Lunedì 4 maggio
Eravamo rimasti ad Arles, che purtroppo, la mattina del 4 maggio, abbiamo dovuto abbandonare per tornare a casa. Che il momento in cui bisogna tornare arriva sempre. A meno di schiantarsi in autostrada durante il tragitto, ma anche lì, a casa in qualche modo ci tornerai comunque.
Anche la colazione offerta da Le Vagabonde è stata apprezzata, quindi posso dire che tutti e tre i B&B scelti per questo breve viaggio meritano la promozione.
Ovviamente anche oggi abbiamo in programma qualche tappa.
La prima è Les Baux-de-Provence, borgo di nemmeno 500 abitanti arroccato su uno sperone roccioso, dove non puoi entrare in auto ma devi parcheggiare all'esterno del paese.
E qua scatta il vantaggio del giorno feriale, in quanto siamo riuscite ad arrivare fino all'ingresso, lasciando l'auto in un parcheggio semideserto. E a pagamento. Tariffa unica per tutto il giorno 5€, sia che tu ti trattenga un'ora o tutto il giorno, da pagare ai parcometri. Quindi cercate di avere con voi della moneta.
Se fossimo venute qua nel week end sicuramente non saremmo riuscite a parcheggiare così vicino, e ci saremmo ritrovate a camminare per le strade lastricate del paese cercando di scansare le persone, senza riuscire a vedere nulla.
Siccome non si possono avere tutte le fortune, il tempo non è bellissimo, ma noi ci accontentiamo. Che, se devo scegliere tra formicaio con sole e deserto con nuvole, io scelgo la seconda. Simpatia portami via.
Entriamo in un negozio di cappelli, ne provo uno molto carino che mi sta anche bene, ma sinceramente spendere 70€ per un cappello che - se tutto va bene - metterò un paio di volte, mi sembra un po' inutile, soprattutto pensando ai TRE panama (tre) comprati in Ecuador che giacciono nel mio armadio, uno dei quali, fra l'altro, non è mai uscito dalla sua scatola. Mentre dicevo queste cose alla bionda interviene il negoziante per spiegarmi che i migliori Panama non arrivano dall'Ecuador ma vengono prodotti in Francia.
Allora.
Io capisco. che tu sei lì per vendere i tuoi prodotti, ma non è che se mi prendi per il culo in maniera così sfacciata io mi convinco ad acquistare un cappello che non mi serve, l'avesse anche intrecciato Maria Antonietta in persona con le dita dei piedi. E un po' come se io ti facessi credere che la nduja è un prodotto tipico di Bolzano.
Abbandoniamo il negoziante e i suoi cappelli, e anche Les Baux.
Saliamo in auto e regalo il biglietto del parcheggio ad un signore che mi stava chiedendo informazioni al proposito. Lui si sorprende molto e mi ringrazia ancor di più e io, per oggi, sono a posto con la buona azione quotidiana.
Siccome è presto decidiamo di arrivare fino ad Aix en Provance, che inizialmente non avevamo previsto nel nostro itinerario. Per arrivarci passiamo attraverso diversi paesini, uno più grazioso dell'altro, e a St.Cannat ci fermiamo per una sosta "tecnica". Prendiamo un caffè, facciamo due passi e ripartiamo.
Arriviamo ad Aix totalmente impreparate, lasciamo l'auto in un parcheggio e iniziamo a girare seguendo il nostro metodo più collaudato: totalmente a cazzo.
Fa decisamente caldo, e la cosa ci piace.
Vaghiamo per le vie del centro, piene di negozi MOLTO interessanti, ma siamo stranamente bravissime e riusciamo, evitando di indurci in tentazione reciproca, a non spendere nemmeno un centesimo. Conoscendomi, sono quasi esterrefatta.
Consultiamo Tripadvisor per cercare un posto per il pranzo raggiungibile senza dover fare km, e la nostra scelta ricade su Fanny's che ci sfama con un ottima tartare.
Torniamo sui nostri passi e abbandoniamo anche quest'angolo di Provenza, adesso si torna davvero a casa.
