Che - anche se potrebbe sembrare - non è un insulto in un vecchio dialetto calabro/veneto, bensì il titolo di un film del 30° TGLFF, iniziato ieri.
Anzi, del film che la nostra Tiz ha avuto il piacere di vedere, per noi, per voi, per tutti.
Io quest'anno del festival non vedrò nemmeno un film, complice la gita fuori porta di cui parlavo ieri, il fatto che ieri sera non avevo voglia e che questa sera c'ho da fare.
Adesso vi metto la scheda "ufficiale" del film, poi, alla fine, troverete la recensione della Tiz.
Onthakan (The Blue Hour)
Thailandia, 2015, HD, 99', col. - regia: Anucha Boonyawatana
Per il timido Tam la vita è un vero inferno: a scuola è vittima del bullismo dei compagni e a casa il padre si accanisce su di lui in modo violento. Quando online conosce Phum, decisamente più scafato, gli dà appuntamento per un po' di sesso. Sorprendentemente non solo funziona l'attrazione fisica ma nasce anche un Thai mood, un onirico, mutuo stato d'animo che coinvolge entrambi: Tam, per la prima volta, si sente al sicuro tra le braccia di qualcun altro, trovandovi il rifugio che per lungo tempo ha cercato. I loro incontri si svolgono in una discarica e in una piscina derelitta, disturbante universo parallelo, popolato di spiriti e incontri pericolosi, sempre in bilico sul filo sottile che separa il sogno dall'incubo. Un film gay e dark, visivamente immaginifico nel quale l'omosessualità trova posto in una dimensione horror. Sorprendente debutto alla regia di un regista thailandese poco più che trentenne, che mescola con abilità generi e convenzioni cinematografiche.
Ecco.
Solo a leggere "Un film gay e dark, visivamente immaginifico nel quale l'omosessualità trova posto in una dimensione horror" ho provato un brivido. Colpa di "immaginifico", fondamentalmente.
Ma, siccome il film non l'ho visto, ecco cosa ci dice la Tiz al proposito:
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Primo film al Tglff del 2015!
Sappiate che, mentre ero in coda per la sala 3, mi è passato vicino Fassino, son emozioni!
Allora, questo film vince il premio della Peggiore ambientazione in un paese magnifico (la Thailandia).
I due ragazzi protagonisti, Phum e Tam, il primo un po' più scafato, mentre il secondo è vittima di bullismo e oppresso da una famiglia che non lo capisce, si trovano per il primo appuntamento in una casa fatiscente e in orribile cemento, con una piscina semipiena di acqua piovana sporca. La piscina è vecchia e incrostata, e sulle sue pareti le incrostazioni hanno una vaga forma umana, quasi dei Banskj fatti male.
I due ragazzi comunque non ci fanno caso e si piacciono abbastanza, fanno un po' di tenero sesso e anche il bagno nell'acqua sporca e si immergono, per guardare il cielo da sott'acqua.
Qualche giorno dopo Phum va a prendere Tam e lo porta in una.... discarica. La colonna sonora è il ronzare delle mosche. Qui Tam vede un cadavere e colpisce in testa uno che gli stava sparando. (??) I due comunque amoreggiano sotto i tendoni lerci di una sottospecie di casupola, sempre nella discarica.
Poi, piuttosto confusamente, con andirivieni nel tempo buoni solo a confondere, l'azione si sposta in dei cessi in disuso, dove alle pareti ci sono gli stessi pseudo-banskj vagamente horror in sottofondo.
Accadono cose con una lentezza esasperante, sfioro l'abbiocco più volte, Tam torna a casa e scopre che la sua famiglia è stata sterminata, e noi capiamo che il tizio che gli sparava nella discarica era il padre...
Però i ragazzi alla fine fanno il bagno nell'acqua limpida del mare.... NO!
Lo fanno nell'acqua marron-fangosa di uno specchio d'acqua non ben identificato.
Film inutile, noioso, confuso, ambientato nella peggiore Thailandia mai vista.
Voto 1.