Ed eccoci alla seconda pellicola di uno dei registi che, con la sua capacità di disturbare lo spettatore, da queste parti non ha mai deluso.
Bug, film del 2006, se non sbaglio mai arrivato nelle italiche sale (com'è che la cosa non mi stupisce affatto?), racconta la storia malata di due loosers coi controcazzi.
Iniziamo con Agnes, che vive in una stanza del Rustic Motel, che sorge in mezzo al grande nulla da qualche parte degli States, e lavora in un bar, ossessionata dal telefono che suona incessantemente, ma, dall'altra parte della cornetta nemmeno una parola, al punto che la donna crede si tratti dell'ex marito, uomo rude e violento appena uscito di galera, da cui si è separata anni prima, dopo la misteriosa scomparsa del loro bambino di 6 anni.
La sua vita è fatta di lavoro, qualche tiro di coca en passant con la collega R.C. e poco altro.
Una sera R.C., con l'idea di portare Agnes ad una festa, si presenta da lei con Peter, ragazzo conosciuto al bar la sera stessa.
Un imprevisto costringe R.C. ad andarsene, lasciando Peter ed Agnes da soli.
Peter è un ex marine introverso e tormentato, e spiega ad Agnes che lui ha il dono di capire le persone e non ha alcuna intenzione di portarla a letto, perché non è interessato al sesso.
Ovviamente due solitudini così prepotenti come le loro non possono far altro che unirsi in un rapporto che, apparentemente, pare portare conforto e serenità ad entrambi.
Ma ad un certo punto Peter noterà la presenza di alcuni microscopici insetti, e, pensando che siano stati introdotti nel suo organismo dalla CIA durante la sua permanenza nell'esercito, quando - a detta dell'uomo - veniva usato come cavia per alcuni segretissimi esperimenti, inizierà a comportarsi in modo strano.
Ossessionato dalla presenza degli afidi, trascinerà la povera Agnes (povera mentecatta, diciamocelo: che ho capito che hai sofferto tanto, hai perso un figlio, sei tanto sola, e che l'amore a volte è una malattia letale e che forse tutta quella coca ti ha sterminato più cellule del dovuto, e in fondo Peter - prima di iniziare ad estirparsi i molari a secco e scarnificarsi in ogni dove - è tanto caruccio, ma Cristo santo, Agnes, lo vuoi capire che quell'uomo se n'è andato in aceto tanto tempo fa e che meglio soli che male accompagnati vale sempre? No. Ovvio che Agnes non lo può e/o non lo vuole capire...) in un delirio paranoico allucinato e allucinante, al punto in cui lei stessa arriverà a convincersi di essere al centro di un'immensa cospirazione voluta da "loro", in cui riuscirà, attraverso un delirante schema (il)logico, a far quadrare ogni cosa, dalla scomparsa del figlio, alla presenza dell'ex marito, fino all'affidamento del figlio della compagna di R.C.
A nulla varrà la comparsa dello psichiatra che aveva in cura Peter, perché ormai la coppia e entrata in un tunnel di paranoia inarrestabile, ed è intenzionata a percorrerlo fino alla fine.
Che, in fondo, è l'unica via d'uscita.
Bug, film del 2006, se non sbaglio mai arrivato nelle italiche sale (com'è che la cosa non mi stupisce affatto?), racconta la storia malata di due loosers coi controcazzi.
Iniziamo con Agnes, che vive in una stanza del Rustic Motel, che sorge in mezzo al grande nulla da qualche parte degli States, e lavora in un bar, ossessionata dal telefono che suona incessantemente, ma, dall'altra parte della cornetta nemmeno una parola, al punto che la donna crede si tratti dell'ex marito, uomo rude e violento appena uscito di galera, da cui si è separata anni prima, dopo la misteriosa scomparsa del loro bambino di 6 anni.
La sua vita è fatta di lavoro, qualche tiro di coca en passant con la collega R.C. e poco altro.
Una sera R.C., con l'idea di portare Agnes ad una festa, si presenta da lei con Peter, ragazzo conosciuto al bar la sera stessa.
Un imprevisto costringe R.C. ad andarsene, lasciando Peter ed Agnes da soli.
Peter è un ex marine introverso e tormentato, e spiega ad Agnes che lui ha il dono di capire le persone e non ha alcuna intenzione di portarla a letto, perché non è interessato al sesso.
Ovviamente due solitudini così prepotenti come le loro non possono far altro che unirsi in un rapporto che, apparentemente, pare portare conforto e serenità ad entrambi.
Ma ad un certo punto Peter noterà la presenza di alcuni microscopici insetti, e, pensando che siano stati introdotti nel suo organismo dalla CIA durante la sua permanenza nell'esercito, quando - a detta dell'uomo - veniva usato come cavia per alcuni segretissimi esperimenti, inizierà a comportarsi in modo strano.
Ossessionato dalla presenza degli afidi, trascinerà la povera Agnes (povera mentecatta, diciamocelo: che ho capito che hai sofferto tanto, hai perso un figlio, sei tanto sola, e che l'amore a volte è una malattia letale e che forse tutta quella coca ti ha sterminato più cellule del dovuto, e in fondo Peter - prima di iniziare ad estirparsi i molari a secco e scarnificarsi in ogni dove - è tanto caruccio, ma Cristo santo, Agnes, lo vuoi capire che quell'uomo se n'è andato in aceto tanto tempo fa e che meglio soli che male accompagnati vale sempre? No. Ovvio che Agnes non lo può e/o non lo vuole capire...) in un delirio paranoico allucinato e allucinante, al punto in cui lei stessa arriverà a convincersi di essere al centro di un'immensa cospirazione voluta da "loro", in cui riuscirà, attraverso un delirante schema (il)logico, a far quadrare ogni cosa, dalla scomparsa del figlio, alla presenza dell'ex marito, fino all'affidamento del figlio della compagna di R.C.
A nulla varrà la comparsa dello psichiatra che aveva in cura Peter, perché ormai la coppia e entrata in un tunnel di paranoia inarrestabile, ed è intenzionata a percorrerlo fino alla fine.
Che, in fondo, è l'unica via d'uscita.