Lo ammetto.
Il libro di Mordecai Richler io non l’ho (ancora) letto.Giace nella mia libreria da una decina d’anni, intonso. Se si esclude lo strato di polvere. Incredibilmente, proprio in Italia, questo libro è stato un clamoroso successo editoriale. Ovviamente io, non avendolo ancora letto, non vi posso spiegare il perchè. Quindi, con la sicurezza di non rimanere delusa, in quanto priva di termini di paragone, ieri sera sono andata al cinema. A parte i trailer e il libro che non ho letto, tutto quello che sapevo del film mi veniva dal post del dottor Piazza. E, sinceramente, l’idea di passare buona parte del film a piangere mi attraeva quanto “passare un avocado sulla grattugia per il formaggio” (cit.*).Ma, alla fine, quando il film stava iniziando un po’ ad annoiarmi, non ho pianto. Nemmeno un po’. Sta a vedere che – oltre che stronza – sono anche cinica.
* questa è la frase completa, che uno straordinario Dustin Hoffman, nella parte del padre di Barney, gli dice ad un certo punto: “So quanto può essere duro il matrimonio. All’inizio è tutto un susseguirsi di pranzetti, pompini e la-di-da; è tutto fantastico. Poi incomincia la vera vita. Tu torni a casa dal lavoro e la sola cosa che desideri fare è scopare, mentre loro vogliono soltanto parlare. E ben presto ogni giorno è come passare un avocado sulla grattugia per il formaggio: nelle tue mani tutto sembra merda”. Devo ricordarmi di mettere un avocado nella lista della spesa, domani.
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