Per questo film Jasmine Trinca ha appena vinto, al festival di Venezia appena conclusosi, il premio Marcello Mastroianni, riservato ai giovani attori emergenti. Il fatto che la Trinca, al suo debutto nel 2001 ne “la stanza del figlio” ricevette il premio Guglielmo Biraghi come talento italiano dell'anno, nonché il Nastro d’Argento nel 2004 per la sua interpretazione ne “la meglio gioventù” evidentemente è un fatto marginale.
Anyway, in questo film in parte autobiografico, Michele Placido racconta la sua visione del 1968, attraverso gli occhi di Nicola (Riccardo Scamarcio), giovane pugliese arrivato a Roma come poliziotto, ma con il sogno di iscriversi all'accademia per diventare attore. Questa sua vocazione farà si che venga infiltrato nell'università romana, dove stanno iniziando le prime contestazioni. Qua conosce Laura (la Trinca, appunto), figlia della buona borghesia romana che, attratta dal carismatico leader del movimento, lo studente proletario Libero (Luca Argentero) si ritroverà a far parte del movimento studentesco.
Il (grande) sogno di cambiare il mondo, la protesta, le marce contro la guerra in Vietnam, gli scontri di Valle Giulia e l’eccidio di Avola... Bello, ma asettico (IMHO).
Nel ruolo di un’insegnante dell’accademia c’è Laura Morante. Bel-lis-si-ma.
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