O, per quelli come me che non sanno lo spagnolo, Alicante, la miglior terra del mondo.
Ma andiamo per ordine. I voli avevano degli orari perfetti: andata alle 09.55, ritorno alle 19.45. All'andata, grazie ad uno sciopero dei controllori di volo francesi, ci hanno imbarcato in perfetto orario, e poi siamo rimasti un'ora sulla pista in attesa che qualcuno ci autorizzasse al decollo. Alla fine, se consideri che lo sciopero durava 35 ore, ci è andata pure di lusso. Al ritorno io e sua bionditudine eravamo comodamente sedute a farci i fatti nostri, quando, guardando il telefono mi appare "Ultima chiamata per il volo XYZecc.". In che senso ultima chiamata? Guardo l'ora e dico "oh, perdincibacco!" Insomma, siamo arrivate al gate al limite. E nessun altoparlante si è degnato di avvisarci. Ovviamente non ho detto perdincibacco, e ho taciuto sull'ansia mista a figura di melma nell'arrivare all'ultimo momento al gate. So che c'è stata gente che ha montato su una tarantella social per lo stesso motivo, quando, in questi casi, se te la devi prendere con qualcuno, puoi farlo solo con te stessa e con il tuo rincoglionimento progressivo e inarrestabile.
1° giorno
Comunque. Quando arriverete all'aeroporto, se non avete noleggiato un'auto o avete optato per il taxi perché a) viaggiate carichi di bagagli come Moira Orfei, b) è tardissimo, sappiate che il bus C6, con passaggi ogni 20 minuti, alla modica cifra di 3.85€ (il biglietto si fa sul bus) vi porta in città in meno di mezz'ora, fermando in un sacco di punti strategici, tra cui Luceros, dove, sotterranea, c'è la stazione dei tram che vi porta un po' ovunque, anche a Benidorm se proprio ci tenete.
Noi siamo appunto scese a Luceros perché il nostro hotel (Estudiotel Alicante) era lì vicino. Come sempre ho prenotato tramite Booking, e l'opzione camera doppia con balcone e colazione è costata (per tre notti) 250€. La colazione tra l'altro era assolutamente dignitosa con scelta dolce e salata, compreso il pane e pomodoro che ho scoperto in Andalusia (non in senso assoluto, ma come scelta per la colazione) e che ogni volta che torno in Spagna non mi faccio mancare. Poi, che l'edificio che ospita l'hotel sia un orrendo palazzo di 30 piani visibile praticamente da ogni punto della città mi era sfuggito. Diciamo che se non avete senso dell'orientamento può esservi molto utile per tornare a casa, ecco. Però quando siamo arrivate, nonostante fossimo in anticipo sull'ora del check-in, ci hanno dato subito la stanza. Abbiamo posato il nostro bagaglio da tariffa value, ovvero lo zainetto 40x20x25 e, siccome era ora di pranzo, ci siamo cercate un posto comodo senza troppe pretese. Lizarran si è rivelato perfetto. E' una catena di tapas bar, in città ce ne sono 3 e noi, per comodità logistica abbiamo provato quello di Placa de los Luceros, mangiando bene e spendendo 26€ in due. Il clima è splendido, c'è una temperatura deliziosa e si sta bene in maglietta. Positivo, visto che abbiamo lasciato Torino sotto la pioggia.
Decidiamo di visitare il Castillo de Santa Barbara, che domina la città dall'alto di un cocuzzolo. Che, per fortuna, si può raggiungere comodamente con un ascensore scavato nella roccia, alla modica cifra di 2.70€ che si riveleranno i soldi meglio spesi di tutto il soggiorno. L'accesso al castello invece è gratuito, e vale assolutamente la pena visitarlo. Anche perché, diciamolo subito, non è che Alicante, a parte le spiagge, offra poi molto altro.
