Io e il mio girovita stiamo bene. Ho le sembianze di una stufa a kerosene coi piedini (gonfi) ma non mi lamento.
Sopravvissuta al rinfresco in ufficio, al cenone della vigilia, al pranzo di natale, all'ozio di santo stefano e anche alla prima neve.
Già.
Che sabato io e la S. - che non vedevo da un paio d'anni - siamo andate in trasferta.
A Monza.
A vedere la mostra fotografica di Steve McCurry (oltre lo sguardo) alla Villa Reale.
Che è bellissima (la mostra, ma anche la Villa Reale, eh?).
Con uno splendido allestimento, realizzato da Peter Bottazzi, che forse non è il massimo della funzionalità in caso di tanta affluenza, ma sabato mattina c'era relativamente poca gente, e quindi - egoisticamente - non ci sono stati problemi.
Partite da casa sotto un cielo grigio, arrivate in Lombardia iniziavano a scendere dei fiocchi.
Il tempo di parcheggiare e il terreno era bianco.
Potete immaginare l'umore della sottoscritta, che odia talmente la neve che quasi non mangia più nemmeno il pandoro per non doversi confrontare con lo zucchero a velo.
Mentre entravo ed uscivo dalle stanze della mostra, tra una fotografia e l'altra, ne approfittavo per sbirciare dalle finestre.
E stava nevicando davvero. (qua aggiungete voi un'imprecazione a vostra scelta, che a me il turpiloquio scritto non piace).
Inizialmente così:
poi, ad un certo punto, devo essermi distratta un attimo, ed era tutto inequivocabilmente ... bianco, pure troppo:
Insomma, per farvela breve sono l'unica cretina che, con 14 giorni di vacanza a disposizione decide di muoversi l'unico giorno in cui si è messo a nevicare.
In ogni caso la mostra, che durerà fino al disgelo (ovvero fino al 6 aprile 2015), vale davvero la visita. Ok, Steve McCurry lo avrete già visto tutti dappertutto, io per prima. Ma è davvero difficile resistere al fascino dei suoi scatti.
E comunque io non vorrei dire, ma nel camminamento di torii lì sopra, che è quello del Fushimi Inari Taisha nei sobborghi di Kyoto, ci sono stata pure io. Ecco.
In ogni modo, se, come me e la S non vedete l'ora di precipitarvi nel bookshop per comprare il catalogo della mostra, sappiate che... esso non esiste.
Ma puoi farmi una mostra e non svilupparmi il relativo catalogo?
Ma che, si fa così?
Inutile dire che ci siamo rimaste malissimo.
Per consolarci siamo andate a mangiare in un ristorante siciliano, intravisto arrivando.
E ci ha detto culo. Perché la pasta con le sarde era fatta come si deve.
E aveva pure smesso di nevicare.
Potete immaginare l'umore della sottoscritta, che odia talmente la neve che quasi non mangia più nemmeno il pandoro per non doversi confrontare con lo zucchero a velo.
Mentre entravo ed uscivo dalle stanze della mostra, tra una fotografia e l'altra, ne approfittavo per sbirciare dalle finestre.
E stava nevicando davvero. (qua aggiungete voi un'imprecazione a vostra scelta, che a me il turpiloquio scritto non piace).
Inizialmente così:
poi, ad un certo punto, devo essermi distratta un attimo, ed era tutto inequivocabilmente ... bianco, pure troppo:
Insomma, per farvela breve sono l'unica cretina che, con 14 giorni di vacanza a disposizione decide di muoversi l'unico giorno in cui si è messo a nevicare.
In ogni caso la mostra, che durerà fino al disgelo (ovvero fino al 6 aprile 2015), vale davvero la visita. Ok, Steve McCurry lo avrete già visto tutti dappertutto, io per prima. Ma è davvero difficile resistere al fascino dei suoi scatti.
E comunque io non vorrei dire, ma nel camminamento di torii lì sopra, che è quello del Fushimi Inari Taisha nei sobborghi di Kyoto, ci sono stata pure io. Ecco.
In ogni modo, se, come me e la S non vedete l'ora di precipitarvi nel bookshop per comprare il catalogo della mostra, sappiate che... esso non esiste.
Ma puoi farmi una mostra e non svilupparmi il relativo catalogo?
Ma che, si fa così?
Inutile dire che ci siamo rimaste malissimo.
Per consolarci siamo andate a mangiare in un ristorante siciliano, intravisto arrivando.
E ci ha detto culo. Perché la pasta con le sarde era fatta come si deve.
E aveva pure smesso di nevicare.