Questo post giace(va) tra le bozze dall'inizio del mese, ma, per un motivo o per l'altro, non sono mai riuscita a trovare il tempo per scrivere qualcosa di vagamente somigliante ad una recinzione. Se consideri poi che di tutti i (pochi) film che ho visto in questi primi giorni di 2016 ho parlato solo del primo, e ne ho una mezza dozzina in arretrato, potrei iniziare a soffrire di ansia da prestazione. Ovviamente no, ma sono un po' in affanno lo stesso.
So che quello che sto per dire suona strano, ma in questo gennaio il lavoro è riuscito ad allontanarmi dal cazzeggio bloggaro (o, se preferite, dal bloggheggio cazzaro), Mettici anche che una settimana di necrologi non si era mai vista, e che non ho fatto un post per Glenn Frey solo perchè altrimenti mi sembrava davvero di essere diventata un'agenzia di pompe funebri, che l'altra sera mentre tornavo a casa in macchina e stavo cantando Space Oddity a squarciagola mi son venute le lacrime agli occhi e avrete un resoconto breve quanto inutile della situazione.
Comunque, come sempre, chissenefrega.
Ultimo film visto nel 2015, nella stessa sala in cui vidi l'ultimo film del 2014.
So che quello che sto per dire suona strano, ma in questo gennaio il lavoro è riuscito ad allontanarmi dal cazzeggio bloggaro (o, se preferite, dal bloggheggio cazzaro), Mettici anche che una settimana di necrologi non si era mai vista, e che non ho fatto un post per Glenn Frey solo perchè altrimenti mi sembrava davvero di essere diventata un'agenzia di pompe funebri, che l'altra sera mentre tornavo a casa in macchina e stavo cantando Space Oddity a squarciagola mi son venute le lacrime agli occhi e avrete un resoconto breve quanto inutile della situazione.
Comunque, come sempre, chissenefrega.
Ultimo film visto nel 2015, nella stessa sala in cui vidi l'ultimo film del 2014.
Il titolo originale è "A perfect day", il titolo italiano, per motivi a me incomprensibili, è diventato "Perfect day"... Una cosa simile era già successa con il film di Audiard "IL profeta", che, nel titolo originale era "UN prophète", quindi, la mia domanda è (oltre a "perchè???") la seguente: Che problemi avete con gli articoli indeterminativi, signori traduttori dei titoli?
Sapendo che la domanda è destinata a rimanere senza risposta, fingo di essermene fatta una ragione e provo a parlarvi del film di Fernando León de Aranoa al suo debutto in lingua inglese (e francese, spagnola, serbo-croata...), che io - purtroppamente - ho visto doppiato.
A perfect day è un film che racconta la guerra servendosi dell'ironia.
La guerra è quella della ex Jugoslavia, e quindi dobbiamo tornare indietro di una ventina di anni, nel 1995, quando quell'assurdo conflitto stava per concludersi. Ed è proprio in quel periodo, "da qualche parte nei Balcani", che inizia il film.
Che racconta le peripezie di una squadra di operatori umanitari, impegnati a recuperare il cadavere di un uomo da un pozzo, prima che questo contamini l'acqua.
Ma la corda in uso a Mambru (Benicio del Toro) e al suo aiutante/interprete Damir (Fedja Stukan) si spezza proprio un attimo prima che il corpo venga estratto e bisogna ricominciare tutto da capo.
Però.
Bisogna trovare una nuova corda.
E la ricerca di un oggetto così banale dà vita ad un viaggio che coinvolge, oltre a Mambru e Damir, l'altra squadra, composta dall'alienato e fuori controllo B (Tim Robbins) e da Sophie (Melanie Thierry), francese, alla sua prima esperienza umanitaria a cui, dopo una riunione al quartier generale , dove la burocrazia non va di pari passo con buon senso, si unisce Katya (Olga Kuryklenko) che deve valutare se sospendere o meno la missione.
E, fra carcasse di vacche minate, un bimbo che sa dove si può trovare una corda - ovviamente non nel negozio che ne ha di ogni tipo ma non le vende - e lo rivelerà solo se Manbru lo aiuterà a trovare il suo pallone, seguiamo, nell'arco di 24 ore, le vicende dei protagonisti, che cercano in qualche modo di rendersi utili e di portare un briciolo di speranza nel prossimo, nonostante le difficoltà e le insidie che rendono quasi impossibile un'impresa apparentemente semplice.
E, dato che la perfezione non esiste, di fatto, non può esistere nemmeno un giorno perfetto.
A perfect day è un film che "gioca" con la guerra, anche se la guerra non si vede, e alterna momenti leggeri ad altri più drammatici, ma lo fa senza sciacallaggio e accanimento, quasi con pudore.
A perfect day è un film che racconta la guerra servendosi dell'ironia.
