Ci sono un sacco di cose da fare, la domenica mattina.
Restare sotto le coperte, ad esempio.
Andare a fare colazione in pasticceria.
Andare a camminare in montagna.
Io alle 9.30 entravo al cinema.
Per vedere Ai no mukidashi (Love Exposure), di Sion Sono. Ammetto che la durata del film (237 minuti) mi intimoriva un po’. Ma sinceramente pensavo peggio.
Diviso in capitoli, ognuno dei quali è dedicato a un personaggio, il film ruota intorno a Yu Honda, figlio di una coppia di ferventi cattolici. Quando la madre muore, il padre decide di farsi prete. Ma, in un eccesso di zelo, l’uomo pretende che il figlio si confessi ogni giorno. Il giovane Yu inizia ad inventarsi peccati per compiacere l’uomo, fino a quando incontra un gruppo di amici e, assieme a loro, inizia a fotografare gli indumenti intimi delle ragazze, pensando che, confessando questa perversione, renderà felice il padre.
Un giorno, dopo aver perso una scommessa, esce vestito da donna, ed incontra Yoko, di cui si innamora. Ma la matrigna della ragazza è la donna di cui è innamorato il padre di Yu, che vuole abbandonare i voti per poterla sposare. Nel frattempo nella vita dei due ragazzi piomba Koike, adepta della setta Chiesa Zero, che finirà col rapire la famiglia di Yu… Non manca nulla, sesso, fanatismo religioso, perversione, arti marziali, cultura pop… e quando scorrono i titoli di coda quasi ti stupisci che siano già passate quattro ore. E devi spostarti dal Reposi al Massimo, dove ti aspettano gli altri per la visione di Wrecked.
Che dura appena 90 minuti. Ma che ti sembra più eterno del film che hai visto prima. E’ proprio vero che tutto è relativo. Siamo in un bosco. C’è un tizio (Adrien Brody) in una macchina fracassata, dietro di lui un cadavere. Non ricorda niente (beato lui, verrebbe da dire) ed è incastrato nell’auto. Quando riesce a liberarsi trova una pistola e nel baule dell’auto una borsa piena di soldi. Si convince di essere l’autore della rapina… e, per un’ora e mezza va avanti e indietro nel bosco, fra cani, ragazze immaginarie e puma cattivissimi che purtroppo lo risparmiano. Mai una gioia. Finalmente il film finisce. E voi potete tornare al Reposi per vedere un film in concorso, il canadese “Le Vendeur”.
Che già l’idea che si possa vivere in un posto così innevato, dove aspettano che arrivino i -30° ti fa rivalutare gli inverni piemontesi… La storia ci mostra Marcel Lévesque, il miglior venditore di automobili della regione, che, ormai prossimo alla pensione, vive per il lavoro e per l’affetto della figlia e del nipote. Triste e lento. O tristemente lento. O lentamente triste.
Ma per fortuna ci aspetta una sorpresa.
Il primo film di Joe Cornish, Attack the block, ci porta nella periferia di Londra, dove un gruppo di ragazzi non propriamente di Oxford, mentre sta rapinando un’infermiera, viene distratto dalla caduta di un oggetto misterioso che si schianta su un’automobile parcheggiata. E’ un piccolo alieno, che dopo aver sfregiato il capo della banda, Moses (John Boyega, che potrebbe tranquillamente essere figlio illegittimo di Denzel Washington, tanta è la somiglianza) viene eliminato senza troppi scrupoli.
E questo è l’inizio di un’invasione aliena (per i mostri il regista si è ispirato al suo gatto) che i nostri “eroi” dovranno combattere, mentre devono anche tentare di difendersi dalla polizia e da una gang rivale. Satira splatter e fantascienza di serie B, per un film che diverte fino alla fine. Strepitoso.
La giornata finisce con l’anteprima di “Midnight in Paris”, ultimo lavoro di Woody Allen, dove un ottimo Owen Wilson, nei panni di Gil, uno sceneggiatore che aspira a diventare scrittore, si trova a Parigi con la fidanzata e i futuri suoceri. Il suo massimo desiderio sarebbe di rinascere nella Parigi di inizio secolo, e una sera, mentre cerca di ritornare in hotel, accetta un passaggio in macchina, e si ritrova catapultato nel bel mezzo di una festa con Cole Porter al pianoforte, mentre Zelda e F.Scott Fitzgerald conversano con Ernest Hemingway e lo convincono a seguirlo a casa di Gertrude Stein, dove troveranno Picasso, nuovo amante della conturbante Adriana, già musa di Modigliani. Fra sogno e realtà ritroviamo un Woody Allen in grande spolvero. Andatelo a vedere.
Restare sotto le coperte, ad esempio.
Andare a fare colazione in pasticceria.
Andare a camminare in montagna.
Io alle 9.30 entravo al cinema.
Per vedere Ai no mukidashi (Love Exposure), di Sion Sono. Ammetto che la durata del film (237 minuti) mi intimoriva un po’. Ma sinceramente pensavo peggio.
