1 ago 2011

Luglio col bene che ti voglio (sei finito anche tu)...

Alla fine la proposta indecente è arrivata.
Spegnete subito le luci rosse, che tanto non si parla di sesso droga & rock’n’roll, ma di cibo. Che tanto i piaceri della tavola hanno preso il posto di quelli del letto, da un po’ di tempo a questa parte. E no, non me ne sto facendo un vanto, è una semplice constatazione. Che poi io sia assolutamente disponibile a mangiare in camera e a trombare in cucina è un altro discorso. Che non affronterò.
Non ora. Non qui.
Dove andiamo, dove non andiamo, ma voi due ve la tirate, ma figurati, io faccio finta, io no me la tiro davvero, alle 20.30 va bene? ok, prenoto.
Buonasera, avete un tavolo per quattro per sabato sera alle 20.30?
Bene, grazie, arrivederci.
Il sabato mi vede assente ingiustificata in piscina e costretta nei panni della casalinga, ma, se non altro, senza quella fastidiosa ricrescita che turbava il mio senso estetico. Soprattutto dopo che mi è stato detto che sono un po’ civetta. Quando io credevo di essere un’oca. Cialtrona, fra l’altro, razza pregiata.
Poi, all’orario e indirizzo prestabilito, le due donne che se la tirano, l’uomo che lo pensa e ce lo dice pure e la sua splendida donna si ritrovarono e, ancor prima di far partire il giro di baci e saluti, si guardarono perplessi scoppiando a ridere. Perchè all’indirizzo del ristorante c’era effettivamente un ristorante, ma non IL ristorante che noi (ehm, io) avevamo prenotato. Cosa facciamo, cosa non facciamo, ci baciamo e salutiamo e poi entriamo.
Va bene che siamo a fine luglio e oggi era giornata da bollino rosso in autostrada per via del signor Esodo, ma insomma.
Si avvicina un cameriere, e gli dico: “Probabilmente noi abbiamo una prenotazione, ma...” lui, che se non altro è onesto, ci dice “...ma avete prenotato da Carlo. Non è più qui, però anche noi facciamo pesce...”
(e avete il locale deserto, qualcosa vorrà pur dire, aggiungerei io se non fossi il gran pezzo di diplomatica che sono).
“Magari la prossima volta, ormai abbiamo prenotato di là...”
E ci incamminiamo verso la nuova sede del ristorante. Che ha smesso i panni della trattoria un po’ rustica priva di un menu stampato e che accetta solo contanti per diventare un locale spazioso, luminoso ed elegante ma senza strafare, con un (signor) menu e una delizioso POS in bella vista all’ingresso. E, signori, mentre il prosecco superiore evaporava lento, noi ci siamo goduti una gran cena. Nonostante la presenza di un donnino col calzino in lamè, degna compagna dell'emulo di Gil Cagnè col calzino a righe. Che sarà pur vero che dio li fa e poi li accoppia, ma se ogni tanto si limitasse ad accopparli non sarebbe meglio?
E così ieri, per smaltire gli stravizi, ho disertato di nuovo la piscina, e sono andata in montagna. Oddio, montagna, eravamo a 1000 metri. E’ già montagna a quell’altezza lì? e... ho giocato a pallavolo. E pure discretamente. Che non so se vale lo stesso discorso della bicicletta, che quando hai imparato non te lo dimentichi, comunque i miei legamenti sono ancora tutti apparentemente interi, e riesco a deambulare come niente fosse.

7 commenti:

  1. a me è venuta fame...ma a me viene sempre fame...sarà che sono allergica ll'attività fisica?

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  2. è che di fronte a un piatto così non si può restare indifferenti. Quando me l'hanno portato io un po' mi sono pure commossa, ripensando ai tempi in cui non riuscivo a mangiare niente che avesse gli occhi... :)

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  3. Uffffffaaaaaaaa!!!!!!!!! Io sto ancora a dieta............

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  4. ma è pesce crudo, la dieta approverebbe! ;)

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  5. Hai ragione, ma ho un po' di diffidenza verso il pesce crudo!!!!!!! Forse perchè la prima volta che mi sono avventurata non è che mi sia piaciuto più di tanto... è sempre vero che non è detto che se la prima volta è andata male, poi non possa migliorare (e il paragone non riguarda solo il cibo!!!!!!!)

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  6. io concedo sempre una seconda possibilità... :)

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