L’eccidio di Marzabotto, perpetrato dai nazisti nell’autunno del 1944 ai danni degli abitanti di Monte Sole, sulle colline bolognesi, visto attraverso gli occhi di Martina, bimba di otto anni che ha smesso di parlare in seguito allo choc provocato dalla scomparsa del fratellino di pochi mesi, morto fra le sue braccia. La mamma è di nuovo incinta e Martina attende la nuova nascita con paura e speranza, mentre la guerra avanza e i rastrellamenti dei civili si fanno sempre più numerosi. Il fratellino – l’uomo che verrà – nascerà proprio nella notte fra il 28 e il 29 settembre, e grazie a Martina riuscirà a sopravvivere, testimone inconsapevole della crudeltà dell’uomo. La piccola protagonista (Greta Zuccheri Montanari) è intensa e bravissima. Il film è parlato nel dialetto emiliano dell’epoca e sottotitolato. A proposito di dialetto: Maya Sansa, a differenza di Alba Rohrwacher, che riesce a parlare con una cadenza verosimile, deve aver fatto sega alle lezioni.
Nessun commento:
Posta un commento