Diviso in capitoli, ognuno dei quali è dedicato a un personaggio, il film ruota intorno a Yu Honda, figlio di una coppia di ferventi cattolici. Quando la madre muore, il padre decide di farsi prete. Ma, in un eccesso di zelo, l’uomo pretende che il figlio si confessi ogni giorno. Il giovane Yu inizia ad inventarsi peccati per compiacere l’uomo, fino a quando incontra un gruppo di amici e, assieme a loro, inizia a fotografare gli indumenti intimi delle ragazze, pensando che, confessando questa perversione, renderà felice il padre.
Un giorno, dopo aver perso una scommessa, esce vestito da donna, ed incontra Yoko, di cui si innamora. Ma la matrigna della ragazza è la donna di cui è innamorato il padre di Yu, che vuole abbandonare i voti per poterla sposare. Nel frattempo nella vita dei due ragazzi piomba Koike, adepta della setta Chiesa Zero, che finirà col rapire la famiglia di Yu… Non manca nulla, sesso, fanatismo religioso, perversione, arti marziali, cultura pop… e quando scorrono i titoli di coda quasi ti stupisci che siano già passate quattro ore. E devi spostarti dal Reposi al Massimo, dove ti aspettano gli altri per la visione di Wrecked.
Che dura appena 90 minuti. Ma che ti sembra più eterno del film che hai visto prima. E’ proprio vero che tutto è relativo. Siamo in un bosco. C’è un tizio (Adrien Brody) in una macchina fracassata, dietro di lui un cadavere. Non ricorda niente (beato lui, verrebbe da dire) ed è incastrato nell’auto. Quando riesce a liberarsi trova una pistola e nel baule dell’auto una borsa piena di soldi. Si convince di essere l’autore della rapina… e, per un’ora e mezza va avanti e indietro nel bosco, fra cani, ragazze immaginarie e puma cattivissimi che purtroppo lo risparmiano. Mai una gioia. Finalmente il film finisce. E voi potete tornare al Reposi per vedere un film in concorso, il canadese “Le Vendeur”.
Che già l’idea che si possa vivere in un posto così innevato, dove aspettano che arrivino i -30° ti fa rivalutare gli inverni piemontesi… La storia ci mostra Marcel Lévesque, il miglior venditore di automobili della regione, che, ormai prossimo alla pensione, vive per il lavoro e per l’affetto della figlia e del nipote. Triste e lento. O tristemente lento. O lentamente triste.
Ma per fortuna ci aspetta una sorpresa.
Il primo film di Joe Cornish, Attack the block, ci porta nella periferia di Londra, dove un gruppo di ragazzi non propriamente di Oxford, mentre sta rapinando un’infermiera, viene distratto dalla caduta di un oggetto misterioso che si schianta su un’automobile parcheggiata. E’ un piccolo alieno, che dopo aver sfregiato il capo della banda, Moses (John Boyega, che potrebbe tranquillamente essere figlio illegittimo di Denzel Washington, tanta è la somiglianza) viene eliminato senza troppi scrupoli.
E questo è l’inizio di un’invasione aliena (per i mostri il regista si è ispirato al suo gatto) che i nostri “eroi” dovranno combattere, mentre devono anche tentare di difendersi dalla polizia e da una gang rivale. Satira splatter e fantascienza di serie B, per un film che diverte fino alla fine. Strepitoso.
La giornata finisce con l’anteprima di “Midnight in Paris”, ultimo lavoro di Woody Allen, dove un ottimo Owen Wilson, nei panni di Gil, uno sceneggiatore che aspira a diventare scrittore, si trova a Parigi con la fidanzata e i futuri suoceri. Il suo massimo desiderio sarebbe di rinascere nella Parigi di inizio secolo, e una sera, mentre cerca di ritornare in hotel, accetta un passaggio in macchina, e si ritrova catapultato nel bel mezzo di una festa con Cole Porter al pianoforte, mentre Zelda e F.Scott Fitzgerald conversano con Ernest Hemingway e lo convincono a seguirlo a casa di Gertrude Stein, dove troveranno Picasso, nuovo amante della conturbante Adriana, già musa di Modigliani. Fra sogno e realtà ritroviamo un Woody Allen in grande spolvero. Andatelo a vedere.
Cavolo che trama intricata Love Exposure, mi piace!
RispondiEliminaPiccola perla Attack the block, approvo!
Ma perchè non ti commentava nessuno?
Cavolo, ora sei invasa!
Sì, in effetti è abbastanza intrecciato, in tutti i sensi.
Eliminanon mi commentava nessuno perché all'epoca il blog "ufficiale" era da un'altra parte, e questi post li ho "trasferiti" quando ho deciso di stabilirmi qua definitivamente... e nessuno, a parte te, si è preso la briga di recuperarli! :)
Attack the Block: spacca di brutto!
RispondiEliminahai ragione@ ricordo che usciamo dalla sala contentissimi, dopo la visone!
EliminaQuei cosini neri come l'Abisso e pucciosi a loro modo erano teneri, un po' come riuscivano ad esserlo i Gremlins.
EliminaE' che i Gremlins, finché sono asciutti e al buio sono anche teneri, questi qua erano incarogniti h 24! :)
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