15 nov 2023

Cipro - Day 2: Lefkara e Nicosia

 

Lefkara

13 Settembre.
Ci svegliamo fresche e riposate come dei bocciuoli, facciamo colazione con Nescafé (portato dall'Italia) e biscotti e partiamo per il nostro primo giro.
Abbiamo preparato un itinerario di massima con le cose principali da vedere, e oggi, se avessimo seguito pedissequamente il programma, avremmo dovuto raggiungere Paphos, ma abbiamo pensato che, essendo il primo giorno (ok, in realtà il secondo, ma fa lo stesso), potevamo iniziare con una tappa più soft a livello di chilometri, e così abbiamo deciso di raggiungere Nicosia, la capitale, facendo una deviazione di percorso per visitare il villaggio di Lefkara.
Il nostro appartamento è in una posizione davvero strategica: in meno di 5 minuti a piedi sei nel centro del paese, ma sei sufficientemente lontano dal caos delle stradine del centro per poter uscire comodamente da Larnaca e trovarti subito nella giusta direzione, qualunque essa sia. Sempre che Google Maps non decida di sbarellare e proporti percorsi alternativi, tipo farti imboccare una strada senza uscita, o farti costeggiare l'acquedotto romano senza nessun motivo logico (diciamo che quando ci ha fatto costeggiare l'acquedotto ci è anche andata bene perché ne abbiamo approfittato per scendere dall'auto e fare due foto, che altrimenti non avremmo mai fatto, ma ci resta comunque il dubbio del perché abbia scelto questo percorso totalmente privo di senso).
Comunque, navigatore a parte, arriviamo a Lefkara senza alcun problema.
E' ancora presto e il paesino è praticamente deserto. Parcheggiamo in uno spiazzo lungo la strada, ignorando Maps (appunto) che voleva farci prendere uno stretto vicolo in discesa che io ho semplicemente guardato esclamando, con la solita classe: "col c@zzo che vado giù di lì con l'auto!". 
Visitiamo il paesino alla ricerca di un bar che ci dia un caffè, ed arriviamo nella piazza della chiesa, dove il bar, una specie di chioschetto all'aperto sotto un pergolato, c'è. Visitiamo la chiesa, abbastanza sobria per gli standard locali, e veniamo puntualmente cazziate da una signora che ci dice che non si possono fare fotografie... 
Facciamo ancora due passi, fino ad arrivare nel centro del paese, che è un po' più a nord della chiesa. Qua ci sono bar, ristorantini e negozietti che vendono pizzi e merletti (per cui Lefkara è famosa in tutto il mondo, dicono. Si dice che addirittura Leonardo da Vinci, di passaggio da queste parti, abbia acquistato una tovaglia d'altare in pizzo. Io, per quanto sia vecchia, non me lo ricordo).
Lefkara
Risaliamo in auto e ci dirigiamo verso Nicosia, l'unica capitale ancora divisa in due frazioni separate da una recinzione militare, detta "linea verde": da una parte la capitale della Repubblica di Cipro, e dall'altra  quella della Repubblica di Cipro del Nord, riconosciuta solo dalla Turchia.
Lungo il percorso Maps ci abbandona, e noi, prese alla sprovvista, sbagliamo strada. Maps si riprende (per modo di dire) e inizia a farci fare dei giri assurdi all'interno di un paesino. Lo accantoniamo un momento, cerchiamo di tornare sulla strada principale e lì veniamo folgorate sulla via di Damasco Nicosia, quando realizziamo che il nome Lefkosia, che ha preso il posto di Nicosia sui cartelli stradali, altro non è che Nicosia, ma ovviamente in greco. 
Riusciamo quindi a raggiungere la città, immersione nel caotico traffico cittadino compresa, e arriviamo, senza l'aiuto di Maps, al grande parcheggio (gratuito) a ridosso delle mura veneziane. Ci addentriamo per le stradine del centro storico e, passandoci davanti, incuriosite dall'edificio, ci fermiamo a  visitare il Museo Municipale Leventis (ingresso gratuito) che ospita una vasta collezione di opere cipriote che includono manufatti archeologici, costumi, fotografie, ceramiche, ecc. Molto interessante. Uscite da lì saliamo sulla Shacolas Tower (conosciuta anche come Ledras Tower), un bruttissimo edificio fine anni 50 che ospita, all'11° piano, un osservatorio. L'ingresso costa € 2.50, il panorama di Nicosia vista dall'alto non è di quelli che ti lasciano senza fiato, diciamolo. Però è comunque un bel colpo d'occhio per renderti conto dell'estensione della città. 
Nicosia
Scendiamo dalla torre e si è fatta una certa. 
Camminiamo ancora un po' senza una meta precisa e decidiamo di fermarci a pranzo da Piatsa Gourounaki. Nel logo del ristorante è raffigurato un maialino. E dopo il pranzo, ottimo ma dalle porzioni davvero esagerate, ci sentiamo un po' maiale anche noi, e non nel senso pornografico del termine. Per fortuna a fine pasto il "nostro" cameriere ci ha offerto un liquorino che probabilmente ci ha aiutate a non addormentarci di botto lì, al tavolo. Paghiamo e torniamo su Ledras Street, che è la strada che arriva fino al check point che divide la capitale. 
Mostriamo i passaporti ai poliziotti greci per uscire, percorriamo un tratto di terra di nessuno, e rimostriamo i passaporti ai poliziotti turchi per entrare. Abbiamo lasciato  Lefkosía e adesso siamo a Lefkoşa. So che sembra banale, ma siamo davvero in un'altra città. Più vivace, più colorata, più... bella? Forse solo più autentica. Perché, a differenza della parte greca, in gran parte ricostruita e abbondantemente cementificata, quella turca è riuscita a conservare il suo carattere antico, fatto di case basse, vicoli e reperti architettonici gotici, ottomani e coloniali inglesi. 
Quindi sì, la Nicosia turca è molto più affascinante della Nicosa greca.
E dopo questa incontrovertibile affermazione, andiamo avanti.
Büyük Han
Evitiamo accuratamente gli innumerevoli negozi regno del tarocco più spinto (cosa che avevo già notato a Bodrum, anni fa) e ci concentriamo sui negozietti tipici, dove i venditori sono gentilissimi e per niente insistenti, e dove avviene una cosa che ha dell'incredibile. Sia Simona che sua Bionditudine fanno acquisti... e io no! Speriamo non sia una cosa grave, perchè potrei iniziare a preoccuparmi.
Entriamo nel Büyük Han, il più grande caravanserraglio di tutta l'isola, costruito dagli ottomani nel 1572, che adesso ospita ristorantini e botteghe artigiane, e nel suo fratello minore, il Kumarcılar Hanı.
Kumarcılar Hanı
Raggiungiamo il mercato coperto Belediye Pazarı (Bandabuliya Municipal Market), con negozi di alimentari e piccole gallerie d'arte, ma soprattutto con i bagni... che,  per le vecchiette come me che passano dal "posso resistere" al "me la sto facendo addosso" nel giro di un minuto, sono sempre il valore aggiunto di un posto..Di fronte al mercato c'è la vecchia cattedrale cattolica di Santa Sofia, adesso Moschea di Selimiye. Purtroppo non riusciamo a visitarla in quanto è chiusa per restauri. 
Belediye Pazarı 

