La
Poison a marzo ha chiamato il servizio clienti dell’Eni per la voltura del
contratto del gas.
Quasi non credeva che la cosa – svoltasi quasi totalmente via telefono, potesse essere così rapida ed indolore. Domiciliazione bancaria, bolletta via web, nella mia personale azione mirata alla salvaguardia dell’Amazzonia, e via andare.
Dopo quattro mesi, non ricevendo bolletta alcuna, la Poison inizia a farsi delle domande. Senza peraltro trovare delle risposte. Era il 16 luglio quando la nostra eroina alzava la cornetta e componeva il numero del servizio clienti.
Esponendo con diplomatico disappunto, il problema. Ovvero che, da quando la titolare dell’utenza era lei, non aveva ancora visto una bolletta. Ed erano passati 4 mesi.
Operatrice: “sì signora, noto che su questo numero cliente è attivo un blocco di fatturazione”.
Poison: “Maporcadiquellaputt… un blocco di fatturazione?E che cazz E mi scusi, che significa?”
O: “Non glielo so dire, ma inserisco una segnalazione affinché provvedano a
rimuovere il blocco su questo numero cliente, in modo che le fatture vengano
sbloccate. Lei provi a richiamare fra una ventina di giorni, così vediamo se si
è sbloccato qualcosa…”
P: “Sarà meglio. Grazie, buon lavoro” Alla Poison vengono alla mente intere puntate di mimandaraitre in cui c’era gente che non riceveva bollette da più di due anni, salvo poi vedersele recapitare con cifre che solitamente Berlusconi spende per farsi fare un pompino, quindi manda immediatamente un fax di reclamo, seguito da una raccomandata con ricevuta di ritorno. Che fidarsi è bene, ma, nel dubbio…
La sera dopo riceve una telefonata da un numero sconosciuto.
Risponde.
“La signora Poison?”
“Sì…” Voce inutilmente gioviale dall’altra parte: “Buonasera signora Poison, sono del servizio clienti Eni…”
E la Poison, che fondamentalmente è un’ingenua, crede che sia in merito alla sua telefonata di reclamo (povera illusa) e, con voce inutilmente giovale anche lei, non sia mai che sia da meno, risponde: “Buonasera, mi dica!” E il gentile omino del servizio clienti Eni le attacca un pippone di proporzioni cosmiche su tutti i vantaggi che potrei avere aderendo al loro servizio completo, ovvero gas e luce.
“No, guardi, io ho appena scoperto di avere un problema sulla fatturazione del gas, cosa che, invece, non avviene col mio gestore dell’energia elettrica, quindi, per il momento, non sono interessata, grazie”
“Guardi, se lei aderisce alla formula noi provvederemo a sbloccarle…”
“Scusi, me la sta mettendo sotto forma di ricatto per caso? Perché voi intanto mi sbloccate la questione della fatturazione, poi, eventualmente, deciderò io, in completa autonomia, se aderire o meno al vostro servizio elettrico”
“No, non intendevo dire quello che ho detto (e io me lo immagino questo dall’altra parte della cornetta, nel suo ufficio di Taranto, a maledirmi in tarantino stretto), volevo solo dire che con il nostro servizio avrebbe dei vantaggi…”
“Le ripeto, nel momento in cui riceverò la mia bolletta e scoprirò che è tutto regolare, EVENTUALMENTE deciderò se aderire o meno. Finchè non vedo la bolletta non ho alcuna intenzione di abbandonare il mio attuale gestore, con cui, fra l’altro, non ho MAI avuto il minimo problema. Grazie, buonasera”.
Immagino che il gentile operatore abbia flaggato, accanto al mio nome, la casella “utente rompicoglioni”, perché il giorno dopo, andando sul sito dell’Eni, miracolosamente si era materializzata la bolletta, datata 12 luglio.
Guardo l’importo, che mi pare eccessivo, ma, finchè non riesco a visualizzare il documento non posso sapere il motivo. Quando finalmente il pdf si riesce a visualizzare, vedo 60€ di “oneri diversi dalla fornitura”.
I fenomeni, nonostante la domiciliazione bancaria, mi hanno addebitato il deposito cauzionale.
Chiamo il servizio clienti, esponendo con disappunto un po’ meno diplomatico della volta precedente, il fatto. La gentile operatrice se ne esce vagheggiando di “anomalie funzionali”.
Replico: “le anomalie funzionali fatele risolvere dai vostri sistemisti, perché il sistema dovrebbe impedire che, a fronte di una domiciliazione bancaria sia possibile conteggiare il deposito cauzionale, in quanto le due voci dovrebbero andare in conflitto. A meno che non sia intenzionale, visto che magari un sacco di gente non ci fa caso e voi, a botte di 60euro, ci marciate, ma, a parte questo, come la risolviamo?”
