Martedì mattina ci svegliamo. Giornata splendida, avevate dei dubbi? Ma noi dobbiamo tornare a casa. Che, se mi fossi informata meglio, avrei potuto azzardare un giorno in più e spostarmi a Monforte d'Alba per assistere al concerto dei Calexico, ad esempio. E invece.
Abbandoniamo il Red Wine e decidiamo di fare tappa a Barbaresco, dove, colpevolmente, né io né la bionda siamo mai state.
Il paese se possibile è ancora più piccolo di Barolo, molto molto carino, dominato dalla torre medievale, vero e proprio simbolo del paese, pare risalente al XI secolo.
Il paese se possibile è ancora più piccolo di Barolo, molto molto carino, dominato dalla torre medievale, vero e proprio simbolo del paese, pare risalente al XI secolo.
L'Enoteca del Barbaresco invece ha sede nella (ex?) chiesa di San Donato, e una visita - se siete arrivati fin qui - è praticamente d'obbligo.
Noi le abbiamo riservato una visita veloce, in quanto eravamo appena uscite dalla cantina de "Le Rocche dei Barbari", dove, entrate semplicemente per curiosare, siamo state accolte dalla titolare, un'arzilla signora di 87 anni, (se mi dite dove bisogna firmare per arrivarci così io lo faccio subito) che ci ha subito detto "Dovete assolutamente assaggiare questo barbaresco del 2003!", e ci ha messo a disposizione i grissini con un tagliere di formaggi. Noi abbiamo provato a dirle che non erano nemmeno le 11.00 di mattina e che non ci sembrava il caso di iniziare a bere a quell'ora, ma non c'è stato verso di convincerla, e quindi cosa vuoi fare, offendere la vecchina? Non sia mai!
Peccato che, mentre eravamo lì con il nostro calice in mano sia sopraggiunto il figlio, che ci ha quasi ammonito con un: "Eh no, dovevate cominciare con il 1998! Adesso finite quello e poi cominciate dall'inizio, così potete cogliere meglio tutte le differenze..."
E di nuovo, contraddirlo ci sembrava brutto.
Soprattutto perché ha iniziato a raccontarci - oltre alla descrizione dei vini - la storia e tutto il resto, e si capiva benissimo che è una persona che ama il suo lavoro e lo fa con passione, ed ascoltarlo è stato un vero piacere.
Se non avessi la memoria di un pesce rosso vi racconterei qualcosa, ma, per evitare di dire minchiate (anzi, più minchiate del solito), evito.
Poi, dopo averci fatto degustare tutto il degustabile, ci ha lasciato di nuovo nelle mani della fantastica signora, che ha iniziato a parlarci un po' della sua vita, dei nipoti, e di lei che tutte le sere beve un bicchiere di vino con lo zucchero, ché gliel'ha consigliato il dottore. E alla fine siamo uscite dalla cantina contente (nonché vagamente alticce) e con un paio di bottiglie a testa in mano...
Siamo quindi partite alla volta di Bra, dove per pranzo ci siamo fermate all'Osteria del Boccondivino, quindi ci siamo concesse un veloce giro di shopping e poi ci siamo messe alla ricerca di una macelleria per tornare a casa con la mitica salsiccia di Bra. E' stato più complicato del previsto perché almeno 4 macellerie erano chiuse per ferie, ma alla fine siamo riuscite a tornare a casa con il nostro bel mezzo metro di salsiccia a testa. Immagino sia superfluo spiegarvi con cosa ho cenato per due sere, vero?
La cosa più difficile è stata tenere lontano Settechilidigatto. Ovviamente senza riuscirci.
Ci credo che poi quando gli apro le scatolette le annusa schifato e se ne va.
Noi le abbiamo riservato una visita veloce, in quanto eravamo appena uscite dalla cantina de "Le Rocche dei Barbari", dove, entrate semplicemente per curiosare, siamo state accolte dalla titolare, un'arzilla signora di 87 anni, (se mi dite dove bisogna firmare per arrivarci così io lo faccio subito) che ci ha subito detto "Dovete assolutamente assaggiare questo barbaresco del 2003!", e ci ha messo a disposizione i grissini con un tagliere di formaggi. Noi abbiamo provato a dirle che non erano nemmeno le 11.00 di mattina e che non ci sembrava il caso di iniziare a bere a quell'ora, ma non c'è stato verso di convincerla, e quindi cosa vuoi fare, offendere la vecchina? Non sia mai!
Peccato che, mentre eravamo lì con il nostro calice in mano sia sopraggiunto il figlio, che ci ha quasi ammonito con un: "Eh no, dovevate cominciare con il 1998! Adesso finite quello e poi cominciate dall'inizio, così potete cogliere meglio tutte le differenze..."
E di nuovo, contraddirlo ci sembrava brutto.
Soprattutto perché ha iniziato a raccontarci - oltre alla descrizione dei vini - la storia e tutto il resto, e si capiva benissimo che è una persona che ama il suo lavoro e lo fa con passione, ed ascoltarlo è stato un vero piacere.
Se non avessi la memoria di un pesce rosso vi racconterei qualcosa, ma, per evitare di dire minchiate (anzi, più minchiate del solito), evito.
Poi, dopo averci fatto degustare tutto il degustabile, ci ha lasciato di nuovo nelle mani della fantastica signora, che ha iniziato a parlarci un po' della sua vita, dei nipoti, e di lei che tutte le sere beve un bicchiere di vino con lo zucchero, ché gliel'ha consigliato il dottore. E alla fine siamo uscite dalla cantina contente (nonché vagamente alticce) e con un paio di bottiglie a testa in mano...
Siamo quindi partite alla volta di Bra, dove per pranzo ci siamo fermate all'Osteria del Boccondivino, quindi ci siamo concesse un veloce giro di shopping e poi ci siamo messe alla ricerca di una macelleria per tornare a casa con la mitica salsiccia di Bra. E' stato più complicato del previsto perché almeno 4 macellerie erano chiuse per ferie, ma alla fine siamo riuscite a tornare a casa con il nostro bel mezzo metro di salsiccia a testa. Immagino sia superfluo spiegarvi con cosa ho cenato per due sere, vero?
La cosa più difficile è stata tenere lontano Settechilidigatto. Ovviamente senza riuscirci.
Ci credo che poi quando gli apro le scatolette le annusa schifato e se ne va.