20 ott 2015

La vita è facile a occhi chiusi

Ti sarà parso a te. 
Secondo me a occhi chiusi prima o poi batti una di quelle facciate che te ne ricordi per un pezzo, poi, per carità, ognuno . . . 


Commedia spagnola che, dopo aver fatto incetta di premi in patria, arriva da noi con i soliti due anni di ritardo (a Torino era passato all'ultimo Sottodiciotto), prende spunto da una storia vera, negli anni in cui la Spagna era ancora governata dal "generalissimo" Francisco Franco, in cui il professore di inglese  Juan Carrión intraprende un viaggio attraverso il paese per incontrare John Lennon.
Il titolo infatti "Living is easy with eyes closed" (misunderstanding all you see it's getting hard to be someone, but it all works out, it doesn't matter much to me) è preso dal testo di Strawberry Fields Forever, che Lennon iniziò a scrivere proprio durante la sua permanenza in Spagna.
Purtroppo ho visto il film doppiato, e nei vari passaggi in cui Antonio (la versione cinematografica di Carrión) dice al gestore della locanda "certo che voi parlate proprio strano" noi non possiamo far altro che credergli sulla fiducia, perché, di fatto, il doppiaggio appiattisce ogni differenza idiomatica dei protagonisti. 
Antonio, professore di inglese fan dei Beatles, insegna la sua materia usando le canzoni del gruppo inglese, e quando scopre che John Lennon è in Almeria per girare un film (Come ho vinto la guerra, di Richard Lester) decide che vuole incontrarlo ad ogni costo, e si mette in viaggio, a bordo della sua utilitaria. Lungo il tragitto incontra Belen, ragazza di Malaga "esiliata" dalla famiglia in un istituto di Madrid in quanto incinta e successivamente Juanjo, sedicenne scappato di casa per disobbedire al padre, poliziotto severo e autoritario, che gli ordina ti tagliarsi i capelli, troppo lunghi. 
L'improbabile terzetto arriva nei pressi del set cinematografico, e si stabilisce in una locanda vicino al bar gestito dal catalano, autoesiliatosi in quel luogo sperduto con un figlio handicappato, dopo essere stato abbandonato dalla moglie italiana. L'uomo offrirà un lavoro a Juanjo, i cui capelli sembrano essere un problema non solo per suo padre. Mentre seguiamo i tentativi di Antonio di accedere al set osserviamo anche le vicende degli altri protagonisti, un ritratto generazionale sempre pervaso di una leggera malinconia.

 

12 commenti:

  1. A me è molto piaciuto, visto al Sottodiciotto in v.o. (io te lo dissi...), l'ho trovato tenero, malinconico ma attraversato da una bella tensione, il regime di Franco è appena toccato in superficie (la scena a scuola all'inizio) ma è presente, i personaggi un filo ruffiani, ma credibili. E poi non è bella l'Almeria? Mi è venuta una gran voglia di andarci.

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    1. eh, ho capito, ma non avevamo voglia di aspettare lo spettacolo delle 22.00 per la v.o....
      pazienza... :)

      (io sono anni che voglio fare un viaggio on the road in Spagna....)

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    2. Ooooh sì fallo la Spagna è meravigliosa!!!!
      Noi ci siamo stati in primavera(prima o poi farò un post sul blog....ehm...),e già parliamo di tornarci ;)

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    3. io il viaggio su e giù per la Spagna l'ho fatto una decina d'anni fa ed è stato una meraviglia. peraltro dormire costa(va) abbastanza poco

      p.s.: quando ho letto Franco ho pensato a James, ho bisogno d'aiuto?

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    4. @Lazyfish: sì, ricordo benissimo le tue fantastiche foto su Instagram! :)

      @Dantes: ah ah ah ah! è possibile, sì! :)
      e comunque l'idea di un viaggio in spagna prima o poi la realizzo... (spero)

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  2. In un altro blog ho letto che è un film "furbetto", la trama mi interssa. Forse andrò a vederlo.

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    1. Probabilmente un po' furbetto lo è, ma non in maniera così smaccata, una visione la merita senz'altro...

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  3. Concordo con Tiz, un po' ruffiano, ma godibile. Comunque molto meglio l'altro spagnolo che ha vinto il Goya nel 2015: "La Isla minima", un giallo ambientato sulle rive del Guadalquivir nel 1980.

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    1. La isla minima fa parte dello sterminato elenco di titoli che prima o poi affronteró... (Chissà quando!)

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  4. Visto doppiato pure io, e ho faticato un po' prima di trovare simpatico Antonio causa parlantina esagerata e un non ché che sembrava viscidità. Con il finale però si é fatto perdonare tutto, e così il film merita sicuramente di esser visto.

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    1. Povero Antonio, io l'ho trovato tenero, un po' naif... sicuramente il doppiaggio ha penalizzato e appiattito il tutto, ma nel complesso resta comunque una pellicola gradevole...

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  5. Visto finalmente. Mi è piaciuto molto, l'ho trovato poetico e nostalgico. Ed è vero che Antonio, nella vita reale, sembrerebbe un tipo da cui stare alla larga, ma nel film non possiamo che adorarlo.

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