Ai miei tempi succedeva che, complici le prime tempeste ormonali, le ragazzine (ma anche qualche ragazzino) iniziassero, di punto in bianco, a scrivere poesie. Non so se adesso la poesia la faccia ancora da padrona o se semplicemente sia stata bypassata dalle foto porno su telegram, o se tutti ambiscono a scrivere direttamente romanzi. Ci avete fatto caso che su venti persone che conoscete almeno 4, se non 5, hanno pubblicato un libro, fosse anche una raccolta delle liste della spesa? No, perché a me succede, me ne vengono in mente almeno 5, tra cui financo il vincitore del premio Calvino, mica pizza e fichi.
Dicevamo?
Ah, sì, la poesia.
Alla Poison, incredibilmente, di scrivere poesie non è mai fregato un cazzo (l'avreste mai detto?) ma un giorno pure lei dovette cedere all'endecasillabo per colpa del prof di italiano.
E di cosa parlò la Poison?
Del suo amore per Fabrizio, quello con la cicatrice in faccia come Capitan Harlock (ma molto meno figo), e di quanto le piacesse passare le ore a limonare con lui?
Del suo gatto? La Poison ha sempre amato i gatti. Quello dell'epoca si chiamava Baffino - ho sempre avuto molta fantasia coi nomi di gatto, lo ammetto - ed era un gattone grigio tigrato, con una dipendenza da dixi, che sparì nel nulla sotto Pasqua, nonostante all'epoca non abitassi a Vicenza.
Certo che no.
La poesia della Poison parlava di... scarpe.
Vecchie, per la precisione.
Ovviamente non me la ricordo, a parte il finale, che era
...ma quella scarpa vecchia era la mia...
Insomma, roba che Ungaretti levate proprio.
Ho scoperto, dopo aver iniziato a scrivere questo post, che oggi è nientepopodimeno che la giornata mondiale della poesia. Ecco, giuro, Vostro onore, non lo sapevo, altrimenti non mi sarei mai permessa. Ma ormai, a questo punto, tanto vale.
Oltretutto mica volevo parlare di poesia, io.
Ma di scarpe.
Perché oggi ho indossato un fantastico décolleté di Marra. E ho resistito fino a cinque minuti fa, quando sono scesa dal tacco 11 e sono entrata in un paio di... ballerine rasoterra.
Io.
Con un paio di ballerine.
Rasoterra.
Roba che se me lo avessero detto 5 anni fa, quando zampettavo garrula sui tacchi h 24 mi sarebbero venute le convulsioni dal ridere.
E invece.
Poesie sui gatti, i tacchi e le proprie storie ... quasi come Bukowski :)
RispondiEliminaUguale! 😂
EliminaSta storia dei libri credo stia sfuggendo un po’ a tutti di mano.,.
RispondiEliminaMa vero?
EliminaIn Italia non legge nessuno...in compenso scrivono tutti ...:)
EliminaAh, quindi non sono l'unica a pensarlo! ;)
EliminaBenvenuta nel mondo delle ballerine rasoterra! Degli stivaletti tacco 2! Delle scarpe da ginnastica molleggiate! Dei Doc Martens! Delle defonseca! Delle babbucce!... la portano via.... :-)
RispondiEliminaah ah ah ah ah! :)
EliminaGrazie cara!
Benvenuta nel club delle ex tacco 12, io ho un armadio pieno di decolte', stivali e stivaletti con tacchi stratosferici, ogni tanto ne prendo in mano un paio, provo ad indossarle, mi si accappona la pelle, le tolgo, le ripongo con un sospiro e infilo un paio di tranquille scarpe come si dice da queste parti "da zia" per indicare i tristi tacchi da quattro a sei. Ancora non mi sono rassegnata alle ballerine, ma con le scarpe sportive raso terra, direi che siamo lì. Riguardo alle poesie...... avevo una compagna di banco che si diletta a con risultati a dir poco agghiaccianti, lei era convinta di essere una novella Alda Merini, a me si allappavano i denti.
RispondiEliminaGiliola!!! E' una tragedia! io non mi sono ancora rassegnata, e continuo imperterrita a comprare scarpe col tacco, che ogni tanto, come te, prendo in mano, accarezzo, guardo con amore e struggimento e poi mi domando: "ma dove cazzo vado?"...
EliminaInfatti, in più al fatto che piedi e ginocchia si rifiutano , ho pure avuto la brillante idea di prendermi una deliziosa cucciolotta candida come la neve, che da tenero peluche è diventata una belva di 30 chili, è pure una razza da slitta, quindi quando decide che ha voglia di mettermi al traino , non c'è addestramento che regga, e quindi, vista la mia propensione genetica a spetasciarmi a terra anche solo se incontro un osso di formica, ho stabilito che il raso terra è più sicuro . Il rimpianto resta però. .....
EliminaIo mi sono sempre spatasciata per terra con le scarpe basse, se non addirittura scalza. Che destino beffardo! :)
EliminaOnestamente nemmeno io ho mai avuto il periodo "poesia" e devo dire che in generale nemmeno mi piace leggerle. Certo, ne riconosco la bellezza ma non mi colpiscono quanto riesce a fare un buon racconto breve o un romanzo (e sì, mi sono accorta che pur'io ne conosco due, che hanno pubblicato!). Scarpe bellissime, per me i tacchi sono sempre stati un miraggio, non ci so proprio stare :)
RispondiEliminasono d'accordo con te!
EliminaSi sta come/
RispondiEliminaTuttilgiorno/
Sui tacchi/
Le caviglie/
Ed è subito nera.
(Appartengo alla corrente del sincretismo ermetico. Tze')
(o emetico)
RispondiEliminaazz. ignoravo le tue doti da poetessa emetica! ;)
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