12 ago 2013

Drift

Nel misero (a fargli un complimento) panorama delle uscite settimanali del mese di agosto questo titolo mi incuriosiva.
Australia, surf (e surfisti), ispirato a una storia vera, c'erano elementi a sufficienza per far sì che Drift vincesse a mani basse la scelta del film del giovedì. Attori semi-sconosciuti, a parte Sam Worthington. Del resto "Un mercoledì da leoni" - ancora oggi - è uno dei miei film preferiti di tutti i tempi, e potrei guardarlo fino allo sfinimento. E anche Point Break. Io poi tengo pure la BCSdTR, dove la S sta per Surfista, quindi, mi scuserete, ma ne so a pacchi. E, che rimanga fra noi, per l'occasione la BCSdTR è venuta al cinema con me. Lo so, ho tutte le fortune. Compreso averla avuta seduta vicino mentre sgranocchiava le patatine. Che sembravano non finire mai. Non invidiatemi, se potete.


Non ci troviamo di fronte ad un capolavoro, sia chiaro. 
Il film spalma su due ore una vicenda abbastanza prevedibile e raccontata forse in maniera fin troppo banale, Sam Worthington ha lo spessore della carta velina e non convince, i due fratelli surfisti, James (Xavier Samuel, protagonista del delizioso "the loved ones", fre le altre cose) e Andy (Myles Pollard) Kelly se la cavano abbastanza bene, anche se i loro personaggi sono rifiniti a colpi d'accetta. Ma appena arriva l'onda io sono disposta a perdonare tutto, perché per qualche inspiegabile motivo, ogni volta che vedo certe scene, mi vengono i brividi. 
Il film inizia in bianco e nero, nel 1960 a Sidney, con la fuga notturna della signora Kelly che carica in auto figli, cane e macchina da cucire, e fugge da un marito e padre violento e alcolizzato. Prosegue, sempre in bianco e nero, mostrando il viaggio lungo le sterminate e deserte strade australiane, destinazione Albany. Ma una sosta lungo la costa, e la macchina che non ne vuole sapere di ripartire li farà fermare in un piccolo paesino dove i due fratelli, fra una scazzottata a scuola e la ricerca dell'onda perfetta crescono, e mentre James entra in un tubo d'acqua sotto lo sguardo preoccupato di Andy, lo vediamo uscire vittorioso in piedi sulla tavola, mentre il film si colora e ci trasporta nel 1972.
Dove ritroviamo i due fratelli Kelly cresciuti, che tirano a campare, con la madre che fa lavoretti di sartoria, Andy, il maggiore, con la testa sulle spalle, impiegato nella segheria locale e Jimmy, vero prodigio sulla tavola, che sta prendendo una brutta strada, cercando di contribuire al bilancio familiare dedicandosi a piccoli furti.
Una riparazione alla loro tavola è la scintilla che dà il via a tutto il resto: Andy decide di aprire una piccola attività legata al surf, costruendo tavole più corte e confezionando mute su misura, come già in uso nell'altro emisfero. Dovrà scontrarsi con la burocrazia: il funzionario della banca gli nega un prestito, perché non si può investire denaro in un'attività ludica. Ma la perseveranza di Andy avrà la meglio, fra alti e bassi, l'incontro con il fotografo hippy-bohemien-zen-stigrancazzi JB, l'amore, la droga, la morte, il successo, la sconfitta, l'amicizia, la rivalità, la fratellanza, e quella passione per le onde che ha fatto sì che il surf diventasse non solo uno sport, ma una vera e propria filosofia di vita.
Il tutto accompagnato da un'ottima colonna sonora che spazia da Rodriguez a Kula Shaker, da Chuck Berry a Marc Bolan, oltre alla splendida fotografia e alle strepitose sequenze in acqua, che, in qualche modo, riescono a salvare il film.



10 commenti:

  1. viva i film sul surf, abbasso i film con sam worthington! :D

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    1. Vedi che ogni tanto anche io e te ci troviamo d'accordo? ;)

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  2. Umh, mi pare un film tiepido...
    Big Wednesday nun se bbatterà mai! :)

    Moz-

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    1. In effetti si, la storia è quella che è e non scende mai in profondità, , ma le scene in acqua meritano eccome! ;)
      Poi su Big wednesday qua sfondi una porta aperta: è uno dei miei film preferiti di tutti i tempi!

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  3. Io l'ho trovato mediamente carino, mediamente ben recitato e strepitosamente ben surfato, la surfista mangiava patatine lontano da me, non c'era voce narrante a rompere gli zebedei, metteva un gran fresco, e sono uscita soddisfatta dalla sala. Di questi tempi non capita spesso! :-)

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    1. Ah, ma non mi posso lamentare nemmeno io...

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  4. ciao, sono la bionda che lavora (ah ah ah) e s'annoia (pensa, son finita qui dopo aver girato tutti siti di scarpe a me conosciuti!).
    se posso fare un appunto, hai dimenticato di dire quant'è figo Jimmy......

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    1. Ma la bionda nel senso della MIA amica bionda quella che mi vuole tanto bene?
      Sono emozionata!!!
      Non troppo, che qua in spiaggia se mi emoziono troppo, come potrai immaginare, faccio troppa fatica!!!

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    2. Effettivamente il piccolo James ha il suo bel perché!

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  5. proprio lei, cioè io....
    tu riposati in spiaggia, intanto io vado da eataly a fare la spesa, altrimenti venerdì tu e gli altri scioperati fate la fame.

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