Siccome questo è un blog di (in)dubbia (in)utilità, gestito da una vecchia zitella all'occorrenza acida e un po' stronza, che, da anni, seguendo una terapia a scalare, come i tossici, è riuscita ad uscire dal tunnel del regalo obbligato, approfitto dell'avvicinarsi delle feste per riciclare (no. Non i regali. Lo so che la tentazione di sbarazzarsi del tostapane a pedali che vi ha regalato la zia è forte, ma no. Non si fa. Chiaro?) un vecchio post pubblicato sul vecchio blog, perché c'è crisi, e anche se il natale arriva comunque, non sentitevi in obbligo di fare regali a persone di cui non vi frega una beata minchia solo perché è natale. Perché alla fine voi avrete buttato tempo e soldi, e il destinatario del vostro impegno sarà costretto ad esibirsi nel peggiore dei sorrisi di circostanza dopo aver assunto abbondanti dosi di anti-emetico.
E soprattutto non correte il rischio di farvi portatori sani del REGALO INUTILE.
Se non ti è ancora capitato, stai tranquillo, che prima o poi arriva: il regalo inutile è da sempre il miglior modo di augurare Buon Natale in tutta letizia; è capace di stare in agguato come una spada di Damocle anche per anni, ma prima o poi colpisce sempre, e anche più volte.
Caratteristiche del regalo inutile: è inutile. Può sembrare pleonastico, ma va detto. Ci sono regali inutili che a prima vista sembrano utili, tanto da indurre ad esclamare il ricevente "Che bello, ne ho sempre desiderato uno, mi serviva proprio!". Ma ben presto il tapino scoprirà che per quell'oggetto non esiste alcun uso che si avvicini vagamente al razionale.
a) E' inutile per definizione. Il regalo inutile è inutile in quanto tale e non per un guasto o un malfunzionamento: è stato concepito così, in tutta la sua inutile inutilità.
b) E' orrendo. Se anche può, per sbaglio, essere di una minima utilità, l'aspetto quantomeno pacchiano ne scoraggia comunque l'uso.
c) E' estremamente costoso. Il valore effettivo dei suoi componenti, tutti made in PRC, è circa un decimo del prezzo di vendita, a voler esagerare.
d) Si fa solo tra parenti, vicini di casa e, se siete particolarmente sfortunati, tra colleghi d'ufficio. Solo questi, infatti, sono dotati di quel briciolo di sano sadismo che spinge a regalare oggetti il cui unico scopo è portare via spazio negli armadi e nelle cantine. E ogni volta che il mittente vi verrà a trovare, voi sarete costretti ad andare a ripescare il regalo che vi ha fatto in mezzo a tonnellate di cianfrusaglie, togliergli la patina di polvere dei secoli e a metterlo in bella mostra.
e) E' indistruttibile. Per quanto distratti voi cerchiate di essere, non riuscirete mai a farlo cadere. E se anche ci riuscirete, il maledetto cadrà addosso ai vostri bicchieri preferiti, distruggendoli e uscendone ancora integro. I regali inutili, come le blatte, sono destinati a durare nei secoli, e rappresenteranno un bel dilemma per gli archeologi del futuro.
Esempi di regali inutili.
Il vassoietto: è un piccolo vassoio di ceramica dipinto spesso dalle manine sante di chi ve lo regala. Quando il regalante non è esattamente un piccolo emulo di Caravaggio o Vermeer, si passa al decoupage, con disegni di colibrì che recano ortensie e/o crisantemi più grandi di loro nel becco. A causa delle ridotte dimensioni, sul vassoietto non ci sta nulla, ma al contempo è troppo grande per essere usato come portacenere o come contenitore di piccoli oggetti.
