C'era una volta un paese lontano dove i bambini che non venivano mangiati, raggiunta una certa età, andavano a scuola. E lì imparavano a loro spese come girava il mondo, in quel paese, in quegli anni. Dove le diseguaglianze sociali e la corruzione nemmeno troppo strisciante erano la regola, e la scuola rappresentava un microcosmo che rifletteva perfettamente i meccanismi della società negli anni 80, nello specifico nella Cecoslovacchia, ma - credo - un po' in tutti i paesi della cortina di ferro, almeno fino all'avvento di Gorbaciov, della perestrojka e della caduta del muro di Berlino.
La vicenda è ambientata nella periferia di Bratislava. dal momento in cui nella scuola fa il suo ingresso la nuova insegnante Maria Drazdechová, vedova di un ufficiale comunista e rappresentante del partito. Dall'aspetto rassicurante e frivolo, con le gonne a fiori e le scarpette da ballo, (mai fidarsi delle apparenze!) si inizia a capire dove andrà a parare nel momento stesso in cui chiede ai ragazzi, al momento dell'appello, di dire che mestiere fanno i genitori.
La Drazdechová instaura ben presto un regime basato sul do ut des, in cui il rendimento ed i voti dei ragazzini vengono pesantemente influenzati dai favori che i genitori degli stessi, a seconda della loro professione, riescono (o non riescono) a fare alla crudele ed ingiusta insegnante.
Approfittando del suo ruolo, che maschera abilmente sotto le spoglie della povera vedova bisognosa di aiuto (dai ragazzini che le puliscono casa, ai genitori che le vanno a fare la spesa, le fanno la piega gratis, le aggiustano la lavatrice, le procurano medicine, portano dolci alla sorella che vive in Russia ecc.) la Drazdechová, sgranando gli occhioni, è il lupo travestito da agnello, che fa della violenza psicologica un modus vivendi, perché "dove andremmo a finire se non ci aiutassimo tra di noi?"
Il film viaggia su due livelli temporali, mostrandoci, oltre al quotidiano scolastico, un'assemblea indetta dalla preside, su richiesta dei genitori della piccola Danuska, l'alunna maggiormente vessata dalla Drazdechová, in quanto il padre, che lavora all'aeroporto, si è rifiutato di "aiutare" la professoressa. Ovviamente gli altri genitori li prendono per visionari, affermando, appunto, che non c'è niente di male a fare dei piccoli favori alla donna, insinuando che se la ragazzina prende brutti voti, è perché, poverina, è limitata.
Jan Hrebejk, basandosi su fatti realmente accaduti, dirige un film che ha il sapore amaro della commedia grottesca, ma che è, di fatto, una denuncia: ai soprusi, ad un certo modo di fare, che fa del compromesso (etico e morale) uno stile di vita, che si mantiene tra favori e favoritismi.
Jan Hrebejk, basandosi su fatti realmente accaduti, dirige un film che ha il sapore amaro della commedia grottesca, ma che è, di fatto, una denuncia: ai soprusi, ad un certo modo di fare, che fa del compromesso (etico e morale) uno stile di vita, che si mantiene tra favori e favoritismi.