La mia banca, a natale, al posto del calendario, mi ha regalato il noleggio di un film su Chili.
Viene quasi spontaneo pensare ad un istituto di credito ligure sull'orlo del commissariamento, per un simile afflato di generosità, lo riconosco. E invece no, la mia banca è differente.
Comunque.
Voi conoscete Chili? Io ne ignoravo l'esistenza fino al giorno in cui l'ho trovato preinstallato sulla mia tv. E' una piattaforma di film on demand, senza abbonamenti né vincoli. Tu paghi solo per il film che vuoi vedere, sia che tu decida di noleggiare il film, sia che tu decida di acquistarlo. La scelta - se si esclude il fatto che non esiste quasi mai la possibilità di vedere i film in v.o., non è pessima, al momento ti offrono in visione BLACKKKLANSMAN a 2.99€, per dire. E ogni tanto fanno anche delle promozioni per noleggiare e/o acquistare film al 50%. Infatti, approfittando di una di queste offerte, l'anno scorso ho acquistato Get Out, pagandolo una cifra ridicola.
E no, non l'ho ancora visto.
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Ma torniamo al regalo, che non è nient'altro che un codice, che ti consente di non pagare quello che hai scelto. Il problema è che solitamente il codice è valido su una determinata selezione di titoli, che non sono MAI prime visioni, vuoi che anche la mia banca vada dal culo, forse?
Il più delle volte si tratta di film che tu hai già visto al cinema, oppure che non hai alcuna intenzione di vedere, o che non hai mai sentito nominare. Però, nel mezzo di tutta sta cinematografia scrausa, c'era appunto Molly's game, che al cinema, per questo, quello e quell'altro motivo avevo perso.
Molly's game è un film del 2017, che segna l'esordio alla regia di Aaron Sorkin, che, per il suo debutto dietro la macchina da presa sceglie di adattare il libro autobiografico di Molly Bloom "Molly's Game: From Hollywood's Elite to Wall Street's Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker", iniziando fortunatamente a ridurne il titolo.
Ma chi è Molly Bloom?
Molly Bloom è una giovane donna del Colorado, che, dopo aver interrotto - a causa di un infortunio - una promettente carriera sciistica, decide, prima di iscriversi all'università, di prendersi un anno sabbatico, e si trasferisce a Los Angeles. Almeno, questo succede nel film, in quanto nella vita vera la Bloom facilmente si è trasferita a LA dopo aver conseguito una laurea con lode in scienze politiche. Ma direi che a noi poco importa.
Quello che ci importa sapere è che Molly è determinata, e quando si prefigge un obiettivo non deve solo riuscirci, deve vincere. Perché per lei, cresciuta ed allenata da un esigente padre psicologo, "l'importante è partecipare" è una roba da sfigati, non esiste. Così, appena arrivata a LA trova lavoro come barista, e un giorno conosce Dean, uomo di affari nel ramo immobiliare che la assume come segretaria disponibile h24. Gli affari di Dean vanno abbastanza male, ma questo non gli impedisce di organizzare, al Cobra Club (*) settimanali partite di poker a cui partecipano importanti personaggi, più o meno famosi (attori, giocatori, registi, politici, ecc.ecc.) E un giorno Dean chiede a Molly di convocare i giocatori per l'imminente partita.
L'avesse chiesto a me, avrei fatto le chiamate, partecipato alla serata servendo drink e alla fine sarei tornata a casa con le mance e la cosa sarebbe finita lì. Perché io non sono Molly Bloom, ma, soprattutto, perché di poker capisco una mazza fionda.
Molly invece tiene i conti, osserva i giocatori e impara. La sua presenza alle partite diventa una costante, fino al momento in cui Dean le dice che smetterà di pagarla perché sta già guadagnando già abbastanza con le mance. Molly decide quindi di mettersi in proprio, ed inizia ad organizzare partite per conto suo, muovendosi sempre ai limiti della legalità, infatti pare che la donna non abbia mai preso un centesimo di percentuale sulle giocate.
Ma ad un certo punto, oltre ad una concentrazione eccessiva di testosterone, arriva pure la mafia russa. E le cose iniziano a precipitare.
Il film inizia con l'irruzione dell'FBI a casa della Bloom e il conseguente arresto, nonostante Molly sia "uscita dal giro" già da un paio d'anni. La vediamo quindi rivolgersi all'avvocato Jaffey (Idris Elba) che, nonostante la diffidenza iniziale, cercherà, tramite il racconto della donna, di organizzare la sua difesa.
Il film è quindi un continuo susseguirsi di salti avanti e indietro nel tempo, (detti anche retro-lampi) per seguire la scalata al successo nel mondo delle bische clandestine da parte della Bloom.
Tutti bravi, a partire dalla Chastain, per finire con Idris Elba, passando per Michael Cera nel ruolo del Giocatore X (**).