“Non glielo so dire, ma inserisco una segnalazione affinché provvedano a stornare il deposito cauzionale che le verrà riaccreditato non so se già sulla prossima fattura, ma lei controlli..."
Puoi starne certa, tesoro.
Quasi non credeva che la cosa – svoltasi quasi totalmente via telefono, potesse essere così rapida ed indolore. Domiciliazione bancaria, bolletta via web, nella mia personale azione mirata alla salvaguardia dell’Amazzonia, e via andare.
Dopo quattro mesi, non ricevendo bolletta alcuna, la Poison inizia a farsi delle domande. Senza peraltro trovare delle risposte. Era il 16 luglio quando la nostra eroina alzava la cornetta e componeva il numero del servizio clienti.
Esponendo con diplomatico disappunto, il problema. Ovvero che, da quando la titolare dell’utenza era lei, non aveva ancora visto una bolletta. Ed erano passati 4 mesi.
Operatrice: “sì signora, noto che su questo numero cliente è attivo un blocco di fatturazione”.
Poison: “Maporcadiquellaputt… un blocco di fatturazione?
P: “Sarà meglio. Grazie, buon lavoro” Alla Poison vengono alla mente intere puntate di mimandaraitre in cui c’era gente che non riceveva bollette da più di due anni, salvo poi vedersele recapitare con cifre che solitamente Berlusconi spende per farsi fare un pompino, quindi manda immediatamente un fax di reclamo, seguito da una raccomandata con ricevuta di ritorno. Che fidarsi è bene, ma, nel dubbio…
La sera dopo riceve una telefonata da un numero sconosciuto.
Risponde.
“La signora Poison?”
“Sì…” Voce inutilmente gioviale dall’altra parte: “Buonasera signora Poison, sono del servizio clienti Eni…”
E la Poison, che fondamentalmente è un’ingenua, crede che sia in merito alla sua telefonata di reclamo (povera illusa) e, con voce inutilmente giovale anche lei, non sia mai che sia da meno, risponde: “Buonasera, mi dica!” E il gentile omino del servizio clienti Eni le attacca un pippone di proporzioni cosmiche su tutti i vantaggi che potrei avere aderendo al loro servizio completo, ovvero gas e luce.
“No, guardi, io ho appena scoperto di avere un problema sulla fatturazione del gas, cosa che, invece, non avviene col mio gestore dell’energia elettrica, quindi, per il momento, non sono interessata, grazie”
“Guardi, se lei aderisce alla formula noi provvederemo a sbloccarle…”
“Scusi, me la sta mettendo sotto forma di ricatto per caso? Perché voi intanto mi sbloccate la questione della fatturazione, poi, eventualmente, deciderò io, in completa autonomia, se aderire o meno al vostro servizio elettrico”
“No, non intendevo dire quello che ho detto (e io me lo immagino questo dall’altra parte della cornetta, nel suo ufficio di Taranto, a maledirmi in tarantino stretto), volevo solo dire che con il nostro servizio avrebbe dei vantaggi…”
“Le ripeto, nel momento in cui riceverò la mia bolletta e scoprirò che è tutto regolare, EVENTUALMENTE deciderò se aderire o meno. Finchè non vedo la bolletta non ho alcuna intenzione di abbandonare il mio attuale gestore, con cui, fra l’altro, non ho MAI avuto il minimo problema. Grazie, buonasera”.
Immagino che il gentile operatore abbia flaggato, accanto al mio nome, la casella “utente rompicoglioni”, perché il giorno dopo, andando sul sito dell’Eni, miracolosamente si era materializzata la bolletta, datata 12 luglio.
Guardo l’importo, che mi pare eccessivo, ma, finchè non riesco a visualizzare il documento non posso sapere il motivo. Quando finalmente il pdf si riesce a visualizzare, vedo 60€ di “oneri diversi dalla fornitura”.
I fenomeni, nonostante la domiciliazione bancaria, mi hanno addebitato il deposito cauzionale.
Chiamo il servizio clienti, esponendo con disappunto un po’ meno diplomatico della volta precedente, il fatto. La gentile operatrice se ne esce vagheggiando di “anomalie funzionali”.
Replico: “le anomalie funzionali fatele risolvere dai vostri sistemisti, perché il sistema dovrebbe impedire che, a fronte di una domiciliazione bancaria sia possibile conteggiare il deposito cauzionale, in quanto le due voci dovrebbero andare in conflitto. A meno che non sia intenzionale, visto che magari un sacco di gente non ci fa caso e voi, a botte di 60euro, ci marciate, ma, a parte questo, come la risolviamo?”
“Non glielo so dire, ma inserisco una segnalazione affinché provvedano a stornare il deposito cauzionale che le verrà riaccreditato non so se già sulla prossima fattura, ma lei controlli..."
Puoi starne certa, tesoro.