La cravatta: una cravatta può anche essere utile; una cravatta di Marinella può anche essere bella. Scordatevelo. Una cravatta di Natale non lo sarà mai. La cravatta di Natale è dotata di quelle decorazioni al cui confronto un maglione tirolese diventa sobrio, vale a dire nell'ordine: una riga di stambecchi, una riga di fiocchi di neve, una riga di slitte con renne, una riga di abeti, una riga di babbinatale, una riga di boh, e via che si ricomincia. La cravatta di Natale potrebbe essere usata spiritosamente a Capodanno, per impiccarsi al balcone mentre state tentando di far precipitare quei cazzo di babbinatale rampicanti.
La candela farlocca: è bizzarramente in legno o ceramica, anche la fiamma è finta, dipinta a mano da valenti artigiani della Val Gardena (in realtà bambini cinesi che lavorano h24 7/7 in uno scantinato umido della Brianza). Ovviamente - essendo farlocca - non può essere accesa. I modelli peggiori sono dotati di un carillon e appena li sfiori, come i maiali di peluche in Autogrill, iniziano a suonare "Ai se eu te pego!". Solitamente smettono solo dopo il 6 gennaio, ma c'è chi giura di aver sentito cassonetti dell'immondizia suonare Ai se eu te pego anche a ferragosto, in Versilia.
Il tagliacarte: ha il manico di legno o argento intarsiato con gli stessi motivi della cravatta. Ovviamente, essendo inutile, non taglia alcun tipo di carta, ma lascia solchi sottili e dolorosissimi sulle mani, tipo foglio.
Il calendarietto: non ha i nomi dei giorni, ma solo numeri, tutti in nero e messi un po' a cazzo, in modo che non riesci nemmeno ad individuare i week end. Le fotografie (artistiche, ça va sans dire) rappresentano bambini tirolesi nell'atto di scambiarsi teneramente mazzi di stelle alpine al tramonto di fianco ad un gregge di caprette o bambini africani che giocano a tirarsi l'immondizia negli slum di Nairobi, o bambini siciliani con la coppola, mentre mangiano la pizza, suonano il mandolino e sfanculano il fotografo. Non si può appendere in alcun modo: l'ultima pagina è di cartoncino sagomato in modo da essere piegato all'indietro per fare da supporto, ma ogni dieci minuti si ripiega e il calendario cade.
Il beauty case: è' un bauletto grosso come un televisore Brionvega in bianco e nero da 14 pollici, pesante come un televisore a colori da 33 pollici e costoso come un televisore al plasma da 100 pollici. All'interno è foderato di simil-velluto rosso e piombo pressofuso, i modelli deluxe sono isolati in amianto. Contiene quattro confezioni di mascara da un grammo l'una nei colori moda giallo canarino, giallo taxi, giallo twingo e giallo ittero, ombretti dai colori talmente sparati che nemmeno le più laide baldracche di Calcutta, e un pennellino lungo due centimetri, che inizia a perdere le setole nel preciso istante in cui lo levi dal suo alloggiamento.
Le saponette: sono sempre dispari, tre o cinque, come le rose, o i confetti. Confezionate in scatole di plastica semirigida trasparente a forma di cuore, di girasole, di coccinella o di stercorario. Hanno profumi un po' forti, al punto che se le aprite prima di aver iniziato il pranzo, rischiate di mangiare un panettone che sa di lavanda, di rosmarino o di muschio bianco. Come se non bastasse hanno solitamente la forma di frutta, tipo fragola, limone o banana, che - naturalmente - non corrisponde mai alla profumazione originale (fragole alla lavanda, banane al rosmarino e limoni al muschio bianco). C'è gente che è entrata in analisi.
Dopo qualche tempo, esattamente come la frutta, assumono un tipico colore verde marcio e ammuffiscono.
Il bouquet: è un'allegra composizione che ricorda molto da vicino le corone funebri, solo un po' più triste. E' composta da fiori secchi estremamente friabili, che lasciano ovunque un plancton di scagliette rosse, viola e gialle. E brillantini.
