Dopo aver preso posto in sala io e la bionda ci siamo guardate attorno: oltre a noi un'altra donna, per un totale di TRE.
Alla fine del film doverosa sosta in bagno, dove, se non altro, non c'era assolutamente coda. E abbiamo incontrato la terza spettatrice, che ci ha confessato di aver pianto molto.
Succede anche a me, ogni volta che vedo Emile Hirsch sullo schermo, che è l'equivalente maschile della sofferenza e fastidio che mi procurano indifferentemente Carey Mulligan o Michelle Williams ogni volta che le vedo, con la differenza che loro due recitano un po' meglio.
Che, insomma, non è che gli attori cani devono per forza essere sempre e solo italiani, no?
A parte Emile Hirsch nel film c'è un sacco di bella gente: Taylor Kitsch, Ben Foster, Marc Wahlberg, Eric Bana.
Ma, tralasciando i miei pregiudizi nei confronti di Emile Hirsch, Lone survivor, signori miei, non è affatto male. Ok, è un film americano che parla di Navy Seals, ma, se devo essere sincera, è molto meno retorico e tronfio di patriottismo di quanto mi aspettassi.
Fermi tutti.
Non ho detto che NON è retorico e filo-patriottico, sia chiaro. E' pur sempre un film americano sui Navy Seals, quindi regolatevi di conseguenza, e se non sopportate il concetto di "anvedi quanto sso fighi sti americani", lasciate pure perdere.
A parte il fatto che già dal titolo sai come andrà a finire, cosa che comunque, visto che la trama si basa su fatti realmente accaduti (operazione Red Wings), potrebbe esservi già nota, e, casomai vi fosse rimasto qualche inspiegabile dubbio, la scena iniziale dovrebbe fugarvi anche quello, Lone Survivor è un buon film, che racconta la missione della squadra formata da Matthew Axelson (Foster), Danny Dietz (Hirsch), Marcus Luttrell (Wahlberg) e Michael P. Murphy (Kitsch), il cui compito era di verificare la presenza di Ahmad Shah (da non confondersi con Ahmad Shah Massoud) in un villaggio della provincia di Kunar, in una zona dell'Afghanistan quasi al confine col Pakistan.
I quattro istituiscono un punto di osservazione, ma, il giorno dopo, vengono raggiunti ed individuati da un gruppo di pastori con le loro capre al pascolo.
Indecisi su come comportarsi decidono di lasciare liberi i pastori (che se proprio non potevano eliminarli, io e la bionda ci siamo domandate perché almeno non legarli, ma vabbè), pur sapendo che avrebbero corso il rischio che questi avvertissero i talebani della loro presenza e che la loro missione venisse compromessa. E non solo la missione.
Detto, fatto.
Raggiunti in poche ore da un commando di talebani, ha inizio uno scontro a fuoco interminabile, nel quale i quattro seals - oltretutto impossibilitati a stabilire un contatto radio con la base - cercano di difendersi e resistere in tutti i modi, ma la lotta è impari, e Murphy, Dietz e Axelson non riusciranno a sopravvivere.
Solo Luttrell riuscirà a tornare, grazie all'intervento di un afghano di etnia Pashtun, che, applicando le regole del Pashtunwali, lo ospiterà nel suo villaggio, salvandolo in questo modo dai talebani.
Lone survivor, comunque la pensiate sull'argomento (guerra, Afghanistan, America, talebani, patria, fedeltà e quant'altro) coinvolge senza pause e cedimenti.
E vedere i quattro seals che scappano, sparano, vengono feriti a più riprese e si lanciano lungo pendii rocciosi sbattendo contro ogni ostacolo possibile fa così male che quando io e la bionda ci siamo alzate dalle nostre comode poltrone, avevamo male un po' ovunque.
Anche se...
Far indossare un paio di boxer Calvin Klein a Wahlberg disteso in barella sarebbe stato geniale.
Fermi tutti.
Non ho detto che NON è retorico e filo-patriottico, sia chiaro. E' pur sempre un film americano sui Navy Seals, quindi regolatevi di conseguenza, e se non sopportate il concetto di "anvedi quanto sso fighi sti americani", lasciate pure perdere.
