8 mag 2009

State of play

Giornalismo, politica e intrighi.Il film inizia con una doppia esecuzione. Un giovane delinquente da strapazzo viene “giustiziato” con due colpi di pistola dopo un breve inseguimento, e rimane ferito gravemente anche un ignaro passante, colpevole di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, soltanto perché stava consegnando delle pizze.Il giornalista Cal McAffrey (un Russel Crowe imbolsito al quadrato) si reca sul luogo del delitto per avere maggiori dettagli. La scena si sposta sull’attraente Sonia Baker, seguendola dal momento in cui esce di casa fino al suo arrivo sulla banchina della metropolitana, fino all’istante in cui sopraggiunge il treno che la travolgerà. La ragazza era l’assistente di Stephen Collins, promettente politico a capo di una commissione che sta indagando su una società impegnata in operazioni di “difesa”, nonchè amico di McAffrey dai tempi del college. McAffrey, continuando ad indagare sull’omicidio iniziale, affiancato dalla giovane collega Della Frye, scoprirà un collegamento con la morte di Sonia, e inizierà a condurre un’indagine non priva di rischi. Kevin MacDonald, dopo il notevole “L’ultimo re di Scozia”, confeziona un altro buon film. Non sarà “Tutti gli uomini del presidente”, ma è sicuramente interessante, e il buon Crowe, da me mai particolarmente apprezzato, è indubbiamente bravo. Peccato non poter dire lo stesso di Ben Affleck, espressivo come un pezzo di pongo lasciato al sole.
 
 

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