La cara JuleZ con un messaggio a inizio settimana mi ha
avvisato che mercoledì Rai4 avrebbe trasmesso (in prima serata) questo film
norvegese del 2011 che volevo vedere, vuoi perché tratto da un romanzo di
Nesbø (per essere precisi dall'unico romanzo - fra quelli pubblicati in Italia
- di Nesbø che non ho ancora letto), vuoi perché la recensione del Ford mi
aveva incuriosita. Se questi due motivi non dovessero bastare, aggiungeteci la
presenza di Nicolaj Coster-Waldau, e il gioco è fatto.
Roger Brown, il protagonista, è un fetentissimo spregevole
individuo che concentra la sua sontuosa merdosità in 168 centimetri d'altezza.
Vive in una villa fighissima, molto minimal, con una moglie bellissima e molto alta che gestisce una
galleria d'arte. Che desidererebbe tanto un figlio da lui (proprio vero che l'amore è cieco) ma lui non ne vuole sapere mezza. Di mestiere (quello ufficiale) fa il cacciatore di teste ed è
bravissimo quanto spietato nel suo lavoro. Nel tempo libero, per mantenere quel tenore di vita fa il ladro di opere d'arte, con un addetto ai sistemi di sicurezza come complice.
Quando, ad un vernissage, la moglie gli presenta Clas Greve, ex dirigente di un'azienda di nanotecnologie, la vita di Roger subirà un cambiamento repentino, quanto inaspettato.
Clas è affascinante. E alto. Roger è incuriosito dalla figura di quest'uomo misterioso, ma al contempo c'è qualcosa che lo disturba. Parlando con la moglie scopre che l'uomo possiede un quadro di Rubens, e si mette all'opera per rubarlo.
Da quel momento Roger viene catapultato in un incubo ad occhi aperti, dove lui, abituato ad essere cacciatore, si trasforma in preda, in un gioco al massacro dove l'uomo alto 168 centimetri farà fatica a capire cosa gli sta succedendo e perché, di chi può fidarsi e di chi deve dubitare. Siccome a livello empatico le sorti di Roger ti stanno a cuore quanto quelle di Berlusconi, perché, diciamocelo, Roger è simpatico come un'attacco di diarrea mentre sei in coda in tangenziale e hai appena superato l'area di servizio, riesci a seguire il film con un certo distacco, anzi, quasi ti trovi a fare il tifo per il cattivo. Anche se inizialmente pensi ti stia sfuggendo qualcosa, a poco a poco tutti i tasselli finiscono per incastrarsi più o meno perfettamente, e il risultato è un film dal ritmo serrato che si fa vedere senza fatica, anche se, a voler proprio fare la punta agli stronzi, il finale mi ha lasciato un po'... meh.
Quando, ad un vernissage, la moglie gli presenta Clas Greve, ex dirigente di un'azienda di nanotecnologie, la vita di Roger subirà un cambiamento repentino, quanto inaspettato.
Clas è affascinante. E alto. Roger è incuriosito dalla figura di quest'uomo misterioso, ma al contempo c'è qualcosa che lo disturba. Parlando con la moglie scopre che l'uomo possiede un quadro di Rubens, e si mette all'opera per rubarlo.
Da quel momento Roger viene catapultato in un incubo ad occhi aperti, dove lui, abituato ad essere cacciatore, si trasforma in preda, in un gioco al massacro dove l'uomo alto 168 centimetri farà fatica a capire cosa gli sta succedendo e perché, di chi può fidarsi e di chi deve dubitare. Siccome a livello empatico le sorti di Roger ti stanno a cuore quanto quelle di Berlusconi, perché, diciamocelo, Roger è simpatico come un'attacco di diarrea mentre sei in coda in tangenziale e hai appena superato l'area di servizio, riesci a seguire il film con un certo distacco, anzi, quasi ti trovi a fare il tifo per il cattivo. Anche se inizialmente pensi ti stia sfuggendo qualcosa, a poco a poco tutti i tasselli finiscono per incastrarsi più o meno perfettamente, e il risultato è un film dal ritmo serrato che si fa vedere senza fatica, anche se, a voler proprio fare la punta agli stronzi, il finale mi ha lasciato un po'... meh.
cattivo il giusto! mi ha divertito e pensa non sapevo neanche chi fosse Nicolaj Muller Thurgau!
RispondiElimina;)
EliminaAmmetterai che Roger è sgradevole come un paio di calzini usati dimenticati per un mese nella borsa della palestra, però!
Ma di quelli che, quando li trovi, li annusi come se non sapessi che fetono? :-)
Eliminapraticamente, e, citando il grande Andrea Scanzi, "assumendo quell'espressione increspata, di chi ha annusato i propri calzini rimanendone un po' deluso..."
EliminaSempre un grande! :-) (Comunque i miei calzini non deludono, solo mi piacerebbe si buttassero da soli in lavatrice, ogni tanto!)
EliminaIl film è ben fatto, ma il romanzo fa decisamente di meglio. A proposito, hai finito Lo spettro?
RispondiEliminaFord, non ancora! ma ti pare possibile? non riesco più a trovare un attimo per leggere! :(
EliminaTi rifarai in spiaggia! ;-)
Eliminaeh.
EliminaMa non ho capito: secondo te il film merita? Perché se dici che merita forse c'è una possibilità in più che io lo veda.
RispondiEliminaFrank, lo stai davvero chiedendo a me? ;)
EliminaComunque sì, secondo me una visione la merita, perché è interessante. Non aspettarti un capolavoro, sia chiaro.
Ciao Poison, grazie per la visita al Moz o' Clock!
RispondiEliminaNon conosco questo film, ma visto che hai iniziato il post con una segnalazione... voglio segnalarti anche io una cosa.
Non è un film, ma un telefilm, scritto da Pupi Avati e sconosciuto ai più: Voci Notturne.
Nei primi anni '90 non fu capito, ora torna ogni martedì in prima serata su Rai Premium, per cinque appuntamenti :)
Moz-
Ciao MikiMoz, benvenuto da queste parti!
EliminaE grazie per la segnalazione, cercherò di dargli un'occhiata! ;)
Non te ne pentirai^^
EliminaAh, ti seguo!
Moz-
Grazie! :)
Elimina(pure io)