Decidiamo di fare un pezzo di autostrada fino a Forcalquier, dove ci fermiamo perchè all'andata il posto ci era sembrato carino. Facciamo due passi, ci inerpichiamo fino alla cittadella, guardiamo il panorama, scendiamo nuovamente in paese, ci concediamo la nostra Leffe quotidiana che - incredibilmente - finisce in un nanosecondo, probabilmente è evaporata per via del caldo, e via, di nuovo in macchina.
Prendiamo l'autostrada fino a Gap, e da lì ci rimettiamo sulla statale. Che ci vuole? Un attimo e sei ad Embrun, da lì a Briançon che ci vuole? Praticamente sei quasi a casa.
Un par de ciufoli.
Io e la bionda siamo bravissime a distrarci, quindi è possibile che ci siamo perse un indicazione del navigatore, che ad un certo punto, ricalcolando, ci ha suggerito di girare a sinistra. Noi abbiamo guardato la strada, che era una di quelle stradine strette che sembrano portare in mezzo al nulla, quindi, siccome siamo anche presuntuose e supponenti, abbiamo irriso il navigatore e abbiamo proseguito dritto.
Il navigatore che avevo sull'altra auto avrebbe iniziato a intimarmi frasi del tipo "fate inversione a U, tornate indietro appena potete, tornate indietro appena potete, tornate indietro appena potete, GRANDISSIMA ZOCCOLA, TI DECIDI A TORNARE INDIETRO?"
Quello che c'è su questa invece è molto più mansueto, lui abbassa gli occhi mogio e si mette a ricalcolare il percorso.
Dopo aver stabilito che ho il navigatore modello "Slave", ci siamo ritrovate a percorrere la strada che costeggia la diga sul Durance, quella che forma il lago di Serre-Ponçon. Avanzavamo con il muro alla nostra destra e faceva paurissima.
Però, quando siamo arrivate in cima, abbiamo potuto goderci questo panorama.
E poi, senza più sbagliare strada, siamo riuscite a tornare a casa, sane e salve.
E, dopo questa parentesi da travelbloggercialtrona, torno a fare quella che finge di saperne di cinema, fino alla prossima.
Arriviamo ad Aix totalmente impreparate, lasciamo l'auto in un parcheggio e iniziamo a girare seguendo il nostro metodo più collaudato: totalmente a cazzo.
Fa decisamente caldo, e la cosa ci piace.
Vaghiamo per le vie del centro, piene di negozi MOLTO interessanti, ma siamo stranamente bravissime e riusciamo, evitando di indurci in tentazione reciproca, a non spendere nemmeno un centesimo. Conoscendomi, sono quasi esterrefatta.
Consultiamo Tripadvisor per cercare un posto per il pranzo raggiungibile senza dover fare km, e la nostra scelta ricade su Fanny's che ci sfama con un ottima tartare.
Torniamo sui nostri passi e abbandoniamo anche quest'angolo di Provenza, adesso si torna davvero a casa.
Decidiamo di fare un pezzo di autostrada fino a Forcalquier, dove ci fermiamo perchè all'andata il posto ci era sembrato carino. Facciamo due passi, ci inerpichiamo fino alla cittadella, guardiamo il panorama, scendiamo nuovamente in paese, ci concediamo la nostra Leffe quotidiana che - incredibilmente - finisce in un nanosecondo, probabilmente è evaporata per via del caldo, e via, di nuovo in macchina.
Prendiamo l'autostrada fino a Gap, e da lì ci rimettiamo sulla statale. Che ci vuole? Un attimo e sei ad Embrun, da lì a Briançon che ci vuole? Praticamente sei quasi a casa.
Un par de ciufoli.
Io e la bionda siamo bravissime a distrarci, quindi è possibile che ci siamo perse un indicazione del navigatore, che ad un certo punto, ricalcolando, ci ha suggerito di girare a sinistra. Noi abbiamo guardato la strada, che era una di quelle stradine strette che sembrano portare in mezzo al nulla, quindi, siccome siamo anche presuntuose e supponenti, abbiamo irriso il navigatore e abbiamo proseguito dritto.