Una volta scese ci siamo concesse una birretta comodamente sedute in un baruccio sul lungomare, davanti alla Playa del Postiguet, la spiaggia cittadina. Il mare ha un colore splendido, la spiaggia è piena, e c'è parecchia gente in acqua. Io invece non ho portato nemmeno il costume. Dopo una doverosa sosta in hotel siamo andate a cena da Nou Manolin (C. Villegas 3), trovando ovviamente posto, perché per gli spagnoli andare a cena alle 20.30 è presto, e questo ci ha sempre consentito - tutte le volte che siamo state in Spagna - di cenare dove volevamo senza problemi. Abbiamo scelto di cenare al bancone (en la barra) perché era più conviviale e divertente. Volendo, la sala ristorante "classica" è al piano superiore.
2° giorno
Dopo un rapido consulto meteo decidiamo di andare a Tabarca.
Tabarca è una piccola isola che si trova a 20km dalle
coste di Alicante, e, oltre ad essere l'isola più grande della comunità
autonoma Valenzana, e l'unica
abitata. Il biglietto A/R costa € 22.00 e si può comprare online su https://cruceroskontiki.com/ oppure, come abbiamo fatto noi, direttamente
all'imbarco (Passeig Màrtirs de la Libertat) allo stesso prezzo. In questa
stagione si parte alle 10.45 e si torna ad Alicante alle 17.00, ma sicuramente
in estate ci sono più passaggi.
L'isola è davvero piccina (circa 2 km di lunghezza e
500 metri di larghezza) e si gira tutta comodamente a piedi. Ci sono dei
sentieri che ti portano sia al faro che alla torre de San Josè, un tempo
utilizzata come carcere, oltre ad un sacco di graziose calette dove prendere il
sole e fare il bagno. Il paesino era cinto da mura, di cui rimangono una porta
a sud e i resti della seconda a nord. Io ovviamente consiglio di fare l'escursione,
anche perché, come ho detto all'inizio, Alicante, a parte le spiagge, non offre
chissà cosa da vedere.
Per la nostra ultima cena ci concediamo il lusso di un ristorante (ex) stellato Michelin, il Monastrell, nella zona del porto (Avenida del Almirante Julio Guillén Tato 1), che propone un menù degustazione molto interessante a 69€. Il locale è molto bello, tutto vetrate, ed è tutto molto buono, in particolare la tartare di agnello, che non avevo mai assaggiato da nessun altra parte.
4° giorno
Siamo arrivate al nostro ultimo giorno di permanenza in città. Dopo il check out in albergo lasciamo lo zaino in deposito e ci dirigiamo al Mercado Central. Io adoro i mercati, e non perdo occasione per visitarli. Quello di Alicante non è molto grande, ma vale comunque la pena visitarlo. Quindi abbiamo cazzeggiato un po' in giro per negozi, incredibilmente senza comprare nulla (diciamo che il bagaglio a mano ridotto aiuta molto, in questi casi) e, dopo una sosta sui comodi divani della hall dell'hotel abbiamo preso il bus C6 e siamo andate in aeroporto. Questa volta il volo è stato puntualissimo. Il fatto che stavamo per perderci l'imbarco arrivando al gate al pelo - come dicevo a inizio post - è un dettaglio del tutto irrilevante.
Concludendo, come avrete capito, Alicante non mi ha propriamente entusiasmato, ma, se state viaggiando da quelle parti e vi avanza del tempo, concedetele una possibilità. Insomma, non ci andate apposta, perché probabilmente rimarrete un po' delusi, ma, come tappa intermedia in un viaggio che so, da Valencia a Murcia, ci sta.
In effetti con i numerosissimi voli che partono da Torino abbiamo l'imbarazzo della scelta, pazzesco che tu abbia deciso di andare ad Alicante :) Comunque dalle foto e dal racconto non sembra così male, e non ti dico l'invidia per quel cielo e quel mare, dopo settimane di pioggia!
RispondiEliminaE' che ad Alicante non c'ero mai stata, e ho pensato "mica potrà essere così terribile?". E vabbè, pazienza. Il tempo è stato comunque dalla nostra parte, e alla fine siamo state bene, insomma, c'è di peggio ovviamente, però da lì a consigliarla ce ne passa! E poi, mica potevo andare a Breslavia!!!
Elimina