Mondiali di calcio del 1978. Argentina. Due giornalisti sportivi italiani vengono inviati a seguire l’evento. Uno dei due, Maurizio, ne approfitta per andare a trovare dei parenti e per consegnare dei soldi ad una donna, Ana, da parte dell’ex marito, che vive in Italia. Siamo negli anni della dittatura di Videla, che proprio con i mondiali di calcio tentò di guadagnare l’appoggio della popolazione. La vittoria di quel mondiale da parte della nazionale argentina permise a Videla di ricevere, nel momento della consegna della coppa del mondo, l’applauso della folla radunata al River Plate, alla faccia delle innumerevoli violazioni dei diritti umani che il regime stava perpetrando, dalle torture all'abrogazione dei diritti costituzionali, abolizione dei sindacati, sospensione di qualsiasi attività politica, sequestri di persona, sparizioni di massa. Ma torniamo al film. Nel momento in cui Maurizio incontra Ana se ne innamora, ignorando che la donna è impegnata nella lotta clandestina che tenta di opporsi alla dittatura. Maurizio inizia a sospettare che nel paese non sia tutto così tranquillo come appare quando il cugino Carlos – che i famigliari non vedranno più tornare a casa dopo che è uscito per andare ad un funerale – gli mostra delle foto che ha scattato di nascosto. Nel tentativo di capire di più – e grazie anche al perfido marito della cugina, che fa parte del regime, metterà nei guai Ana, e anche lui verrà arrestato. Film interessante, a cui però manca qualcosa.
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