La guerra è quella della ex Jugoslavia, e quindi dobbiamo tornare indietro di una ventina di anni, nel 1995, quando quell'assurdo conflitto stava per concludersi. Ed è proprio in quel periodo, "da qualche parte nei Balcani", che inizia il film.
Che racconta le peripezie di una squadra di operatori umanitari, impegnati a recuperare il cadavere di un uomo da un pozzo, prima che questo contamini l'acqua.
Ma la corda in uso a Mambru (Benicio del Toro) e al suo aiutante/interprete Damir (Fedja Stukan) si spezza proprio un attimo prima che il corpo venga estratto e bisogna ricominciare tutto da capo.
Però.
Bisogna trovare una nuova corda.
E la ricerca di un oggetto così banale dà vita ad un viaggio che coinvolge, oltre a Mambru e Damir, l'altra squadra, composta dall'alienato e fuori controllo B (Tim Robbins) e da Sophie (Melanie Thierry), francese, alla sua prima esperienza umanitaria a cui, dopo una riunione al quartier generale , dove la burocrazia non va di pari passo con buon senso, si unisce Katya (Olga Kuryklenko) che deve valutare se sospendere o meno la missione.
E, fra carcasse di vacche minate, un bimbo che sa dove si può trovare una corda - ovviamente non nel negozio che ne ha di ogni tipo ma non le vende - e lo rivelerà solo se Manbru lo aiuterà a trovare il suo pallone, seguiamo, nell'arco di 24 ore, le vicende dei protagonisti, che cercano in qualche modo di rendersi utili e di portare un briciolo di speranza nel prossimo, nonostante le difficoltà e le insidie che rendono quasi impossibile un'impresa apparentemente semplice.
E, dato che la perfezione non esiste, di fatto, non può esistere nemmeno un giorno perfetto.
A perfect day è un film che "gioca" con la guerra, anche se la guerra non si vede, e alterna momenti leggeri ad altri più drammatici, ma lo fa senza sciacallaggio e accanimento, quasi con pudore.
Just a perfect day, you made me forget myself,
I thought I was someone else, someone good
Dalle mie parti è passato a dicembre, come anteprima, solo un giorno, mi pare un giovedì. Non sono riuscito a vederlo, spero ritorni in sala, perché la trama e il cast lo trovo interessantissimo ... a vedere la pubblicità sembra un film ben calibrato, e tu lo confermi.
RispondiEliminaQua è ancora in programmazione, e la cosa non può che farmi piacere. Se ti riesce recuperalo, merita senz'altro la visione.
EliminaNon ho visto il film,ma ho un adorazione sfrenata per la canzone di Lou Reed che citi <3 e su cantare Bowie e piangere,ti batto il cinque :/
RispondiEliminaIl film sembra interessante!Mi piace il plot.
Il film non è davvero niente male!
Eliminaoh quanto mi piacque!
RispondiEliminaah, signora mia, come ha ragione!
EliminaOh, bentornata alle recinzioni! Dunque, io sono in piena fase revAIval nell'ascolto di David Bowie tanto che non ho ancora ascoltato l'ultimo disco, e mi sovvengono un sacco di ricordi legati alla sua musica (per esempio mio nonno che sbottava: "ancora lì che ascolti Devid Boiu?" Sì, David Bowie era sardo, sapevatelo). Finito l'off topic, il film è bello, i personaggi simpatici senza essere perfetti, anzi, i dialoghi brillanti anche nelle peggiori situazioni e l'insensatezza della guerra viene fuori senza neanche nominarla (la guerra).
RispondiEliminaGrazie!
EliminaHai ragione, i personaggi non sono perfetti, e meno male, e il risultato è più che soddisfacente.
Non me lo aspettavo, ma pure io ho adorato questo film: leggero ma anche profondo, divertente e drammatico.
RispondiEliminaNe sono uscita soddisfatta, come non capitava da tempo!
Sono assolutamente d'accordo, anche riguardo alla soddisfazione!
EliminaNon sono riuscita a vederlo, ma lo cercherò (anche perché Benicio mi piace assai). La settimana scorsa sono andata a vedere "Le ricette della signora Toku" e te lo consiglio, anche se il titolo è fuorviante. In Giappone è uscito col titolo "HAN" (sulla locandina scritto con mano tremolante e incerta, che descrive bene il senso del film). Da noi è diventato una sorta di titolo da La prova del cuoco...ma perché???
RispondiEliminaCCiao cara, se riesci recuperalo, perchè sono abbastanza sicura che possa piacerti.
EliminaLe ricette della signora Toku l'ho visto e mi è tanto piaciuto, sulla traduzione assolutamente fuorviante del titolo sono ovviamente d'accordo con te.
Se vuoi, trovi la "recensione" qui:
http://viaggiandomeno.blogspot.it/2016/01/le-ricette-della-signora-toku.html
(non riesco più a inserire i link!)