Per fortuna, grazie alla mia memoria da pesce rosso, quando ho deciso di andare a vedere "Perfetti sconosciuti", ho rimosso il (grave) fatto che Paolo Genovese fosse lo stesso regista di "Tutta colpa di Freud", perché altrimenti, tracotantemente ripiena di pregiudizi, avrei sicuramente snobbato la visione.
E invece, a volte, essere rincoglionite aiuta. Perché "Perfetti sconosciuti" parte come un'innocua commedia per trasformarsi in un vero e proprio gioco al massacro.
La locandina del film riporta una frase di Gabriel Garcia Marquez: "ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta". E, siccome questa è una cosa che vale (più o meno) per tutti, quando la vita segreta viene a galla "succede un macello che aiutami a dir macello" (cit.)
Nel cast abbiamo Edoardo Leo, Valerio Mastrandrea, Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher, Marco Giallini, Kasia Smutniak e Anna Foglietta. Il film si svolge interamente in interni, se si escludono le brevi uscite sul balcone per ammirare l'eclissi di luna, durante una cena a casa di Eva e Rocco (Smutniak e Giallini) che hanno invitato gli amici "storici": Cosimo e Bianca (Leo/Rohrwacher), Lele e Carlotta (Mastandrea/Foglietta) e Peppe (Battiston), la cui ultima fiamma, Lucilla, che nessuno degli amici ha ancora conosciuto, non ha potuto partecipare perché malata.
Tra un bicchiere di vino e una battuta ad un certo punto Eva chiede agli amici di fare un gioco: mettere tutti i cellulari sul tavolo, rispondendo alle chiamate che riceveranno in vivavoce, facendo vedere i messaggi ricevuti e cosi via, perché sostiene che i cellulari sono diventati una specie di scatola nera per la vita di ognuno di noi.
E così, in un misto di indifferenza, riluttanza e preoccupazione, tutti accettano, al grido "ci conosciamo da sempre, non abbiamo segreti!" ma, man mano che la cena prosegue, ad ogni squillo, ad ogni notifica, ad ogni vibrazione, si scoprono cose più o meno imbarazzanti, che si tratti di piccole bugie innocenti, telefonate del capo, dell'ex fidanzato o dell'amico virtuale, scoprendo in questo modo che i segreti ci sono eccome.
Man mano che la cena prosegue la tensione aumenta, perché il gioco ha spezzato ogni equilibrio, e tutti i commensali scoprono loro malgrado i loro altarini, mostrando chi debolezze, chi meschinità, chi mentalità retrograde e intolleranti, tra continui colpi di scena ed equivoci in cui sono davvero in pochi a salvarsi.
Ne sento parlare abbastanza bene ma continua a non ispirarmi molto, al momento sono un attimo presa dall'ultimo rush finale prima di domenica notte.
RispondiEliminaIo quest'anno arrivo alla notte degli oscar abbastanza impreparata, ho visto la metà dei film candidati... :(
EliminaSono curiosa, ma temo la caduta nel radical chic...
RispondiEliminaTranquilla, non cade affatto da quelle parti, anzi! :)
EliminaTra le commedie italiesche di quest'anno è quella che mi è piaciuta di più
RispondiEliminail finale pirandelliano ha fatto emergere opinioni molto diverse nella nostra ballotta di cinefili: è avvenuto veramente il "gioco della verità" (e in questo caso come mai la padrona di casa ha ancora gli orecchini che aveva restituito irosamente al suo amante?) oppure il regista vuol farci vedere, con una storia ipotetica tipo SLIDING DOORS, cosa succederebbe se la nostra privacy fosse sistematicamente violata da quelle "scatole nere"?
(avresti dovuto scrivere SPOILER!) :)
EliminaComunque... la seconda che hai detto.
Io, che non avendo una vita sociale non ho nulla da nascondere, mi sono divertita un sacco. Poi ci sono momenti in cui prenderesti a testate uno qualsiasi dei protagonisti (a caso, tanto ce n'è per tutti!) per quanto è merda, e sono sicura che in molti - per alcune cose - si saranno immedesimati.
RispondiEliminaSempre più incuriosito da questo film...
RispondiEliminapenso che potrebbe piacerti.
Eliminao forse no.
:)
Sta avendo successo, forse perché hanno tutti uno scheletro nell'armadio o il contrario? A parte gli scherzi, potrebbe essere divertente...mi incuriosisce ;)
RispondiEliminaIl contrario lo escludo.
EliminaMagari non proprio tutti, ma sicuramente parecchi!
Avevo intenzione di non prenderlo nemmeno in considerazione, ma dopo la tua recensione credo che lo snobberò con riluttanza :-)
RispondiEliminaMi sembra un'ottima scelta! :)
EliminaPotrebbe essere divertente,magari se + avanti me lo buttano su Netflix ci dò un'occhiata :)
RispondiEliminaIo mi sono divertita! :)
EliminaChe sia vero che non si conosce del tutto una persona?
RispondiEliminaSono dell'opinione che la verità non debba mai venir fuori, nemmeno sotto tortura, per questo basta una seconda scheda telefonica abbinata ad un altro telefono.
Oppure:
Un tempo, quando uno aveva un segreto da nascondere, andava in un bosco. Faceva un buco in un tronco e sussurrava lì il suo segreto. Poi richiudeva il buco con del fango, così il segreto sarebbe rimasto sigillato per l'eternità.
Ciao Ragazza, un abbraccio. Sheltering
a me è piaciuto veramente tanto, ad un certo punto ho esclamato "il più pulito c'ha la rogna" e temo di averlo fatto anche con accento romanesco, tutta la sala ha riso :D
RispondiEliminaohhhhh l'ho visto anche io! però ne sono uscita un pò meh.....oddio è vero che per Giallini ho una passione senza fine (mi piacciono i maschi un pò...datati ecco)
RispondiEliminaVado a vederlo sabato, da me è arrivato solo adesso.
RispondiEliminaE per le commedie soft di Genovese - anche per Tutta colpa di Freud, che avevo trovato alquanto adorabile - ho un debole. Quanto mi rilassano e, magicamente, quanto sono ben recitate. Qui, con l'impianto alla Carnage e buoni attori di casa nostra nel cast, si alza l'asticella. ;)
Vado di sicuro. Adoro Battiston e Mastandrea insieme. Baci baci
RispondiEliminaRincoglionita tu? E che devo dire io? Bella la recensione di questo film. A proposito, come si intitola? Ahahahah! Bacio.
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