29 nov 2012

Riassuntini

LONDON - THE MODERN BABYLON
Julian Temple dirige questo film dal taglio documentaristico, usando filmati di repertorio e interviste a gente comune, scrittori, artisti ecc. per raccontare lo sviluppo di una città dai tempi delle colonie ai giorni nostri, con una colonna sonora di tutto rispetto.

28 HOTEL ROOMS
Esordio alla regia per Matt Ross che ci racconta, attraverso gli incontri che si susseguono in 28 stanze d'albergo (mi ero ripromessa di contarle ma arrivata alla sesta ho smesso) la storia di una coppia clandestina, che si conosce una sera in un albergo, e quella che potrebbe sembrare la classica storia da una botta e via evolve e si trasforma nel tempo, diventando un rapporto a cui nessuno dei due vuole rinunciare. A me è piaciuto parecchio.

GOOD VIBRATIONS
La vera storia di Terri Hooley, dall'apertura del suo negozio di dischi (good vibrations) nella via principale di Belfast, negli anni in cui l'irlanda è devastata dalla guerra civile, che diventa, in poco tempo la culla del punk di Belfast, perché, come dirà lo stesso Terri verso la fine del film per spiegare le ragioni del punk, "New York avrà i tagli di capelli, Londra avrà i pantaloni, ma noi abbiamo il motivo!".
Il film è davvero carino, e, chevvelodicaffare, la colonna sonora è di quelle che ti fanno muovere il culo sulla poltrona!

NOI NON SIAMO COME JAMES BOND
E io non vorrei essere entrata in sala a vederlo.
Mi scuserete, immagino, se non ve ne parlo, vero?

COMO ESTRELLAS FUGACES
Un compositore insoddisfatto del suo lavoro e della sua vita va a trovare un amico che vive in Spagna, e si troverà, suo malgrado costretto a dirigere un coro di dilettanti, fra gelosie, rivelazioni, tradimenti e nuovi amori.
Cameo di Serena Grandi. Ma che dico Grandi? Enorme.
Evitabile in scioltezza.

SUN DON'T SHINE
La noia in formato road movie con la protagonista femminile più fastidiosa di un attacco di cistite, il cadavere del marito a marinare nella candeggina nel bagagliaio dell'auto in un'interminabile fuga verso le Everglades. 82 minuti che sembrano non dover finire mai.

The sessions

Quando ho letto la sintetica trama sul programma mi sono detta "uppercarità".
Poi la Tiz mi ha fatto cambiare idea.
Grazie Tiz.
Perché il film in questione, che uscirà nelle sale con l'ennesima aggiunta di un paio di parole inutili in italiano al titolo originale, è davvero interessante, e ci racconta la storia vera di Mark O'Brien, poeta e giornalista americano, morto nel 1999 all'età di 49 anni, colpito da poliomielite durante l'infanzia e, da allora, costretto a vivere in un polmone d'acciaio.
Un giorno, in chiesa, confessa al nuovo prete (William H. Macy in grande spolvero) che, arrivato a 38 anni, prima di morire, vorrebbe perdere la verginità.
Per farlo si rivolgerà ad una terapista sessuale, Cheryl.
Ironico e toccante, nel finale mi ha fatto spuntare la lacrimuccia.

Robot & Frank

Ambientato in un futuro prossimo, il film inizia con uno scassinatore che, forzando la serrature della porta di ingresso si introduce in una villa, salvo rendersi conto, riconoscendo alcuni oggetti, di essere entrato in casa sua. Quell'uomo è Frank, che ritroviamo la mattina dopo mentre fa colazione in quella stessa casa, dove il caos regna incontrastato.
Il figlio di Frank, preoccupato del progressivo peggioramento delle condizioni di salute dell'anziano padre, che si ostina a voler andare a pranzo da Harry's, che è chiuso ornai da 15 anni, un giorno si presenta a casa dell'uomo con un robot assistente sanitario, affinché si prenda cura di lui, che invece, come prevedibile, non ne vuole sapere. Ma l'alternativa per Frank è la casa di riposo, e questo basterà a convincerlo ad accettare il robot.
Superata la fase del rifiuto e quella di insofferenza nei confronti dell'elettrodomestico la strana coppia instaura un rapporto di pacifica convivenza, fatta di cibo sano, passeggiate nel bosco, giardinaggio. Finché una sera, dopo aver partecipato ad un party benefico in favore della biblioteca, dove lavora la bibliotecaria di cui è innamorato, decide di servirai del robot per riprendere la sua attività di ladro, dando il via ad una serie di situazioni esilaranti.
Commedia ironica che affronta il tema della malattia con insolita leggerezza, ma senza essere irriverente. Una piacevole sorpresa, soprattutto per la sottoscritta, che con l'argomento in questione ha un vissuto ancora troppo recente per poterlo affrontare in scioltezza.
Frank Langella nella parte di Frank è semplicemente perfetto.

