Martedì, giornata conclusiva del TGLFF, sono uscita dall'ufficio presto per andare a vedere, allo spettacolo delle 18.00, un vecchio (1999) film di Joel Schumacher, interpretato da Robert De Niro e Philip Seymour Hoffman.
Per la cronaca, i film vincitori di questa edizione del festival sono stati:
Lungometraggi:
Der Kreis (The Circle) di Stefan Haupt (Svizzera, 2014): premio "Ottavio Mai" per il miglior lungometraggio;
La partida (The Last Match) di Antonio Hens (Cuba, 2013): menzione speciale della giuria;
Hoje eu quero voltar sozinho (The Way He Looks) di Daniel Ribeiro(Brasile, 2014): premio del pubblico.
Documentari:
Violette Leduc: la chasse à l'amour (Violette Leduc, in Pursuit of Love) di Esther Hoffenberg (Francia, 2013);
Rebel Menopause di Adele Tulli (Regno Unito, 2014): menzione speciale della giuria;
Rebel Menopause di Adele Tulli (Regno Unito, 2014): premio del pubblico.
Cortometraggi:
For Dorian di Rodrigo Barriuso (Canada, 2012);
Das Phallometer (The Phallometer) di Tor Iben (Germania, 2013): menzione speciale della giuria;
Ett Sista Farväl (A Last Farewell) di Casper Andreas (Svezia, 2013): premio del pubblico.
Premio Queer Award a: Ich fühl mich Disco (I Feel Like Disco) di Alex Ranisch (Germania, 2013).
Premio DAMS – Sguardi sul Festival a: 20 leugens, 4 ouders en een scharrelei (20 Lies, 4 Parents and a Little Egg) di Hanro Smitsman (Paesi Bassi, 2013).
Aggiungo anche che la sigla del Festival di quest'anno era davvero molto molto carina.
Putin, mi leggi?
Putin, mi leggi?
Purtroppo il film - di cui non avevo memoria alcuna - era in versione doppiata, cosa che ha provocato parecchio diludendo & sconforto alla povera Tiz, che ha dovuto venir meno al suo giuramento di non guardare alcun film in cui c'è Robert De Niro (doppiato, ça va sans dire).
Come sempre ce ne siamo fatte una ragione, visto che avevamo pagato il biglietto ed eravamo già sedute in sala.
Per farvela breve, siamo a New York, in un fatiscente hotel/condominio del Lower East Side, abitato da un'umanità eterogenea. Fra loro Walt Koontz (Robert De Niro), ex poliziotto ormai in pensione, pluridecorato ed "eroe" per aver salvato due colleghi e un tot di ostaggi durante una rapina in banca, appassionato di tango, frequentatore di signorine a pagamento (ma non sono puttane, perché lui non va a puttane, sia chiaro, non ne ha bisogno), probabilmente non razzista, ma sicuramente omofobo, e, suo dirimpettaio, Rusty Zimmerman (Philip Seymour Hoffman), leader di un gruppo di travestiti che si sta preparando per l'annuale concorso "Flawless" (senza difetti) e tutti i giorni si ritrovano nel bilocale per le prove di canto, cosa che scatena le ire di Walt dando vita a quotidiani scambi di insulti dalle finestre dei due appartamenti.
Una notte, cercando di portare aiuto ad un'altra coppia di inquilini che ha rubato dei soldi ad uno spacciatore della zona, Walt viene colpito da un ictus. I due poveracci muoiono, ma Walt si salva, nonostante l'emiparesi e la difficoltà ad esprimersi. La dottoressa che l'ha curato gli suggerisce, oltre alla fisioterapia per la riabilitazione motoria, di prendere lezioni di canto per poter migliorare il modo di parlare, e così Walt finisce per rivolgersi proprio a Rusty.
L'antipatia reciproca e le differenze di vedute lasceranno inevitabilmente presto il posto ad un'improbabile amicizia, che darà modo ai due uomini di confrontarsi sulle reciproche paure.
