17 feb 2020

Flusso d'i(n)coscienza

e nuovi scampoli d'assenza.

Ciao a tutti e buon anno, tra le altre cose. 
State tutti bene? Qualcuno passa ancora da queste parti? No, ma infatti, perché dovreste? Non ci passo nemmeno io con lo swiffer a togliere la polvere, figuriamoci voi. 

Comunque. 
Sono viva e vegeta.
E vegeto. 
E niente, giovedì vado a Berlino per la Berlinale. Che io mi dicevo, che bello, quest'anno la fanno due settimane dopo, il tempo sarà migliore.
Un beato cazzo.
Le previsioni danno pioggia tutta la settimana.
Ma non importa. Ormai ho un approccio così zen sulla qualunque che se mi vede il Dalai Lama gli girano i coglioni. 
Detto ciò stamattina hanno aperto le vendite online dei biglietti e io alle 10.00 ero pronta e scattante con la mia Mastercard (che è partner della Berlinale e per ogni acquisto effettuato ti rimborsa un euro. Non che io aspiri alla ricchezza, ma, un euro oggi, uno domani, alla fine un pacchetto di chewingum finisce che riesci a comprartelo). 
Metto i miei quattro biglietti nel carrello, compilo tutti i campi, e clicco su "paga". 
E mi appare un messaggio di errore.
Torno indietro, inserisco la mia data di nascita che avevo distrattamente omesso e rifaccio la procedura.
Clicco su "paga".
Altro messaggio di errore.
Riprovo una terza volta. 
Indovina?

Comunque, grazie all'approccio zen, cambio carta di credito, nel frattempo un biglietto è già sold out, e, con la mia Visa, completo l'acquisto senza il minimo sforzo. Ok, con tre biglietti al posto di quattro, ma sai che c'è? sticazzi. 

Però questa cosa della carta di credito non mi convinceva, e così sono andata sul sito della banca. Dopo aver immesso il codice segreto, la password segreta, aspettato la notifica segreta sul cellulare segreto, sono riuscita ad accedere all'home banking. Per scoprire che la Mastercard risultava...
B L O C C A T A.

Tra me e me ho pensato ma chi ma come macheccazzo, e ho composto il numero verde.
Dopo aver digitato il codice segreto, la password segreta, dichiarato la mia data di nascita, il cognome da nubile di mia madre, e aver giurato che la prima regola dell'home banking è non parlare dell'home banking, una gentile impiegata che risponde dall'Italia mi ha detto "ma questa carta è bloccata dal.... 30 novembre!".

Ah.

Ad un certo punto il neurone che sta morendo di solitudine ha avuto un sussulto. Un giorno - direi il 30 novembre, a questo punto - volevo prelevare da un ATM. Inserisco la carta di credito, digito il pin del bancomat e niente. Insisto.
Al quarto tentativo realizzo che se avessi inserito il bancomat al posto della carta di credito forse sarei riuscita a prelevare. E infatti. 
Ignorando che, pur digitando il pin corretto, ma usando la carta sbagliata, essa si risente e si blocca. 

La signorina mi comunica che trasferirà la mia chiamata all'addetto agli sblocchi. 
Che si chiama Daniele e risponde dall'Albania.
Dopo avermi chiesto la data di nascita ed il cognome da nubile di mia madre (GIURO) mi chiede come mai ho bloccato la carta. Alla mia risposta "perché sono una deficiente" Daniele dall'Albania si mette a ridere e conclude dicendo "la carta è sbloccata". 

Ma questo lo vedremo domani.