Da quando la poison mamma si è dichiarata inabile al lavoro (ad ogni tipo di lavoro), la sottoscritta ha dovuto cercarsi una sarta. E l’aveva pure trovata. Comoda, vicino all’ufficio, brava, puntuale, precisa ed onesta.
Ma, siccome la fortuna è cieca e la sfiga ci vede benissimo, a fine anno la sarta è tornata in Romania. E così la Poison, che il giorno di Pasqua si è sistemata davanti all’armadio e ha iniziato a provare tutti i pantaloni in esso contenuti, si è resa conto che erano tutti drammaticamente larghi. Una quindicina sono finiti in mansarda, quattro paia sono finiti in distribuzione alle amiche, e altri quattro, appunto, alla ricerca di una nuova sarta.
La trovi. Anche questa relativamente vicino al tuo ufficio. Non propriamente economica, ma decidi comunque che comprarti altri quattro paia di pantaloni ti costerebbe di più. Provi, metti, togli, infili, sfili, misuri, lasci un acconto e lei ti dice: “passa mercoledì”.
La trovi. Anche questa relativamente vicino al tuo ufficio. Non propriamente economica, ma decidi comunque che comprarti altri quattro paia di pantaloni ti costerebbe di più. Provi, metti, togli, infili, sfili, misuri, lasci un acconto e lei ti dice: “passa mercoledì”.
Tu mercoledì passi, e lei non ha fatto un cazzo.
Nel mentre vieni anche abbordata da un ultra degli Arditi, che ti vuole conoscere a tutti i costi perchè sei una bella donna (che se continuano a ripetermelo tutti i giorni, va a finire che inizio a crederci pure io). Ritieni che non sia il caso, che di andare allo stadio ti sei rotta i coglioni un po’ di anni fa. Ripassi il giorno dopo, e lei è chiusa.
Il venerdì la trovi, ti dice che ha dei problemi e ti ordina di passare lunedì alle 15.30. Le fai notare che non sei una libera professionista e che a quell’ora sei in ufficio.
Allora eccezionalmente ti dice di passare lunedì nella pausa pranzo, che lei ci sarà.
Lunedì era l'altro ieri. E in pausa pranzo io ero davanti al suo negozietto. Da sola. Davanti ad una serranda abbassata.
Decidi di uscire un po’ prima martedì mattina, così sei sicura di beccarla.
E’ fuori dal negozio che fuma. Lavorare sembra brutto, evidentemente.
Ti guarda e dice “e chi sa quante maledizione tu mi ha tirato ieri! Però proprio non ce l’ho fatta a arrivare. E non avevo numero (e allora che cazzo me lo hai chiesto a fare quando ti ho lasciato i pantaloni?) e ho pensato pazienza, che tanto non ho fatto tempo di fare niente”.
Inutile dire che tu la pazienza l’hai persa da un pezzo. Ma, invece di darle una testata ti esibisci in un sorriso stitico e le dici “vorrà dire che passerò un’altra volta, tanto non ho un cazzo da fare”.
“Tu viene domani e prova”.
Bella, io viene domani se riesco, che, ti ripeto, non son qua a portare il culo a passeggio. Alzi i tacchi e te ne vai.
Decidi di andare al supermercato a comprare l’acqua. Fai tutto il percorso, come negli autogrill, arrivi al fondo e la “tua” acqua non c’è. In pratica sei veramente uscita per portare il culo a passeggio. Quando esci incontri R., una tua vecchia conoscenza biblica con cui solevi trovarti al mercoledi per guardare le partite di Champions. (R. era il fidanzato di S., una tua collega nonché amica. Quando si sono lasciati è stata lei a “raccomandartelo”. Gentile da parte sua, no?). Sta andando in palestra. Baci abbracci, gli chiedi se ha ancora sentito S., risponde che sta bene, è ancora sposata con P. e adesso corre e si è data alle maratone. Ti fa vedere il suo ultimo tatuaggio. Non ricordavi ne avesse. Del resto sono passati un po’ di anni. Obbietta che quello sulla schiena ce l’aveva senz’altro. Gli fai notare che sicuramente ha avuto molte più occasioni lui di vedere quello che hai tu sulla schiena, piuttosto che il contrario. Ci mettiamo a ridere, gli fai vedere il tatuaggio fatto venerdì, ti chiede il significato, rispondi che così quando fai sesso fai due punti. E lui ribatte che i due punti li faccio anche senza, che di me conserva un ottimo ricordo. Ti definisce “scatenata”. Ti viene da ridere, anche se, pensando alle tue ultime, scarse, deludenti prestazioni sarebbe più opportuno piangere. Del resto non è colpa tua se val più la pratica della grammatica…
Alla fine torni in ufficio. Non hai concluso niente, ma almeno sai che c’è qualcuno che di te conserva un ottimo ricordo.
Che non è nemmeno poco, se ci pensi.
No, decisamente non è poco
RispondiEliminabuona giornata e buona fortuna con la sarta
ciao Stress! eh, ne avrò bisogno, che mi ha già fatto inchianare i cazzi, quella! ;)
RispondiEliminaOh.... ma sti pantaloni non se li sarà venduti? Sob!
RispondiEliminaPoteva essere una giornata di merda invece hai incontrato uno che velatamente ci ha provato con te...
RispondiEliminaSei proprio fortunata :(
@libby: mi sta venendo il dubbio, che quando li stavo misurando continuava a ripetere "oh, ma questi son proprio belli!!!" :(
RispondiElimina@ragno: che culo, eh?
RispondiEliminaSì perchè nessuno si ferma mai a parlare con me facendo allusioni sessuali
RispondiEliminasi ma sarta è improponibile!!!
RispondiElimina@semper: hai ragionissima, infatti lasciami ritirare i pantaloni che ha in ostaggio e col piffero che mi becca una seconda volta!
RispondiEliminadai manda a me che te li sistemo io.
RispondiEliminaIn questi giorni sto meditando di prendermi un lanciafiamme,appena arriva te lo presto per la sarta!!!!
RispondiEliminaL'ottimo ricordo comunque fa benissimo all'autostima!:D
@distratta: uh, che pensiero gentile! manda, manda, che ne farò senz'altro buon uso...
RispondiEliminae per quanto riguarda l'ottimo ricordo... la mia autostima, che è un po' carogna, lo valuta per quello che è: solo un ricordo, e anche un po' sbiadito.
Urge cambiare sarta. Per l'autostima, capisco bene... oggi anche io ne ho avuta una iniezione...
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