Nonostante l'argomento uscite cinematografiche in questa stagione lasci alquanto a desiderare, la settimana scorsa sono riuscita anche a tornare in sala per la visione di un film (anzi, un documentario) che si è rivelato davvero molto interessante, infatti tutte e tre (la tiz, la bionda e la sottoscritta) siamo uscite dalla sala parecchio soddisfatte. Cosa assolutamente non facile.
Ma Finding Vivian Maier (Alla ricerca di Vivian Maier, per una volta con la traduzione ce la siamo cavati abbastanza bene) racconta la storia di una donna misteriosa, e questo contribuisce a rendere il documentario per certi versi affascinante.
Il tutto ha inizio quando John Maloof, frequentatore abituale di aste, acquista un set di negativi sperando che gli possano servire per la realizzazione di un libro sulla storia di Chicago.
Giunto a casa scopre che ha acquistato una montagna di fotografie e pacchi di rullini fotografici mai sviluppati, tutti appartenenti a Vivian Maier. Cercando di scoprire qualcosa in più su quella donna, i cui scatti possiedono quel qualcosa in più che differenzia una semplice fotografia da una grande fotografia, Maloof cerca di entrare in possesso di tutti gli altri lotti appartenuti alla donna e che erano stati messi all'asta quel giorno.
Si ritrova con una quantità sterminata di materiale inedito, (150.000 rullini) mentre di Vivian Maier, scomparsa nel 2009, nessuno sembra sapere nulla.
Pubblicando alcune fotografie in rete, viene contattato da gente che ha avuto Vivian alle sue dipendenze come bambinaia, e, attraverso le interviste a queste persone, compresi i bambini ormai cresciuti che l'avevano conosciuta, forse senza mai conoscerla realmente, esce il ritratto sfaccettato di una donna che per tutti era una bambinaia, forse un po' eccentrica e riservata, ma sicuramente non una fotografa.
E invece Vivian Maier, sicuramente con un passato doloroso alle spalle (di cui non si saprà comunque nulla, se non che la madre era francese e che per un certo periodo aveva vissuto in Francia) riusciva a trovare il tempo per andare in giro con la sua Rolleiflex al collo immortalando soggetti e situazioni fra le più disparate, dal bambino in lacrime all'homeless, dalla signora dell'alta società in pelliccia al cestino dei rifiuti, tutte con una vena un po' tragica e dolorosa, come forse è stata la vita di questa donna, morta in solitudine e quasi vissuta nell'ombra, e che, per motivi noti solo a lei, non ha mai voluto far conoscere a nessuno la sua opera.
Le immagini che seguono sono state prese dal sito www.vivianmaier.com
Si ritrova con una quantità sterminata di materiale inedito, (150.000 rullini) mentre di Vivian Maier, scomparsa nel 2009, nessuno sembra sapere nulla.
Pubblicando alcune fotografie in rete, viene contattato da gente che ha avuto Vivian alle sue dipendenze come bambinaia, e, attraverso le interviste a queste persone, compresi i bambini ormai cresciuti che l'avevano conosciuta, forse senza mai conoscerla realmente, esce il ritratto sfaccettato di una donna che per tutti era una bambinaia, forse un po' eccentrica e riservata, ma sicuramente non una fotografa.
E invece Vivian Maier, sicuramente con un passato doloroso alle spalle (di cui non si saprà comunque nulla, se non che la madre era francese e che per un certo periodo aveva vissuto in Francia) riusciva a trovare il tempo per andare in giro con la sua Rolleiflex al collo immortalando soggetti e situazioni fra le più disparate, dal bambino in lacrime all'homeless, dalla signora dell'alta società in pelliccia al cestino dei rifiuti, tutte con una vena un po' tragica e dolorosa, come forse è stata la vita di questa donna, morta in solitudine e quasi vissuta nell'ombra, e che, per motivi noti solo a lei, non ha mai voluto far conoscere a nessuno la sua opera.
Le immagini che seguono sono state prese dal sito www.vivianmaier.com
ovvio che me lo persi. uh ma domani parlo di un'altra figata, a proposito di film usciti il tempo di un amen
RispondiEliminaconsiderato che è marchiato Feltrinelli Real Cinema niente niente lo recuperi su Laeffe.
EliminaAh già, no, che tu non c'hai la tv.
Niente niente lo recuperi in dvd... :)
Recupera Dantès, che merita assai! :-)
Eliminaeh, ma ne sono pressoché sicuro, era uno di quei titoli che mi ispirava parecchio
EliminaInteressante, molto interessante. Dantès non ha il tv? Sempre detto che quel misantropone è un mito :-)...e anche voi tre che uscite soddisfatte all'unisono...tripudio! Bene, vado a stendere il bucato, sono un donnino impegnato io...;-)
RispondiEliminain verità ce l'ho, ma lo uso come monitor per vederci i film in dvd o chiavetta...
Eliminap.s.: ma si legge Fàscina o Fascìna?
Io la trovo una fotografa straordinaria.
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo!
EliminaIo lo sto cercando ovunque ma non lo trovo, e non parlo solo della sala ovviamente..
RispondiEliminaSpero davvero che LaEffe ascolti la tua dritta :)
Lisa, secondo me sì... (cioè, non che LaEffe ascolti quello che dico, ma che lo metta in programmazione...) :)
Eliminaa guardare le foto, viene da pensare che è proprio vero che, dietro (o meglio, dentro) una persona riservata si "nasconde" uno sguardo inconfondibile e "chirurgico" sulla realtà,
RispondiEliminaAveva davvero una visione potente e tragica della quotidianità.
EliminaSembra bellissimo, in effetti (e le foto... madonna). Avevo già letto qualcosa su questa fotografa, ma non sapevo che avessero fatto un documentario! Grazie del consiglio :)
RispondiEliminaE' davvero molto interessante,
EliminaUh, vorrei tanto vederlo! Ho letto la storia di Vivian Maier qualche tempo fa, non sapevo ci fosse un documentario su di lei. Lo cercherò!
RispondiEliminaClyo, spero tu riesca a trovarlo, perchè è davvero interessante!
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