Il navigatore che avevo sull'altra auto avrebbe iniziato a intimarmi frasi del tipo "fate inversione a U, tornate indietro appena potete, tornate indietro appena potete, tornate indietro appena potete, GRANDISSIMA ZOCCOLA, TI DECIDI A TORNARE INDIETRO?"
Quello che c'è su questa invece è molto più mansueto, lui abbassa gli occhi mogio e si mette a ricalcolare il percorso.
Dopo aver stabilito che ho il navigatore modello "Slave", ci siamo ritrovate a percorrere la strada che costeggia la diga sul Durance, quella che forma il lago di Serre-Ponçon. Avanzavamo con il muro alla nostra destra e faceva paurissima.
Però, quando siamo arrivate in cima, abbiamo potuto goderci questo panorama.
E, dopo questa parentesi da travelbloggercialtrona, torno a fare quella che finge di saperne di cinema, fino alla prossima.
eh, sì, più o meno... diciamo che in giri così brevi l'aria di casa non fa nemmeno in tempo a mancarti che sei già tornato! :)
RispondiEliminaNon vi siete fidate del navigatore però che spettacolo!
RispondiEliminaAlla fine il percorso alternativo ci ha regalato panorami inaspettati, e lungo quella strada di montagna non c'era anima viva (evidentemente gli altri automobilisti, a differenza nostra, il navigatore lo ascoltano!!!)
EliminaCavoli, che bella avventura! Foto bellissime e i posti sembrano molto carini!
RispondiEliminaCiao Francesca, grazie!
EliminaE' stato un miniviaggio davvero interessante.
I posti sono davvero molto carini, te lo confermo!
a volte a perdersi ci sono dei vantaggi ;)
RispondiEliminasì, poi a "perdersi" in questo modo non si corre nemmeno nessun rischio, quindi è vero, a volte non è un male! :)
EliminaLo sapete, vero, che se nessuno ti cerca non ti sei perso? .-D
EliminaIl navigatore è progettato per innervosire, comunque.
RispondiEliminaMio padre adora i panama. E certo, ovvio che son prodotti in Francia, no? Infatti si dice "panamà"!
ma minchiA', c'hai ragione!!!! :)
Eliminainfatti io e la bionda lo guardavamo con un'aria un po' perplessa... anzi, perplessà! :)
Sai che stiamo iniziando a organizzare le ferie e abbiamo in mente in giro simile !?
RispondiEliminaSud della Francia? Bello!
EliminaUn viaggio in Framcis è sempre un'ottima scelta, secondo me! :)
Noi a volte contraddiciamo la Silvia(la voce del nostro navigatore) ingiuriandola,oppure impostiamo le destinazioni denominandole con parole scurrili solo per il divertimento di farle dire le sconciaggini XD
RispondiEliminaMi stai dicendo che non sono l'unica che si diverte a far incazzare il navigatore? ;)
EliminaNoi vediamo la Silvia come la versione della moglie di Galeazzi che faceva la Marchesini anni fa,non so se hai presente XD Cofana,occhiali a goccia,camiciola a fiori....ce la immaginiamo tutta agitata con 'ste cartine mentre tutta sudata ripete "ricalcolo!ricalcolo!"
EliminaE poi vuoi mettere denominare la destinazione "la mona de tu mare",e sentire il sintetizzatore vocale che dice "siete arrivati a(pausa)la mona de tu mare" XD XD XD
(42 anni,tutti in quel posto,sì ^^)
io il panama l'avrei comprato. perché un cappello, se c'è un cappello in vacanza, io lo compro. anche se non lo metterò mai
RispondiEliminaIo l'avrei comprato ad un altro prezzo, probabilmente.
Elimina(più basso, lo specifico che con te non si sa mai...)
:P
L'uomo dei cappelli è stato talmente paraculo che se non fosse costato 70 euri avresti dovuto comprarlo solo per la simpatia XD
RispondiEliminadiciamo che se il cappello avesse avuto un prezzo più ragionevole (rapportato alla sua inutilità nel mio guardaroba, non sto dicendo che fosse caro in senso assoluto) l'uomo dei cappelli non avrebbe dovuto esibirsi in quella paraculata perché l'avrei acquistato senz'altro!!! ;)
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