28 nov 2012

Citadel

Cambio di programma al volo dopo il parere positivo della Tiz.
Ennesima periferia degradata, Tommy e Joanne stanno per traslocare, e abbandonare il solito orrorifico block in cui vivono. Qua ne abbiamo addirittura un trittico, la cui minacciosa presenza ci fa compagnia per tutto il film.
Sceso a portare delle borse nel taxi che li aspetta in strada, mentre risale dalla moglie, che ovviamente è incinta, con l'ascensore ovviamente difettoso, assiste impotente alla sua aggressione da parte di tre individui incappucciati.
Corsa disperata in ospedale, gli mettono in braccio la figlia appena nata, ma per la donna non ci sono speranze. A seguito del trauma Tommy sviluppa una grave forma di agorafobia.
Nel giorno del funerale della moglie, staccata dalle macchine che la tenevano in vita dopo 9 mesi di coma, il rude prete che celebra il rito funebre, accompagnato da un bambino cieco, gli dice che "loro" torneranno per prendere la bambina.
E infatti.
Tommy dovrà vincere le sue paure e assecondare il prete nel suo piano di distruzione...
Inizio tesissimo che purtroppo perde un po' di intensità nella fase finale.


The pervert's guide to ideology.

Slavoj Zizek torna, dopo A pervert's guide to cinema, che non ho visto e che farò in modo di recuperare (se qualcuno si offre volontario io non mi offendo, sappiatelo) a spiegare i messaggi ideologici che si celano nei film, e lo fa con un "tour" che parte da essi vivono di carpenter, passando attraverso la pulsione sessuale di Julie Andrews in tutti insieme appassionatamente, senza dimenticare la coca cola e la sorpresa degli ovetti kinder, lo squalo, taxi driver, l'inno alla gioia e il korova milk bar, full metal jacket, cabaret, la filosofia del cappuccino di starbucks, il cavaliere oscuro, Stalin, Hitler e l'ultima tentazione di Cristo, tornando ad essi vivono per chiudere il cerchio.
134 minuti che passano e non te ne rendi nemmeno conto. Assolutamente interessante, ascoltate una cretina!

 

What Richard did - Call girl - Terrados

Oggi è stata una giornata un po' scarsa, alla fine la cosa più esaltante è stata la visione de Il mucchio selvaggio. Ma andiamo per ordine.

WHAT RICHARD DID 
dello stesso regista che qualche anno fa, qua al TFF aveva presentato "Garage", che era un film abbastanza noioso. Stavolta ci mette un po' più di brio e sposta l'attenzione su un gruppo di 18enni irlandesi, che fanno le cose che fanno i 18enni un po' ovunque: organizzano feste, bevono, trombano ecc. fino al giorno in cui, dopo una festa, scoppia la rissa e ci scappa il morto. Il colpevole è Richard, ragazzo serio, posato e benvoluto da tutti. Alla fine farà quello che ha detto? Mah.
Io in compenso so quello che farò d'ora in poi. Mi terrò alla larga dai film con gli adolescenti per protagonisti, perché non ne posso davvero più.



CALL GIRL
140 minuti per una storia abbastanza pesante su un giro di prostituzione nella Stoccolma degli anni 70, in cui sono coinvolti quasi tutti i rappresentanti di spicco delle maggiori istituzioni del paese. Squallore a palate. Aiutato anche dalla bruttezza di buona parte dei protagonisti, zoccole comprese. Che non ho mai visto tanto pelo pubico in un'unica donna. Impressionante.


TERRADOS
Confesso che per un attimo ho pensato di andarmene a casa, perché iniziavo ad essere un po' provata. Il fatto di non essere riuscita né a cenare, né a prendere un caffè per tutto il pomeriggio probabile che condizionasse non poco la mia decisione. Poi, considerato che il film (in concorso) dura solo 76 minuti, mi sono fermata.
Il livello di disoccupazione in Spagna ha raggiunto cifre spaventose, la situazione non sembra destinata a migliorare. Leo da 5 mesi è uno dei quasi 5 milioni di disoccupati, e, assieme a un gruppo di amici, rimasti senza lavoro come lui, trascorre le giornate sulle terrazze dei palazzi della città.
Un ritratto asciutto e disincantato di una generazione disillusa, dedicato a tutti coloro che, almeno una volta nella vita, hanno perso la strada.
Io, anche stasera, ho ritrovato quella di casa.
Buonanotte.


27 nov 2012

Dimmi che destino avrò

Avevo in programma la visione di un film cubano alle 9.15, ma stamattina il letto mi ha sedotto, e sono arrivata un po' lunga.
Un commissario di polizia viene incaricato di indagare sul rapimento di una ragazza avvenuto in un campo nomadi.
L'uomo entrerà in contatto con un mondo a lui del tutto estraneo, e, superata la diffidenza iniziale, grazie anche ad Alina, sorella del presunto rapitore, tornata in Sardegna da Parigi dove vive da anni, capirà che i due mondi non sono poi così diversi. Nel momento in cui scatta l'emergenza Rom, e tutti i campi nomadi vengono perquisiti, bambini compresi, il commissario capirà che non è così che dovrebbero andare le cose, perché la lotta contro la criminalità si deve combattere a prescindere dalla razza. Qualche inevitabile luogo comune, soprattutto nella scena in cui, dopo aver invitato Alina ad uscire una sera, quando il commissario la vede dentro il locale vestita con gli abiti tradizionali, si vergogna e se ne va, ma comunque interessante. Fra poco scatta il momento revival della giornata, con la visione di The wild bunch. Del quale credo (e spero) non ci sia bisogno di dire nulla, giusto?

