionata a riappropriarsi delle sue radici aristocratiche, suscitando in questo modo l'inevitabile gelosia di Lady Marlborough. La rivalità tra le due donne non sfugge al parlamentare tory Harley che cerca di carpire ogni informazione possibile da Abigail in modo da poter conoscere e contrastare i piani di Sarah, che vuole introdurre il raddoppio delle tasse sui terreni, per poter finanziare le truppe al fronte, capitanate, guarda caso, da suo marito.

Jean Claude - Sensualità a corte
Tra cattiverie e perfidie raccontate con pungente ironia, la lotta delle due donne prosegue in un crescendo di colpi bassi.
Mi fermo qua, altrimenti quando il film arriverà in sala il 24 gennaio, non avrete più nulla da scoprire.


Lanthimos, che per una volta non firma la sceneggiatura (Deborah Davis, Tony McNamara) realizza un film in costume che riesce ad essere modernissimo, raccontandoci la storia vista dagli occhi di tre donne diverse per nascita ed estrazione sociale, ma uguali nella loro visone del mondo, raccontando altresì un triangolo quasi amoroso, con repentini cambi di ruolo, con la vittima che diventa carnefice e viceversa, indugiando sui rapporti gerarchici  prima che su quelli umani: sia Sarah sia Abigail, infatti, sono spietate e prive di scrupoli, mentre la volubile regina sembra apprezzare tutte queste premure nei suoi riguardi, fino a quando riesce a crederci.

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(*) Premi raccattati finora:
2019 - Golden Globe 
Migliore attrice in un film commedia o musicale a Olivia Colman
2018 - Mostra internazionale d'arte cinematografica
Leone d'argento - Gran premio della giuria
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Olivia Colman

(**) Sebbene la storia sia vera, e la regina Anna abbia veramente perso 17 figli (era infatti conosciuta come "the childless queen", non viveva con 17 coniglietti in camera da letto, diciamo che questa  è una "licenza poetica" di Lanthimos, che agli animali, come sappiamo, non rinuncia: dalla papera più veloce del paese alle aragoste, passando per i tassi, più volte nominati, per finire con i coniglietti, simbolo di bontà ed innocenza. 

“I like when she puts her tongue inside me,” 
Siccome è risaputo che ho dei problemi, alla visione di tutti quei coniglietti, ho pensato a Nicholas Cage in Con Air. Ve lo ricordate vero? No, perché era il 1997, ma io la scena con John Malkovich me la ricordo a memoria.



12 commenti:

  1. I agree! E, in aggiunta, a me ha fatto venire in mente il miglior Greenaway de I misteri del giardino di Compton House (è incredibile come mi ricordi i titoli dei film visti più di 30 anni fa e non riesca a rammentare quelli visti la settimana scorsa, ma vabbè). Comunque, gelida perfidia a piene mani, ma sempre con aristocratica classe, queste elites hanno cose da insegnarci!

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    1. Vero, anche se Greenaway non lo ricordo così cattivo!

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  2. Un Lanthimos "diverso", ferocemente sarcastico, che fa ridere di gusto nonostante l'incredibile cinismo (e non c'erano dubbi) del film. Eppure continuo a preferire il Lanthimos grottesco e "fuori di testa" dei suoi primi lavori (diciamo fino a The Lobster), fermo restando che questo è un film di grande qualità. Attrici bravissime, Colman in testa.

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    1. È anche la prima volta che lavora con una sceneggiatura non sua, e questo ha sicuramente influito pesantemente sul risultato finale. Resta il fatto che, se ce ne fosse uno a settimana di film cosi, sarebbe una festa!

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    2. Scusa, ma pure uno al mese! :-)

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    3. in effetti ci si potrebbe accontentare! :)

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  3. Un Lanthimos così non me lo aspettavo. Ma si è trovato (e mi sono trovata) perfettamente a suo agio nella storia e nei costumi. La Colman continuo ad adorarla, le faccette della Stone pure.
    E quanto "invecchia" bene la Weisz?

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    1. È piaciuto moltissimo anche a me, che generalmente non vado molto d'accordo con i film in costume! Detto questo io trovo Rachel Weisz bellissima.

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  4. Non amo i film in costume e Lanthimos, in tutta onestà, non l'ho mica ancora messo a fuoco.
    Incrocio le dita, sperando che la combo convinca come tu ribadisci. 😉

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  5. Ho perso l'anteprima, lo andrò a vedere anche se non è proprio il mio genere.

    Ps se passi da me c'è una di quelle cose che fanno tanto "blog d'altri tempi" :)

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    1. Guarda, i film in costume solitamente non sono nemnnemil mio, di genere, ma per Lanthimos si può fare un'eccezione. E tra l'altro i costumi sono strepitosi!

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