Molly's Game è un film dove parlano, parlano, parlano, parlano, dialoghi serrati e quasi ininterrotti. Sì, c'è il poker, ma rimane quasi sullo sfondo. E nei rari momenti in cui non ci sono dialoghi, c'è la voce fuori campo.
Ma, tutto sommato, nonostante non sia un film né perfetto né memorabile, non mi è dispiaciuto. L'ho capito perché, guardandolo comodamente spalmata sul divano, non mi sono nemmeno addormentata.
Molly's game è un film del 2017, che segna l'esordio alla regia di Aaron Sorkin, che, per il suo debutto dietro la macchina da presa sceglie di adattare il libro autobiografico di Molly Bloom "Molly's Game: From Hollywood's Elite to Wall Street's Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker", iniziando fortunatamente a ridurne il titolo.
Ma chi è Molly Bloom?
Non guardare me, io sono Jessica Chastain! |
Molly Bloom è una giovane donna del Colorado, che, dopo aver interrotto - a causa di un infortunio - una promettente carriera sciistica, decide, prima di iscriversi all'università, di prendersi un anno sabbatico, e si trasferisce a Los Angeles. Almeno, questo succede nel film, in quanto nella vita vera la Bloom facilmente si è trasferita a LA dopo aver conseguito una laurea con lode in scienze politiche. Ma direi che a noi poco importa.
Quello che ci importa sapere è che Molly è determinata, e quando si prefigge un obiettivo non deve solo riuscirci, deve vincere. Perché per lei, cresciuta ed allenata da un esigente padre psicologo, "l'importante è partecipare" è una roba da sfigati, non esiste. Così, appena arrivata a LA trova lavoro come barista, e un giorno conosce Dean, uomo di affari nel ramo immobiliare che la assume come segretaria disponibile h24. Gli affari di Dean vanno abbastanza male, ma questo non gli impedisce di organizzare, al Cobra Club (*) settimanali partite di poker a cui partecipano importanti personaggi, più o meno famosi (attori, giocatori, registi, politici, ecc.ecc.) E un giorno Dean chiede a Molly di convocare i giocatori per l'imminente partita.
L'avesse chiesto a me, avrei fatto le chiamate, partecipato alla serata servendo drink e alla fine sarei tornata a casa con le mance e la cosa sarebbe finita lì. Perché io non sono Molly Bloom, ma, soprattutto, perché di poker capisco una mazza fionda.
Molly invece tiene i conti, osserva i giocatori e impara. La sua presenza alle partite diventa una costante, fino al momento in cui Dean le dice che smetterà di pagarla perché sta già guadagnando già abbastanza con le mance. Molly decide quindi di mettersi in proprio, ed inizia ad organizzare partite per conto suo, muovendosi sempre ai limiti della legalità, infatti pare che la donna non abbia mai preso un centesimo di percentuale sulle giocate.
Ma ad un certo punto, oltre ad una concentrazione eccessiva di testosterone, arriva pure la mafia russa. E le cose iniziano a precipitare.
Il film inizia con l'irruzione dell'FBI a casa della Bloom e il conseguente arresto, nonostante Molly sia "uscita dal giro" già da un paio d'anni. La vediamo quindi rivolgersi all'avvocato Jaffey (Idris Elba) che, nonostante la diffidenza iniziale, cercherà, tramite il racconto della donna, di organizzare la sua difesa.
Il film è quindi un continuo susseguirsi di salti avanti e indietro nel tempo, (detti anche retro-lampi) per seguire la scalata al successo nel mondo delle bische clandestine da parte della Bloom.
Tutti bravi, a partire dalla Chastain, per finire con Idris Elba, passando per Michael Cera nel ruolo del Giocatore X (**).
Molly's Game è un film dove parlano, parlano, parlano, parlano, dialoghi serrati e quasi ininterrotti. Sì, c'è il poker, ma rimane quasi sullo sfondo. E nei rari momenti in cui non ci sono dialoghi, c'è la voce fuori campo.
Ma, tutto sommato, nonostante non sia un film né perfetto né memorabile, non mi è dispiaciuto. L'ho capito perché, guardandolo comodamente spalmata sul divano, non mi sono nemmeno addormentata.
che sia messo agli atti che io non sono solo bravo, son pure bono |
- (*) il "Cobra Club" nella realtà non è altro che il Viper Room, locale notturno sulla Sunset Strip, tristemente famoso per essere il locale in cui, il 31 ottobre 1993, morì River Phoenix.
- (**) il Giocatore X, stando alle cronache, dovrebbe essere Tobey occhidaporcatroia McGuire. Non mi capacito.
Io con i film dove parlano, parlano, parlano, parlano ci vado a nozze. Il mio debole per Sorkin mi ha fatto quindi adorare questo film, che perfetto non è, ma che dialoghi che ha tirato fuori!
RispondiEliminaIo, pur non avendolo adorato, l'ho comunque apprezzato parecchio!
EliminaPerché non guardare questo film qui https://filmsenzalimiti.page/ Il sito è buono e si adatta a me personalmente, che consiglio anche a te.
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