A parte il fatto che già dal titolo sai come andrà a finire, cosa che comunque, visto che la trama si basa su fatti realmente accaduti (operazione Red Wings), potrebbe esservi già nota, e, casomai vi fosse rimasto qualche inspiegabile dubbio, la scena iniziale dovrebbe fugarvi anche quello, Lone Survivor è un buon film, che racconta la missione della squadra formata da Matthew Axelson (Foster), Danny Dietz (Hirsch), Marcus Luttrell (Wahlberg) e Michael P. Murphy (Kitsch), il cui compito era di verificare la presenza di Ahmad Shah (da non confondersi con Ahmad Shah Massoud) in un villaggio della provincia di Kunar, in una zona dell'Afghanistan quasi al confine col Pakistan.
I quattro istituiscono un punto di osservazione, ma, il giorno dopo, vengono raggiunti ed individuati da un gruppo di pastori con le loro capre al pascolo.
Indecisi su come comportarsi decidono di lasciare liberi i pastori (che se proprio non potevano eliminarli, io e la bionda ci siamo domandate perché almeno non legarli, ma vabbè), pur sapendo che avrebbero corso il rischio che questi avvertissero i talebani della loro presenza e che la loro missione venisse compromessa. E non solo la missione.
Detto, fatto.
Raggiunti in poche ore da un commando di talebani, ha inizio uno scontro a fuoco interminabile, nel quale i quattro seals - oltretutto impossibilitati a stabilire un contatto radio con la base - cercano di difendersi e resistere in tutti i modi, ma la lotta è impari, e Murphy, Dietz e Axelson non riusciranno a sopravvivere.
Solo Luttrell riuscirà a tornare, grazie all'intervento di un afghano di etnia Pashtun, che, applicando le regole del Pashtunwali, lo ospiterà nel suo villaggio, salvandolo in questo modo dai talebani.
Lone survivor, comunque la pensiate sull'argomento (guerra, Afghanistan, America, talebani, patria, fedeltà e quant'altro) coinvolge senza pause e cedimenti.
E vedere i quattro seals che scappano, sparano, vengono feriti a più riprese e si lanciano lungo pendii rocciosi sbattendo contro ogni ostacolo possibile fa così male che quando io e la bionda ci siamo alzate dalle nostre comode poltrone, avevamo male un po' ovunque.
Anche se...
Far indossare un paio di boxer Calvin Klein a Wahlberg disteso in barella sarebbe stato geniale.
se è piaciuto a te che non sei certo una guerrafondaia al cinema...allora è proprio da vedere....
RispondiEliminasecondo me sì, a suo modo è un film onesto.
EliminaCome ben sai, per me una ficata action senza se e senza ma.
RispondiEliminaso, so... :)
Eliminaecco, lascio pure perdere. so' troppo snob, quasi più di Gabriele Romagnoli
RispondiEliminache noia... :)
EliminaIo non so, data la penuria in sala potrei pure recuperarlo, che un po' di retorica non ha mai ammazzato nessuno!
Eliminaè la stessa cosa che ho detto leggendo la trama... ;)
Elimina@tiz: ma anfatti! :)
Elimina@dantès: uff... :)
bah, una robetta che inizia bene e poi finisce nel solito patriottismo e dopo un po' pure nella noia.
RispondiEliminaguardabile, ma anche evitabilissimo...
io non l'ho trovato noioso, ma ci sta che possa non piacere...
EliminaQuesto dovevo andarlo a vedere ieri sera coi miei amici del softair (noi ogni domenica andiamo in giro vestiti come i protagonisti, ma senza spargere sangue - solo mocciolo, nel caso).
RispondiEliminaSiamo gente che sbrodola per Black Hawk Down e Act of Valor, quindi direi ci piacerà un frego e mezzo ;o)
dovevi andarlo a vedere ieri sera.
Eliminae poi cos'è successo?
siamo duri e massicci come i navy seals, però uno c'aveva la creatura con la febbre e la moglie l'ha obbligato alla presenza; un altro la morosa, credo, non lo facesse uscire;
Eliminapoi la multisala vicina ha inopinatamente smesso di programmarlo a partire da giovedì; l'alternativa più vicina era lontana, poi c'era ul puntatone di Gazebo in tv...
è dura sentirsi navy seal dentro, ma dover affrontare la vita di tutti i giorni.
confermo...meno tronfio e retorico di quel che sembra...ed alla fine e' scesa pure la lacrimuccia
RispondiElimina