Le presine: sono ricamate a mano dalla nonna cieca di chi ve le regala, con motivi esclusivamente natalizi e isolano dal calore delle pentole con l'efficacia di un foglio di carta velina, o forse un po' meno. Di solito sono coordinate con grembiuli che, per dimensioni, sembrano usciti dalla magica cucina della Barbie, o strofinacci che si inzuppano subito senza asciugare nulla, il tutto nella medesima fantasia.
Dischi/CD: che, va detto, come regalo potrebbe essere interessante, se conosci i gusti musicali della persona a cui è indirizzato. Per dire, se mi regali un CD dei Calexico o di Ben Harper mi fai davvero piacere, già con Alessandra Amoroso e Michael Bublè mi tocca sfoggiare il più classico dei sorrisi di circostanza. Ma, non dimenticatelo, è natale: vuoi non regalare una compilation con le più classiche fra le classiche canzoni natalizie? Rigorosamente riarrangiate. Si possono trovare per pianoforte solo, xilofono a pedali, per orchestra dixieland, big jazz band, stile gospel (a cappella o con accompagnamento di organo), flamenco, macarena, cantate da famosi tenori, o da scrausi gruppi rap francesi. Gli artisti appaiono in copertina mascherati da Babbo Natale (berretto e barba bianca), ma in smoking. O a dorso nudo nel caso degli scrausi gruppi rap francesi.
I servizi da liquore: sono costituiti da una piccola caraffa di cristallo e da due o più bicchierini. I bicchierini contengono una dose di liquore appena sufficiente per il criceto di vostro figlio, se fosse astemio. Nessuno riempie mai la caraffa, dato che è molto più comodo tenere il liquore nella bottiglia originale. A ogni modo, l'imboccatura della caraffa rende l'operazione impossibile anche con l'uso di imbuti da chimico.
La penna: una Montblanc? Scordatevela. Regolarmente o troppo grossa o troppo piccola per essere impugnata, nei casi migliori è a forma di Babbo Natale, in quelli peggiori riproduce un presepe napoletano del Settecento. L'inchiostro è appena sufficiente per uno scarabocchio di prova.
ll dosaspaghetti: si presenta sotto le apparentemente innocue sembianze di un piccolo vassoio traforato. I buchi, di diverso diametro, dovrebbero lasciar passare solo la quantità di pasta desiderata. Grazie al genio dei progettisti, questo oggetto è l'ideale per quanti anelano a pavimentare la cucina con un tappeto di spaghetti.
Le cornici d’argento: sono estremamente raffinate orribili, impreziosite da decorazioni floreali barocche e art deco (una commistione di stili che rende ancora più impegnativa la già difficile digestione del pranzo di Natale). E' impossibile farci stare una foto di dimensioni standard, a meno di non tagliarla seguendo l'alloggiamento, che solitamente ha la sagoma di un istrice focomelico. Le cornici più leggere pesano dai 15 ai 20 kg. Cadono spesso, ammaccando mobili e scheggiando piastrelle.
I sali da bagno: di diversi colori, o fluorescenti o in tonalità pastello, sono contenuti in allegre confezioni di vetro a forma di violino, di anfora etrusca, di cornucopia romana, di unicorno o di fatina con le ali. Dovrebbero essere profumati. Effettivamente impestano qualunque cosa sfiorino, ma al momento di usarli davvero il loro odore svanisce miracolosamente. In compenso lasciano strisce indelebili rosse e verdi sul fondo della vasca da bagno.
Le scatole di cioccolatini: il numero di cioccolatini contenuto, solitamente di qualità che va dal mediocre allo scadente, è inversamente proporzionale alle dimensioni della scatola stessa. I cioccolatini, massimo 12 ad esagerare, sono incartati in una stagnola colorata le cui scaglie rimarranno nell'ambiente per secoli, assieme alle blatte di cui ho accennato all'inizio. Il ricevente è destinato a non poterne assaggiare nemmeno uno, dato che è costretto ad offrirli agli altri (che, data la qualità da mediocre a scadente, passeranno il 26 dicembre chiusi in bagno in preda ad atroci dolori, maledicendo voi e tutti i vostri parenti).