K-11

Esordio alla regia per Jules Steward, la cui figlia quest'estate è finita sulle copertine di tutti i giornali di gossip per aver tradito il fidanzato. Come? Ci è finita perché sarebbe un'attrice famosa? Ma dai? Non ci credo!
Il film è ambientato nel K-11, che pare sia un luogo reale, ovvero un braccio speciale del carcere di Los Angeles, dove per la maggior parte i detenuti sono travestiti o transessuali. Fino al giorno in cui nel reparto fa il suo ingresso - dopo esser stato "comprato" da Gerald, un viscidissimo sorvegliante della sezione - Raymond Saxx (ve lo ricordate quel gran bel manzo del dottor Kovac di E.R.? Ecco, proprio lui), discografico tossicomane accusato di omicidio. Il suo arrivo altererà il delicato equilibrio della sezione, fatto di corruzione, spaccio di droga a strafottere, soprusi vari, alleanze e tradimenti.
Crudo e cattivo.
Decisamente un buon esordio.

 

Blancanieves

Film spagnolo, muto, in bianco e nero, candidato all'oscar. Che il regista, Pablo Berger, è riuscito a realizzare solo grazie al successo ottenuto da The Artist. Che l'oscar l'ha vinto.
Siviglia, anni 20. Il famoso torero Antonio Villalta viene incornato alla fine di una corrida, sotto gli occhi della bellissima moglie Carmen, incinta. Mentre in una sala operatoria tentano di salvare la vita ad Antonio, in sala parto Carmen muore dopo aver dato alla luce una bimba, che il padre non vuole nemmeno vedere. La piccola Carmen cresce con la nonna, mentre il padre, rimasto paralizzato a seguito dell'incidente, si risposa con la perfida Encarna, infermiera che l'ha accudito durante la convalescenza.
Finché, durante i festeggiamenti della prima comunione di Carmen la nonna ha un malore. E muore. La bambina verrà accolta a casa del padre e della matrigna, che le impedirà di vedere Antonio e la tratterà come una sguattera. Molto più Cenerentola che Biancaneve, se stai a vedere. Un giorno, per recuperare il gallo Pepe, finisce nella stanza del padre, che, dopo averle chiesto perdono, le insegnerà i fondamentali della tauromachia.
Ma quella grandissima troia di Encarna non può tollerarlo, e, dopo aver servito a cena il povero pollo alla ragazzina (che son cose che ti traumatizzano per sempre, lasciatemelo dire. Provate a indovinare per quale motivo io non mangio pollo, ad esempio?) uccide il povero Antonio spingendolo giù dalle scale.
Con la scusa di mandarla a raccogliere fiori da portare sulla tomba del padre la fa uccidere dall'autista/amante/sottomesso. Ma viene salvata da un gruppo di nani toreri, che gira il paese con uno spettacolo itinerante. Carmen non ricorda più nulla e i nani decidono di chiamarla Blancanieves, che, scesa nell'arena un giorno per caso, diventerà una bravissima torera, ma...
Una favola amara.
Una bella favola amara.
Con Angela Molina nel ruolo della nonna.
L'attrice che interpreta Carmen/Blancanieves si chiama Macarena Garcia ed è di una bellezza che non si capisce. Che nemmeno se resti segregata per un paio di mesi a casa del signor Photoshop in persona riesci a diventare figa come lei.

 

Whisky Galore!

Ho inserito nel programma questo film del 1949 perché l'alcolizzata che è in me non poteva non rimanere affascinata dal titolo.
In una sperduta isola scozzese, nel 1943, gli abitanti vivono sereni, occupandosi di pesca, allevamento di bestiame and so on. Ma sulla comunità si abbatte una tragedia. Non è la guerra, non è la fame, non è la povertà. È l'esaurimento delle scorte di whisky.
L'isola è in lutto, gli uomini si ammalano e tutto va a rotoli, finché, in una notte piena solo di nebbia, una nave fa naufragio vicino alle coste. Ben presto gli isolani scopriranno che trasportava un carico preziosissimo: 50.000 casse di whisky.
Da quel momento scatta l'operazione recupero, ostacolata dal perfido servitore della legge Waggett, che, per impedire un atto illegale, non esiterà a chiamare il fisco.
Nonostante il film sia addirittura più vecchio di me, si gusta davvero con divertito piacere. Come un ottimo whisky invecchiato.