Io invece, tornando a casa dopo la visione del film, ho ucciso la mia Clio.
Perché l'altro automobilista ha ben pensato di girare a sinistra mentre io, con il mio bel semaforo verde, attraversavo l'incrocio. Io ho ragione, lui ha torto. In compenso non ho più una macchina, ma fa lo stesso. Tanto avevo intenzione di cambiarla.
Il prossimo anno, però.
Siccome sono pur sempre una donna di classe, ho omesso tutti i vaffanculo del caso, ma voi fate conto che ci siano.
Siccome sono pur sempre una donna di classe, ho omesso tutti i vaffanculo del caso, ma voi fate conto che ci siano.
La cosa migliore di "Ho ucciso Napoleone", oltre al fatto di averlo visto gratis (se non consideriamo il fatto che dovrò spendere almeno 15.000 euro per comprarmi una nuova auto, ma che sarà mai?) è indubbiamente la colonna sonora, con pezzi di Violent Femmes, Goldfrapp, The Thrashmen...
Micaela Ramazzotti è Anita, una donna single dalla carriera in ascesa, sufficientemente austera, anaffettiva, asociale, antipatica, astronza, che scopre di essere incinta di quattro mesi, quando è ormai troppo tardi per ricorrere all'interruzione di gravidanza. Il figlio è del suo capo, ovviamente già sposato e con prole. Ma questo non è che il primo dei problemi, perché dopo un paio di giorni dalla scoperta della gravidanza, Anita riceve anche una lettera di licenziamento.
E, mentre riflette sul da farsi seduta sull'altalena di un parco fa la conoscenza di un ex assistente di uno studio medico che, dopo essere rimasta senza lavoro, spaccia farmaci. Fra le sue "clienti" c'è un'avvocatessa che la convince a fare causa all'azienda, ma Anita ha in mente una piano, e, con l'aiuto di un ex-collega, il timido e impacciato avvocato Biagio, riuscirà a compiere la sua vendetta.
Ma non avrebbe mai creduto che...
Se escludiamo la caterva di momenti WTF con situazioni alquanto improbabili e/o improponibili, il film è comunque scorrevole e si lascia guardare. Micaela Ramazzotti se la cava dignitosamente, e anche il resto del cast (Adriano Giannini, Libero De Rienzo, Elena Sofia Ricci, Iaia Forte ecc.) merita la sufficienza. O forse no, e io sto scrivendo sotto l'effetto del gas degli airbag.
Micaela Ramazzotti è Anita, una donna single dalla carriera in ascesa, sufficientemente austera, anaffettiva, asociale, antipatica, astronza, che scopre di essere incinta di quattro mesi, quando è ormai troppo tardi per ricorrere all'interruzione di gravidanza. Il figlio è del suo capo, ovviamente già sposato e con prole. Ma questo non è che il primo dei problemi, perché dopo un paio di giorni dalla scoperta della gravidanza, Anita riceve anche una lettera di licenziamento.
E, mentre riflette sul da farsi seduta sull'altalena di un parco fa la conoscenza di un ex assistente di uno studio medico che, dopo essere rimasta senza lavoro, spaccia farmaci. Fra le sue "clienti" c'è un'avvocatessa che la convince a fare causa all'azienda, ma Anita ha in mente una piano, e, con l'aiuto di un ex-collega, il timido e impacciato avvocato Biagio, riuscirà a compiere la sua vendetta.
Ma non avrebbe mai creduto che...
Se escludiamo la caterva di momenti WTF con situazioni alquanto improbabili e/o improponibili, il film è comunque scorrevole e si lascia guardare. Micaela Ramazzotti se la cava dignitosamente, e anche il resto del cast (Adriano Giannini, Libero De Rienzo, Elena Sofia Ricci, Iaia Forte ecc.) merita la sufficienza. O forse no, e io sto scrivendo sotto l'effetto del gas degli airbag.