I film del sabato sera vengono selezionati fra la
programmazione delle sale raggiungibili senza che si renda necessario disturbare
santi, madonne e stuoli di parenti trapassati e non durante la ricerca del
parcheggio. Quindi vengono evitati accuratamente tutti i cinema del centro, per
ovvi motivi.In corso giulio cesare, dove una volta sorgeva il cinema
adua, c’è un cratere. Non perché sia caduto un meteorite in città, ma perché
probabilmente un condominio è più utile di una sala cinematografica. Lo studio
ritz, altra sala decentrata e con facilità di parcheggio è chiuso per lavori.
Non è dato sapere se e quando i lavori termineranno verrà riaperto in veste di
cinema oppure no. Nelle altre sale frequentabili c’era l’ultimo film di
Woody Allen, appena uscito e, all’Alfieri, abbastanza centrale ma con parcheggi
a profusione, “la custode di mia sorella”, appunto. E quindi ci siamo dirette
all’Alfieri. Che la vettura nuova è più ingombrante della precedente, e non c’ho
ancora né la mano né l’occhio per i parcheggi. Con non poco stupore abbiamo
pagato l’ingresso 2.50€. Poi abbiamo capito
perché.Il film, contrariamente alle aspettative, non è stato un
mattone strappalacrime. Narra la vicenda della famiglia Fitzgerald, marito,
moglie e tre figli: Kate, Jesse e Anna. Alla maggiore, Kate, viene diagnosticata
una grave forma di leucemia in tenera età. Siccome né il padre né la madre né il
fratello sono compatibili per la donazione di midollo osseo, viene concepita in
provetta Anna che, giunta all’età di 11 anni si rivolge a un famoso avvocato per
chiedere l’emancipazione medica e i diritti sul suo corpo...
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