Ma c'è sempre in sospeso la questione dei soldi rubati, che lo spacciatore rivuole ad ogni costo.
Dove sono finiti?
Chi li ha?
Il film patisce (oltre al doppiaggio, vabbè) un'evoluzione
Erano presenti Wu Ming 1 (Roberto Bui) e Wu Ming 5 (Riccardo Pedrini, gran bel tipo, fra l'altro), e, siccome nel libro, ambientato in Francia durante il regime del Terrore si parla anche (ma non solo) di mesmerismo e magnetismo, era presente anche Mariano Tomatis, che, nel pomeriggio, (mentre noi eravamo al cinema) ha dato vita ad un Laboratorio di Mesmerismo Rivoluzionario, e quindi la sera ha proposto un giochino/esperimento per cui alla fine tutto il pubblico, compiendo percorsi diversi, si è ritrovato a compiere la stessa azione:
Del libro ovviamente non dico niente, A) perché non l'ho (ancora) letto, B) perché sono notoriamente ignorante come una capra e rischierei di dire soltanto immense cazzate. Cosa che faccio abitualmente, del resto, ma ogni tanto riconosco i miei limiti e riesco a fermarmi in tempo.
Posso dire che però i due Wu Ming mi hanno fatto venir voglia di leggere L'armata dei sonnambuli.
Se siete curiosi, potete leggere questa recensione che io ho trovato molto interessante.
O andare direttamente sul sito del Collettivo.
Parecchio diludendo è dir poco, poi il giuramento infranto, che roba brutta! Devo dire però che il doppiaggio di de Niro si deve essere esasperato negli ultimi anni, perché qui, complice anche l'ictus, non era roboante e stentoreo come adesso, quindi l'ho tollerato. Perché questo era un film da vedere in v.o. punto e basta. Per quello che riguarda i Wu Ming 1 e 5 se avessero potuto unire la verve affabulatoria del primo e la oggettiva figaggine del secondo avrebbero fatto l'uomo perfetto (per me). Di quelli che non mi guardano neanche di striscio, ma pazienza! :-)
RispondiEliminaConfermo tutto. :)
Eliminaio ti leggo sempre, pazza!
RispondiEliminaMa allora sei Luxuria, non Putin! :)
Eliminama che stacco di coscia c'ha quella (neo)donna, tra l'altro?
Eliminachi, Putin?
EliminaLe neodonne non hanno neanche la cellulite, se è per questo, cosa che mi fa rodere dall'invidia da sempre.
EliminaAnch'io comunque ho un bello stacco di coscia, che credete :-)
EliminaGambette un po' rinsecchite però, se posso dire... ;-D
EliminaIo direi magre e affilate :-P..ah, aspetta...stronza! :-D
EliminaUhm... rachitiche? Mooolto sexy. :-))
EliminaMa dai, smettila, se mi descrivi così poi Danty non vuole nemmeno conoscermi :-D
Eliminacredo che niente (o quasi) possa scalfire la mia curiosità...
EliminaA Dantès è molto piaciuto The Elephan man, per cui.... ;-D
EliminaA me 'sti festival basati sui gusti sessuali non convincono per niente, capisco che siano un mezzo per far emergere film "minori", ma si rischia di ingabbiare il cinema in contesti che non gli appartengono e concorre, a mio modesto avviso, a creare una maggior ghettizzazione culturale del fenomeno (che quando smetterà di essere fenomeno sarà meglio per tutti)...per il resto, l'Armata dei sonnambuli incuriosisce anche me...
RispondiEliminaNon hai torto in linea generale, ma, da cinefila e omofila (si potrà dire?) io mi sono sempre divertita un sacco soprattutto quando il festival era agli inizi, con le contestazioni ridicole fuori dalle sale, film che mai sarebbero usciti nei circuiti e così via. Ora ha già un po' meno senso e meno male, ma è una tradizione, e a me piace. :-)
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