Ho una vera e propria passione per i mercati, e, quando viaggio, non manco mai di visitarne almeno uno. Ricordo ancora l'entusiasmo mio e della bionda di fronte al Queen Victoria Market, a Melbourne.
Sembravamo due bambine in un negozio di caramelle. O, in alternativa, due adulte che non avevano mai visto un mercato, scegliete voi. Quindi nel nostro viaggio in Vietnam abbiamo fatto in modo di programmare le tappe per non perderci la visita al famoso mercato domenicale di Bac Ha.
Sembravamo due bambine in un negozio di caramelle. O, in alternativa, due adulte che non avevano mai visto un mercato, scegliete voi. Quindi nel nostro viaggio in Vietnam abbiamo fatto in modo di programmare le tappe per non perderci la visita al famoso mercato domenicale di Bac Ha.
Come ho già detto, nei due giorni precedenti eravamo a Sa Pa, e la domenica mattina ci siamo spostate - con il bus compreso nel pacchetto acquistato su www.sapadiscoverytours.com - a Bac Ha.
A parte qualche piccolo problema logistico, risolto più o meno velocemente, alla fine siamo riuscite a partire, e, dopo un viaggio che io personalmente ho patito parecchio, ma solo perché ho trovato posto sull'ultimo sedile in fondo al bus, praticamente seduta sulla ruota, siamo finalmente arrivate a Bac Ha, che, per sei giorni la settimana è un paesino tranquillo, ma la domenica, grazie (o a causa) del mercato si trasforma in un vivace miscuglio di gente, con le donne delle varie etnie che, dalle vallate circostanti si riversano in paese nei loro inconfondibili abiti dai colori sgargianti per vendere e/o comprare merci di ogni tipo.
Il mercato è enorme, ed è diviso in aree differenti, e, come avevo già detto qualche giorno fa, nonostante l'afflusso dei turisti sia notevole, il "problema", se di problema vogliamo parlare, è costituito dalla presenza costante dei motorini, che rompono i coglioni vagano indisturbati tra la folla e i venditori.
Rialzata rispetto al resto del mercato c'è l'area destinata alla vendita degli animali: cavalli, maiali, bufali, polli, oche e... cani. Che non sono lì per essere venduti come animali da compagnia.
E lo so che - non essendo io vegetariana - non ho alcun diritto di mettermi a fare discorsi pseudo-moralisti sul fatto se sia giusto o sbagliato mangiare il cane (il maiale sì e il cane no? siamo sempre lì); in diversi paesi del mondo - dove alcune razze canine sono allevate appositamente per la macellazione - si tratta di tradizione culturale, mentre nei paesi occidentali questa tradizione non esiste.
Vicino alla zona di vendita degli animali c'è il reparto macelleria.
Chiunque sia andato all'estero almeno una volta in paesi con usi e costumi diversi da quelli occidentali sa che i reparti macelleria dei mercati possono creare qualche problema ai nostri occhi. Da noi l'ufficio di igiene (o l'ASL o chi per esso) li chiuderebbe in tempo zero, ma evidentemente in queste zone di mondo funziona diversamente, e la carne (o il pesce) accatastata sui banchi di legno, senza un minimo di rifrigerazione o di quelle che dovrebbero essere le più banali norme igieniche, è una costante. A Bac Ha ho visto, fra le altre cose, un ragazzo che stava tagliando la carne con la sua bella sigaretta in bocca. Ma, dopo che eserciti di mosche stazionano in pianta stabile sui vari tagli di carne, non sarà certo un po' di cenere a destare preoccupazione, no?
Non metto le foto perché non vorrei urtare la vostra sensibilità, ma vi lascio invece una panoramica della varia umanità che potrete incontrare al mercato. Sappiate che oltre a Bac Ha ci sono altri paesi che organizzano mercati, e che, se avete più tempo a disposizione di quanto non ne abbiamo avuto noi, meritano senz'altro una visita.
Vicino alla zona di vendita degli animali c'è il reparto macelleria.
Chiunque sia andato all'estero almeno una volta in paesi con usi e costumi diversi da quelli occidentali sa che i reparti macelleria dei mercati possono creare qualche problema ai nostri occhi. Da noi l'ufficio di igiene (o l'ASL o chi per esso) li chiuderebbe in tempo zero, ma evidentemente in queste zone di mondo funziona diversamente, e la carne (o il pesce) accatastata sui banchi di legno, senza un minimo di rifrigerazione o di quelle che dovrebbero essere le più banali norme igieniche, è una costante. A Bac Ha ho visto, fra le altre cose, un ragazzo che stava tagliando la carne con la sua bella sigaretta in bocca. Ma, dopo che eserciti di mosche stazionano in pianta stabile sui vari tagli di carne, non sarà certo un po' di cenere a destare preoccupazione, no?
Non metto le foto perché non vorrei urtare la vostra sensibilità, ma vi lascio invece una panoramica della varia umanità che potrete incontrare al mercato. Sappiate che oltre a Bac Ha ci sono altri paesi che organizzano mercati, e che, se avete più tempo a disposizione di quanto non ne abbiamo avuto noi, meritano senz'altro una visita.