E’ sabato.
Approfittando del fatto che ho trascorso la settimana a fare la badante a mezzo servizio alla poison.mamma, mi sono “ritagliata” un sabato libero e, d’accordo con sua bionditudine, abbiamo programmato una trasferta milanese. Che noi torinesi farlocche, checché se ne dica, il fascino di Milano un po’ lo subiamo.
Dal cielo scende qualche fiocco bianco con la parvenza di neve, ma Paolo Sottocorona mi ha detto di stare tranquilla, che oggi non nevicherà. Quindi parto. Recupero s.b. sulla Torino-Milano e si va.
Che noi torinesi farlocche a Milano ci sappiamo muovere, ma a piedi. Perciò dopo aver parcheggiato e preso la metropolitana, arriviamo in San Babila. Perchè c’abbiamo dei programmi, noi. E essi programmi consistono in: perlustrazione di Gap e Banana Republic, spostamento a Palazzo Reale per vedere la mostra di Dalì prima che chiuda e poi, eventualmente, anche un giro al vicino museo del 900 approfittando del fatto che è a ingresso gratuito fino alla fine di febbraio.
Pranzo in Brera, mostra di Mick Jagger e Marco Anelli allo spazio Forma e ritorno a casa.
Mentre attraversiamo piazza del Duomo vediamo che al museo del 900 c’è parecchia coda, ma, paragonata al serpentone di folla che attende paziente (o ibernato?) davanti a Palazzo Reale, non è nulla. Ho già visto altre mostre a Palazzo Reale ma una fila come quella di sabato mattina io non la ricordo. Ma, soprattutto, non sono disposta ad affrontarla. Che la mia pazienza si è esaurita nel 1998, dopo aver passato un pomeriggio novembrino intrisa di umidità veneziana in attesa di entrare a Palazzo Grazssi per vedere la mostra sui Maya. E all’epoca ero pure più giouvine.
Cambio programma in corsa, si va a vedere Mick Jagger alla Forma. Una settantina di scatti che ritraggono l’istrionico Mick dagli anni 60’ ai giorni nostri, fotografato un po’ da tutti: Cecil Beaton, Anton Corbjin, Annie Leibovitz, Peter Lindbergh, Herb Ritts, Karl Lagerfeld, Bryan Adams.
Usciamo di lì e andiamo a pranzo. Ho mangiato – anche - una fetta di torta di latte e mele, spolverata di cannella, davvero fantastica. Che non c’è nulla che mi dia più soddisfazione di ordinare un dolce e scoprire che non solo è bello da vedere, ma pure buonissimo...
Per scrupolo ripassiamo davanti a Palazzo Reale. Se possibile la coda è ancora più lunga che al mattino.
Desistiamo. Sono certa che Dalì se ne farà una ragione.
Io del resto me la sono già fatta.
Magari, visto che la mostra aveva inaugurato a settembre, la prossima volta mi sveglio prima.