Peccato che il titolo "Le conseguenze dell'amore" sia stato già usato nel 2004 da Paolo Sorrentino, perché altrimenti Saverio Costanzo, che nello stesso anno si faceva conoscere al grande pubblico con il suo primo lungometraggio, "Private" (vincitore del Pardo d'Oro al festival di Locarno), avrebbe potuto farci (più di) un pensierino.
Peccato (per me, invece) aver visto il film nella sua versione doppiata - anche abbastanza malamente, se posso permettermi - perché sicuramente in v.o. l'avrei apprezzato di più, e avrebbe senz'altro reso maggiormente l'idea di sradicamento e solitudine di Mina, italiana a New York, a partire dal dialogo "al rallentatore" con la suocera durante il pranzo di nozze.
Ma andiamo per ordine.
Mina e Jude si conoscono praticamente per forza nel momento in cui si ritrovano bloccati nel bagno di un ristorante cinese. Li ritroviamo, innamorati e conviventi, qualche tempo dopo, non ci è dato sapere quanto, né ci importa, alla fine.
Dopo aver scoperto che da lì ad un paio di mesi lei verrà trasferita per lavoro (non ci è dato sapere dove, né ci importa, alla fine) scopre di essere incinta.
Matrimonio, festa di nozze sulla spiaggia di Coney Island, e Mina inizia a sognare un cacciatore che ammazza un cervo (a Coney Island?) e sparisce nel buio. Questo sogno la condiziona, ma Jude la convince che non è nulla. Nel frattempo, ignorando il consiglio di ogni nonna dell'universo mondo "sei incinta? devi mangiare per due!", lei inizia a non mangiare quasi nulla, e, come se non bastasse, una cartomante le predice che avrà un bambino indaco.
Arriviamo alla data del parto in cui Mina, che avrà rifiutato ogni accertamento clinico durante la gravidanza - viene sottoposta, nonostante cerchi di opporsi in ogni modo, a parto cesareo.
Passano i mesi e la donna, che ha sviluppato un amore assoluto e totale per quel figlio, cerca di proteggerlo da ogni possibile contaminazione esterna, evitando persino di portarlo fuori, perché quel figlio è tanto speciale quanto puro, e, per questo motivo, nulla del mondo "là fuori" deve venire in contatto con lui.
Jude inizialmente asseconda Mina, convinto dalle parole della donna che sa cosa è bene per suo figlio, ma, preoccupato per un'incessante febbre del bambino, lo porta di nascosto da un medico, dove scopre che la febbre è l'ultimo dei problemi, in quanto il bambino è malnutrito, non cresce e questo potrebbe provocargli danni futuri.
Jude è combattuto. Ama Mina, ma ama anche quel bambino, che Mina, a sua volta, ama di un amore smisurato, tanto da sembrare malato.
Le cose peggiorano, fino al momento in cui il circolo vizioso di questo amore che più che "affamare" sembra prendere a morsi i protagonisti di questa vicenda, in qualche modo, si chiude.
Sono entrata in sala temendo che avrei patito come l'incenso in chiesa il personaggio di Mina, che rasenta il fanatismo alimentare/ambientale/emotivo. Ovviamente l'ho detestata, ma meno di quanto avrei creduto.
Bravissima, come sempre, Alba Rohrwacher nel rappresentare (anche fisicamente) lo struggimento psicofisico di una madre annientata dal troppo amore, bravo e "particolare" Adam Driver, in certe inquadrature affascinante e in altre orribile, e non mi riferisco alle riprese "grandangolari" che ad un certo punto sembrano voler entrare veramente all'interno dei protagonisti.
Incisiva la colonna sonora di Nicola Piovani.