Contro:
- E’ tratto da un romanzo di Sandro Veronesi che tu, tanto per cambiare, non hai letto.
- Il trailer che passa in tv non ti fa capire una ceppa, e quel poco che vedi nemmeno ti piace, anzi.
- Lo danno all’UCI del Lingotto, che è dall’altra parte della città.
Pro:
- Fra i protagonisti c’è Claudio maquantèbello Santamaria.
- E’ la solita anteprima aggratis.
- Al Lingotto se non altro ci puoi arrivare comodamente con la metro.
E così ieri sera, uscita dalla palestra, sono andata al cinema che non amo frequentare per la visione di un film che non ero sicura di voler vedere.
In sala ci sono addirittura il regista (Matteo Rovere) e Andrea Bosca, ovvero Mète, il protagonista.
Domanda: che cazzo di nome è Mète? Metello? Meteopatico? Metepossino?
In attesa di scoprirlo quello che ci è dato sapere è che Mète è rimasto orfano di madre da poco, e suo padre sta per risposarsi con la donna che ama da 20 anni. Durante i preparativi del matrimonio gli tocca ospitare Belinda, la sorellastra, in casa sua.
Due persone all’apparenza diversissime, che più si evitano e più si avvicinano.
Mète fa il grafologo con Bruno, che analizzando diversi tipi di scrittura sta cercando di decifrare una categoria “inclassificabile”, gli sfiorati, appunto.
“Sono quelli che sembrano sempre lontani, distratti... Sai quando sei davanti a qualcuno e ti domandi: “ma mi starà ascoltando?” “ma mi ama?” “ma ha capito?” Ecco, quando non hai una risposta per tutte queste domande sei davanti a uno sfiorato”.
Il film scorre, e tu, che eri parecchio prevenuta, alla fine dovrai ammettere che non è affatto malvagio, anzi. Ti fai anche un paio di crasse risate. Apprezzi pure Asia Argento. E, complice una fotografia parecchio ruffiana, la tua voglia di tornare a Roma aumenta.