Miao!
Continuiamo a camminare, ormai abbiamo abbandonato il centro e stiamo girando senza alcuna meta precisa lungo le strade della città, osservando gli edifici, alcuni molto belli, alcuni un po' meno, alcuni decisamente pericolanti, ogni tanto qualche abitante ci guarda incuriosito, in quanto probabilmente da quelle parti di turisti ne arrivano pochi.
Fa parecchio caldo (non oso pensare come possa essere venire da queste parti a luglio o agosto) e decidiamo di fare una pausa in un locale che la sera ospita spettacoli dei dervisci rotanti. Fortunatamente è ancora troppo presto per i dervisci, e il locale, molto bello, è deserto. 
Doors of Old Town - Art Cafe & Restaurant.
Ordiniamo dell'acqua e ovviamente un caffè turco.
Io riesco a bruciarmi la gonna con la sigaretta, a rovesciarmi addosso un bicchiere d'acqua e a mantenere un aplomb imperturbabile, come fosse successo a qualcun altro. 
Nel frattempo il personale del bar finge di ignorarci, ma sono sicura che stia pensando di noi le peggio cose. 
Torniamo sui nostri passi, riattraversiamo il doppio confine, torniamo al parcheggio e ci rimettiamo in auto. Il traffico è un po' meno caotico rispetto all'arrivo, ma soprattutto, adesso conosciamo la strada.
Tornando a casa ci fermiamo ad ammirare il tramonto sul lago salato, questa volta tenendoci alla giusta distanza, perché errare è umano ma... ecc.ecc. 
Arrivate a casa stabiliamo che, dopo il pranzo di oggi, possiamo tranquillamente saltare la cena. Due chiacchiere sul terrazzino in compagnia di una birretta e andiamo a dormire contente, pronte per la prossima tappa.

3 commenti:

  1. Chissà che posti affascinanti, porca miseria!

    RispondiElimina
  2. te lo confermo, Cipro è stata una bellissima scoperta!

    RispondiElimina
  3. Una lettura brillante! Il tuo post è approfondito e ben realizzato. Apprezzo che tu condivida la tua preziosa prospettiva.

    RispondiElimina