21 feb 2019

Riassunti dalla 69° Berlinale (3)



Siccome non ho trovato il biglietto per un film sudafricano che mi sarebbe piaciuto vedere, ho deciso di non  guardare neanche il film cinese che avevo programmato a  seguire e - approfittando della giornata di sole (ma con un fastidiosissimo ventodimmerda) mi sono concessa una mezza giornata da turista, per passeggiare lungo la East Side Gallery, che in teoria è quello che rimane del muro di Berlino, ma in pratica è diventata la più lunga galleria d'arte all'aperto del mondo.

La East Side Gallery si trova sulla Mühlenstrasse, a lato del fiume Sprea. Sorge fra la stazione Berlin Ostbahnhof e la fermata della metropolitana di Warschauer Straße, nel quartiere di Friedrichshain, e molti dei suoi graffiti sono diventati ormai famosissimi, come la mitica Trabant che sfonda il muro e il cui nome è passato da "Test the Best" a "Test the Rest", o il bacio tra Honecker e Breznev diventato famoso come "the mortal kiss". 

Test the Rest  (Birgit Kinder)
The Mortal Kiss (Dmitri Vrubel)
Finita la passeggiata (la EAG è lunga 1,3 km) mi sono spinta fino alla Porta di Brandeburgo, ma la folla era troppo folla per i miei gusti e non mi sono nemmeno avvicinata; sono tornata a cazzeggiare nella zona dello Zoo, entrando al Bikini Berlin, che è un centro commerciale con negozi fighetti e cari come il fuoco, così mi sono limitata a fare una passeggiata sul terrazzo e a guardare le scimmie. Come mi diverto io poca altra gente, immagino. 
E poi, tanto per cambiare, sono tornata al cinema.

Breve historia del planeta verde (Brief Story from the Green Planet)
Santiago Loza


Film argentino che sulla carta mi aveva dato l'impressione di una commedia divertente. E invece è un film bizzarro, sull'amicizia di tre persone, Pedro, Daniela e Tania, che decidono di esaudire l'ultimo desiderio della nonna di Tania, appena morta, che aveva passato i suoi ultimi anni in compagnia di un piccolo alieno viola. E quindi i tre compiono un viaggio attraverso il paese trasportando il piccolo alieno all'interno di una valigia, per riportarlo "a casa". 

Complicity - Kei Chikaura


Film che fa parte della rassegna "Culinary Cinema", e, per vederlo, mi sono sacrificata alla visione dello spettacolo delle 22.00, che per me solitamente è tardissimo! 
Chen Liang è un ragazzo cinese che vive clandestinamente in Giappone, e si arrabatta vivendo di piccoli furti ed espedienti con un gruppo di ragazzi nelle sue stesse condizioni. Ma, deciso a migliorare la sua vita, un giorno compra un documento falso, assumendo l'identità di un'altra persona, e, nei panni di questa persona, riceve un'offerta di lavoro che ovviamente accetta, accettando anche tutti i rischi che la cosa comporta.
E si ritrova a lavorare in un ristorante tradizionale di soba, gestito da un anziano maestro (interpretato da Tatsuya Fuji) e da sua figlia. Per Chen Liang è l'inizio di una nuova vita, e poco a poco si guadagna la fiducia del proprietario del ristorante, nonostante il rischio che la sua vera identità venga scoperta e lui venga rimandato in Cina.
Il film è un raro esempio di co-produzione Cina-Giappone, ed è assolutamente degno di visione.  

6 commenti:

  1. A questo giro direi di preferire il tuo di "film" ;)

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  2. Oh, non c'è volta in cui vado a Berlino che non passo a fare un giro per la East Side Gallery, anche perchè l'hotel dove lavora mia sorella è proprio lì affianco.

    Quanto ai film, nonostante un amore crescente per il Giappone e i suoi film culinari (consiglio -non richiesto- la serie Netflix "Midnight Diner"), resto in Argentina per una storia così strana da incuriosire.

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    1. Se devo essere sincera è l'unica "attrazione" di Berlino che mi interessava vedere, e devo dire che mi è molto piaciuta. Oltretutto non c'era quasi nessuno e ho potuto fotografare indisturbata.

      Mi segno "midnight diner", comunque!

      Il film Argentino dura appena 75', quindi si vede in scioltezza! Però se ti dovesse mai capitare, Complicity guardalo!

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  3. Complicity è proprio uno dei miei, spero che uscirà qui da noi.

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