La serata cinema scatta al giovedì.
Ieri sera avevamo programmato di andare a vedere l’ultimo film di Mike Leigh, “Another Year”. Che, a dirla tutta, a me ispirava come una puntata di Voyager sottotitolata in urdu. E, se vogliamo pure rincarare la dose, l’ultimo film del regista, “Happy Go Lucky”, l’avevo abbastanza patito, a cominciare dalla protagonista, quella Poppy ottimista sempre e comunque che se la incontri una mattina che hai i cazzi inchianati ti vien voglia di prenderla a roncolate sul coppino.
Comunque, il film iniziava alle 19.45 e io non ce l’ho fatta ad arrivare in tempo.
Vuoi perchè sono uscita dalla palestra alle 19.10, vuoi perchè attorno al cinema era la festa nazionale del divieto di sosta causa riprese cinematografiche, vuoi perchè quando la sfiga si accanisce la donna soccombe ecc.ecc.
Ma, essendo furba come una faina, avevo già pronto il piano B: recuperare “We Want Sex”, che non avevo ancora visto e che al Massimo ieri sera proiettavano in lingua originale. Quindi, per essere pignoli io ho visto “Made in Dagenham”.
Per una strana coincidenza la protagonista del film è Sally Hawkins , che, guarda caso, ha interpretato anche l’odiosa Poppy di cui parlavo prima.
Il film si ispira a fatti reali, e narra dello sciopero messo in atto sul finire degli anni ’60 dalle 187 operaie della ford di Dagenham che iniziarono la loro protesta a seguito del declassamento ad operaie non qualificate, proseguendo ad oltranza lo sciopero, rivendicando la parità di livello salariale per le donne, fino ad allora fortemente discriminate.
Nonostante i rappresentanti sindacali vagamente doppiogiochisti le donne riuscirono ad attirare l’attenzione del ministro del lavoro Barbara Castle, che due anni dopo varò l'equality pay act, la legge che sancisce il diritto all'uguaglianza salariale.
Ieri sera avevamo programmato di andare a vedere l’ultimo film di Mike Leigh, “Another Year”. Che, a dirla tutta, a me ispirava come una puntata di Voyager sottotitolata in urdu. E, se vogliamo pure rincarare la dose, l’ultimo film del regista, “Happy Go Lucky”, l’avevo abbastanza patito, a cominciare dalla protagonista, quella Poppy ottimista sempre e comunque che se la incontri una mattina che hai i cazzi inchianati ti vien voglia di prenderla a roncolate sul coppino.
Comunque, il film iniziava alle 19.45 e io non ce l’ho fatta ad arrivare in tempo.
Vuoi perchè sono uscita dalla palestra alle 19.10, vuoi perchè attorno al cinema era la festa nazionale del divieto di sosta causa riprese cinematografiche, vuoi perchè quando la sfiga si accanisce la donna soccombe ecc.ecc.
Ma, essendo furba come una faina, avevo già pronto il piano B: recuperare “We Want Sex”, che non avevo ancora visto e che al Massimo ieri sera proiettavano in lingua originale. Quindi, per essere pignoli io ho visto “Made in Dagenham”.
Per una strana coincidenza la protagonista del film è Sally Hawkins , che, guarda caso, ha interpretato anche l’odiosa Poppy di cui parlavo prima.
Il film si ispira a fatti reali, e narra dello sciopero messo in atto sul finire degli anni ’60 dalle 187 operaie della ford di Dagenham che iniziarono la loro protesta a seguito del declassamento ad operaie non qualificate, proseguendo ad oltranza lo sciopero, rivendicando la parità di livello salariale per le donne, fino ad allora fortemente discriminate.
Nonostante i rappresentanti sindacali vagamente doppiogiochisti le donne riuscirono ad attirare l’attenzione del ministro del lavoro Barbara Castle, che due anni dopo varò l'equality pay act, la legge che sancisce il diritto all'uguaglianza salariale.
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