17 ago 2015

Fuochi d'artificio in pieno giorno

I soliti misteri d'Italia, strano che Lucarelli (Carlo, non Selvaggia) non ne abbia mai parlato. 
Per una volta che i traduttori non fanno danni, limitandosi a tradurre letteralmente il titolo originale cinese (白日焰火 - Bai Ri Yan Huo) ci pensano i distributori a regalare al film vincitore di Berlino 2014 (Orso d'oro e miglior attore) un'uscita nel periodo più desolante e mortificante dell'anno. 
Cosa che, tutto sommato ha i suoi lati positivi, se sei in città ad agosto e, come ogni settimana, devi scegliere il film del giovedì. 
Il film di Ynan Diao è un noir, genere che da queste parti è sempre apprezzato, anche se si ha l'impressione che il regista più che seguire gli intricati sviluppi della vicenda criminale si preoccupi più di indagare nei complessi meandri dell'animo umano.
Ma.
Siccome sono una cialtrona, nella mia mente si era insinuata l'idea di vedere qualcosa che potesse avvicinarsi a titoli come "memories of murder" piuttosto che "I saw the devil", che, oltre ad essere coreani e non cinesi, sono - lo dico? lo dico - di un altro livello, ragion per cui io e la (ex) bionda a fine visione eravamo un po'... meh. Nonostante continui a leggere ovunque riferimenti ad una fotografia stupenda e ad un uso delle immagini  suggestivo, devo dire che non sono rimasta particolarmente affascinata. Mi ha colpito invece la desolante bruttezza delle ambientazioni, di una tristezza estrema. Come tristi sono le esistenze di tutti i protagonisti della vicenda, soli, disillusi, senza futuro, che si muovono in un paesaggio angosciante, degradato, disperato e livido, nonostante lo spiazzante finale pirotecnico.
Il film inizia nel 1999, con i pezzi di un cadavere che vengono ritrovati in diverse miniere di carbone sparse per il paese. La polizia, capitanata dall'ispettore Zhang Zili, indaga. Totalmente a cazzo, aggiungerei. Durante il fermo di due sospettati tamarrissimi, che andrebbero incriminati solo per oltraggio al buon gusto, la situazione - a proposito di totalmente a cazzo - degenera, e Zhang, ferito, si ritrova ad essere l'unico superstite della sua squadra.
Il tempo di percorrere un sottopassaggio e ci ritroviamo catapultati nel 2004, Zhang a seguito del tragico epilogo di quel caso, ovviamente rimasto irrisolto, ha lasciato la polizia, si è dato all'alcool e alla sicurezza privata. Incontrando dei vecchi colleghi scopre che stanno indagando su due nuovi casi di omicidio. Come cinque anni prima i cadaveri sono stati fatti a pezzi, ed entrambi i morti sono in qualche modo collegati alla vedova della prima vittima, quella del 1999.
Mentre la polizia indaga, un po' meno a cazzo ma sempre con dei picchi di incapacità mai visti, Zhang inizia a seguire la donna, e fra i due si instaura un rapporto tanto enigmatico quanto laconico.
Non aggiungo altro per non togliervi il piacere della visione.
Sempre che di piacere si tratti.

1 commento:

  1. In questo caso poi il titolo originale mi sembra molto più appropriato rispetto a quello inglese... :)

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