1 dic 2015

life


© Dennis Stock/Magnum Photos
Anton Corbijn  "nasce" fotografo, prevalentemente di gente del mondo dello spettacolo, soprattutto cantanti (e se la memoria non mi inganna dovrei anche aver visto anche una sua mostra, in quel di Milano, secoli fa). E nel 2007 -  2008 in Italia - esordisce alla regia con Control, film sulla (breve) vita di Ian Curtis, leader dei Joy Division. Che, non nego, mi piacque parecchio. 
Il suo film successivo, The American, è stato, sempre se la memoria non mi inganna, uno dei film più brutti degli ultimi cinque anni. 
Life mi interessava nonostante Robert Pattinson, ma la settimana in cui uscì in sala non riuscimmo ad andarlo a vedere, e la settimana successiva l'avevano relegato allo spettacolo pomeridiano delle 16.00, quindi ciccia.
Però la programmazione del Cinema Massimo l'ha proposto, un paio di settimane fa in v.o., così ne abbiamo approfittato per recuperarlo.
La storia è quella dell'incontro e dell'amicizia fra il fotografo Dennis Stock (interpretato da Robert Pattinson) e il giovane attore emergente James Dean (Dane Dehaan) nata prima che Dean iniziasse a girare "Gioventù Bruciata" e che il mondo dello star system si accorgesse di lui, mentre Stock, al contrario, aveva capito che quel ragazzo pigro, cresciuto in una fattoria dell'Indiana aveva qualcosa di speciale, e cercherà in tutti i modi di convincerlo a lasciarsi fotografare, vincendo l'innata pigrizia e lo scetticismo del giovane Dean, che stava per entrare in un mondo di cui sembrava importargli davvero poco. 
Ha così inizio una sorta di balletto, con Dean che accetta e poi si nega, e Stock che lo segue e aspetta, in una sorta di corsa verso il successo che attende entrambi.
Le foto di Stock usciranno su Life alla vigilia dell'uscita de La Valle dell'Eden, e, oltre a quella famosissima di James Dean che cammina sotto la pioggia in Times Square, ci sono quelle che il fotografo ha realizzato nell'Indiana, accompagnando l'attore a trovare la sua famiglia. Quella fu l'ultima volta in cui Dean fece ritorno a casa. 
Molto bravo Dehaan, Pattinson non riesce a convincermi, mentre - incredibilmente - ho apprezzato la breve apparizione di Alessandra Mastronardi nel ruolo di Pier Angeli. 



9 commenti:

  1. Non vedo l'ora di vederlo. DeHaan è magnetico - in Giovani Ribelli, accanto a "Harry Potter", sprizza carisma da ogni poro - e la Mastronardi mi è sempre piaciuta. Su Pattinson, porello, non mi esprimo ancora.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sulla bravura di Dehaan mi trovi assolutamente d'accordo, la Mastronardi mi ha piacevolmente sorpreso mentre Pattinson non riesco davvero a farmelo piacere. ..

      Elimina
    2. La Mastronardi la trovo veramente bella, nella sua semplicità; come attrice, comunque, è più che discreva. Ricordo la sua buona figura nel brutto film di Allen e in L'ultima ruota del carro, accanto a Germano, ha un ruolo vecchio stile, da coprotagonista di commedia all'italiana, che ho trovato delicatissimo.

      Elimina
  2. Io al contrario ho trovato molto meglio Pattinson di Dehaan, troppo cicciotto in viso per ricordare, anche lontanamente, il vero James Dean, anche se credo ne abbia colto la fastidiosissima indolenza, sottolineata dall'accento strascicato. Un film lento, non indimenticabile ma esteticamente notevole, sarà che gli anni in cui si svolge sono molto fotogenici!

    RispondiElimina
  3. quando lo vidi a Berlino... ops, so di cogliervi di sorpresa, ma sono stato alla Berlinale...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nooooooooooooooo? Davero davero? E ti piacque? (Il film, non la Berlinale!)

      Elimina
    2. a me piacque. impianto classico, ma di buon livello

      Elimina
    3. Ne prendo atto. E cominciare a scrivere qualcosa sul Tff finchè mi ricordo qualcosa? :-D

      Elimina
    4. ecco brava, scrivi che poi ti dimentichi! ;)

      Elimina