La settimana scorsa, mentre le mie amiche recuperavano "la bella gente", io andavo a vedere "Partisan", film australiano, diretto dall'esordiente Ariel Kleiman, interpretato da Vincent Cassel, ambientato in Georgia (quella incastrata fra Russia, Turchia e Azerbaigian, non quella americana con capitale Atlanta).
La lezione di geografia è finita, andate in pace.
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Siete ancora qua? Ma che carini, grazie!
Allora vi parlo anche del film, contenti?
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Siete ancora qua? Ma che carini, grazie!
Allora vi parlo anche del film, contenti?
Periferia desolata (molto desolata) di un luogo qualunque. Desolato .
Inizialmente credevo potesse essere una qualsiasi favela brasiliana, altro che Georgia.
Il che significa che potremmo essere ovunque, o da nessuna parte, oggi, come in un futuro prossimo o in un passato recente.
Siamo in questo non tempo non luogo e vediamo un uomo, di spalle, che raccatta oggetti e li porta in un posto, e poi lo vediamo, sempre di spalle, che assembla mobili e suppellettili.
La scena si sposta nel reparto maternità di un ospedale fatiscente, dove una donna, che porta sul viso i segni dei maltrattamenti subiti, ha appena dato alla luce un bimbo. E Gregori le si avvicina e le snocciola un repertorio di frasi da bacio perugina zen che non convincerebbero nemmeno quella rimbambita di mia zia Dina, ma tant'è.
Inquadratura su torta corredata da candeline.
Sono passati 11 anni, ed oggi è il compleanno di Alexander, che Gregori considera il suo figlio adottivo prediletto.
Già.
Perché l'uomo di spalle che raccattava oggetti anni prima, nel tempo ha costituito una piccola comunità in cui ha raccolto donne, giovani e meno giovani, con un passato - si suppone, dato che non se ne fa mai riferimento - di abusi e violenze, e i loro figli. tutti insieme appassionatamente.
Gregori è bravo, è giusto, è buono, e tutte le donne e tutti i ragazzini lo adorano e lo rispettano, in questa comunità dove funziona tutto secondo le sue regole, e dove - essendo l'unica figura maschile, sai che fatica - diventa il riferimento per tutti, incontrastato re del suo regno, dove le brutture del mondo esterno non arrivano. e i ragazzini crescono sereni, fra giochi e tabelloni su cui appiccicare stelline dorate come premio. per le attività svolte, che vanno dal giardinaggio, al karaoke, all'omicidio su commissione.
Alexander è il migliore, il più obbediente, il più curioso, il più intelligente, e proprio per questo, quando nella comunità viene accolta una giovane donna con il figlio Leo, succede qualcosa che lo porta a mettere in discussione tutto quello in cui aveva creduto, iniziando proprio dal "carismatico" leader Gregori.
Un film sicuramente non perfetto, forse ambizioso, ma allo stesso tempo interessante e affascinante.
E molto bravo l'esordiente Jeremy Chabriel nel ruolo di Alexander.
Inizialmente credevo potesse essere una qualsiasi favela brasiliana, altro che Georgia.
Il che significa che potremmo essere ovunque, o da nessuna parte, oggi, come in un futuro prossimo o in un passato recente.
Siamo in questo non tempo non luogo e vediamo un uomo, di spalle, che raccatta oggetti e li porta in un posto, e poi lo vediamo, sempre di spalle, che assembla mobili e suppellettili.
La scena si sposta nel reparto maternità di un ospedale fatiscente, dove una donna, che porta sul viso i segni dei maltrattamenti subiti, ha appena dato alla luce un bimbo. E Gregori le si avvicina e le snocciola un repertorio di frasi da bacio perugina zen che non convincerebbero nemmeno quella rimbambita di mia zia Dina, ma tant'è.
Inquadratura su torta corredata da candeline.
Sono passati 11 anni, ed oggi è il compleanno di Alexander, che Gregori considera il suo figlio adottivo prediletto.
Già.
Perché l'uomo di spalle che raccattava oggetti anni prima, nel tempo ha costituito una piccola comunità in cui ha raccolto donne, giovani e meno giovani, con un passato - si suppone, dato che non se ne fa mai riferimento - di abusi e violenze, e i loro figli. tutti insieme appassionatamente.
Gregori è bravo, è giusto, è buono, e tutte le donne e tutti i ragazzini lo adorano e lo rispettano, in questa comunità dove funziona tutto secondo le sue regole, e dove - essendo l'unica figura maschile, sai che fatica - diventa il riferimento per tutti, incontrastato re del suo regno, dove le brutture del mondo esterno non arrivano. e i ragazzini crescono sereni, fra giochi e tabelloni su cui appiccicare stelline dorate come premio. per le attività svolte, che vanno dal giardinaggio, al karaoke, all'omicidio su commissione.
Alexander è il migliore, il più obbediente, il più curioso, il più intelligente, e proprio per questo, quando nella comunità viene accolta una giovane donna con il figlio Leo, succede qualcosa che lo porta a mettere in discussione tutto quello in cui aveva creduto, iniziando proprio dal "carismatico" leader Gregori.
Un film sicuramente non perfetto, forse ambizioso, ma allo stesso tempo interessante e affascinante.
E molto bravo l'esordiente Jeremy Chabriel nel ruolo di Alexander.
Sicuramente non perfetto, rimane tutto un po' in superficie, ma nel complesso l'ho trovato interessante. Se e quando lo vedrai verrò a leggere le tue impressioni! :)
RispondiEliminaTi dirò che se fosse stata la Georgia ammerigana probabilmente l'avrei snobbato, invece grazie alla lezione di geografia, che ci ha regalato una collocazione spaziale della pellicola al principio dell'articolo, ho proseguito nella lettura trovando il film potenzialmente interessante.
RispondiEliminaQuindi la lezione di geografia è stata utile! :)
EliminaEffettivamente il film ha del potenziale, spesso forse un po' trattenuto, ma rimane interessante.
uh, lo devo vedere!
RispondiEliminaMa dai?
Eliminae tu quando vai al cinema non mi inviti mai :D
Eliminama tu lo sai che noi ogni giovedì, puntuali come degli orologi a cucù, andiamo al cinema... e non penso mai che tu, dal bdcdp, abbia voglia di prendere e venire a Torino, per quanto eccitante possa essere l'idea di vedere un film in nostra compagnia... :)
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