Non ho visto molti film di Mike Leigh, lo ammetto.
Un paio mi sono piaciuti molto, e sto parlando di "Segreti e bugie" e "Il segreto di Vera Drake", uno l'ho detestato con tutta me stessa, e sto parlando di "Happy go lucky", che se incontrassi una come Poppy nella mia vita la manderei a cagare nei giorni pari e a fare in culo in quelli dispari. Detto ciò, il trailer di Turner non sembrava male, e, visto che non serbo rancore, ho pensato che si potesse tranquillamente vedere.
Quando ho scoperto che il film dura c e n t o c i n q u a n t a minuti una parte di entusiasmo mi ha abbandonato. Poi ho letto qualche recensione, quella pacata di Lisa e quella un po' meno pacata del Cannibale, e un'altra parte di entusiasmo ha raggiunto quella che se n'era già andata. Per fare dietrofront leggendo Denny. Ma, siccome alla fine gli unici pregiudizi da cui mi faccio influenzare sono i miei, ieri sera, in compagnia della Tiz e di sua bionditudine abbiamo affrontato lo spettacolo delle 18.45 al cinema Romano, che, come diciamo sempre io e quello là che sta facendo il figo a Berlino, ha la caratteristica di essere frequentato principalmente da un pubblico diversamente giovane.
Anfatti, nella scena in cui Turner padre muore fra i rantoli, la sala 3, probabilmente per empatia, si è trasformata in una succursale del San Luigi, facendo a gara a chi tossiva più forte.
Ho divagato abbastanza?
Direi di sì.
Il film, nei suoi c e n t o c i n q u a n t a minuti ci regala scorci da cartolina, splendidamente fotografati, a volte pure troppo, a partire dalla scena iniziale in Olanda, con tanto di mulino a vento sullo sfondo, e poi, su un altro sfondo, la figura di Turner intento a schizzare paesaggi.
Che poi, vorrei dire due parole al papà di Turner che si vantava che il figlio sapesse già disegnare ancora prima di imparare a leggere e scrivere. Caro papà di Turner, mi risulta che tutti i bambini disegnino prima di imparare a leggere e scrivere. Certo, non tutti diventeranno degli artisti, ma insomma, giusto per puntualizzare. Così magari al prossimo giro il ruolo della donna insopportabile con cui Turner fa un paio di figlie per poi negarne l'esistenza magari lo date a me, che a fare l'insopportabile sono bravissima e non devo sforzarmi nemmeno troppo.
Quando non ci offre incantevoli panorami, tramonti, spiagge, marine, laghetti e montagne, ci fa seguire (Joseph Mallord William) Turner, affermato pittore inglese, nei suoi ultimi (25) anni di vita.
Dopo l'uomo che sussurrava ai cavalli e quello che parlavacon gli al suo uccello, con Turner abbiamo l'uomo che non parla, grugnisce.
Io adesso non sono che l'ultima delle cretine (o la prima, è sempre questione di punti di vista) e non so se il Turner rappresentato da Leigh e magistralmente interpretato da Timothy Spall corrisponda al vero o se l'idea di proporcelo in questo modo ai limiti dello sgradevole sia una licenza poetica (o pittorica?), resta il fatto che il film nei suoi c e n t o c i n q u a n t a minuti ci mostra il ritratto di un uomo sicuramente molto affezionato alla figura paterna, alla cui morte si rassegnerà con immensa fatica e tristezza. Il pianto nella stanza del bordello ne è una prova.
Personaggio controverso e difficile, scontroso ma capace - a modo suo - di provare qualcosa di simile all'affetto, o alla generosità, amorevolmente accudito dalla "Damigella" (Dorothy Atkinson, bravissima nel manifestare la sua totale devozione nei confronti dell'artista, a cui si concede felice di poter soddisfare gli istinti bestiali dell'uomo), che sembra ritrovare un po' di serenità solo grazie all'incontro con la gentile signora Booth, la sua ultima amante, Leigh amalgama l'aspetto privato e quello artistico/pubblico di Turner, anche se la parte pubblica - pur regalando gli unici momenti in cui ci concede alcuni sprazzi umoristici - risulta meno efficace, in questo biopic schietto e affatto compiaciuto.
Resta il fatto che c e n t o c i n q u a n t a minuti sono oggettivamente un po' eccessivi.
Che poi, vorrei dire due parole al papà di Turner che si vantava che il figlio sapesse già disegnare ancora prima di imparare a leggere e scrivere. Caro papà di Turner, mi risulta che tutti i bambini disegnino prima di imparare a leggere e scrivere. Certo, non tutti diventeranno degli artisti, ma insomma, giusto per puntualizzare. Così magari al prossimo giro il ruolo della donna insopportabile con cui Turner fa un paio di figlie per poi negarne l'esistenza magari lo date a me, che a fare l'insopportabile sono bravissima e non devo sforzarmi nemmeno troppo.
Quando non ci offre incantevoli panorami, tramonti, spiagge, marine, laghetti e montagne, ci fa seguire (Joseph Mallord William) Turner, affermato pittore inglese, nei suoi ultimi (25) anni di vita.
Dopo l'uomo che sussurrava ai cavalli e quello che parlava
Io adesso non sono che l'ultima delle cretine (o la prima, è sempre questione di punti di vista) e non so se il Turner rappresentato da Leigh e magistralmente interpretato da Timothy Spall corrisponda al vero o se l'idea di proporcelo in questo modo ai limiti dello sgradevole sia una licenza poetica (o pittorica?), resta il fatto che il film nei suoi c e n t o c i n q u a n t a minuti ci mostra il ritratto di un uomo sicuramente molto affezionato alla figura paterna, alla cui morte si rassegnerà con immensa fatica e tristezza. Il pianto nella stanza del bordello ne è una prova.
Personaggio controverso e difficile, scontroso ma capace - a modo suo - di provare qualcosa di simile all'affetto, o alla generosità, amorevolmente accudito dalla "Damigella" (Dorothy Atkinson, bravissima nel manifestare la sua totale devozione nei confronti dell'artista, a cui si concede felice di poter soddisfare gli istinti bestiali dell'uomo), che sembra ritrovare un po' di serenità solo grazie all'incontro con la gentile signora Booth, la sua ultima amante, Leigh amalgama l'aspetto privato e quello artistico/pubblico di Turner, anche se la parte pubblica - pur regalando gli unici momenti in cui ci concede alcuni sprazzi umoristici - risulta meno efficace, in questo biopic schietto e affatto compiaciuto.
Resta il fatto che c e n t o c i n q u a n t a minuti sono oggettivamente un po' eccessivi.
Anvedi che uomo romantico che mi sono trovata! |
Ero molto curioso, ora ho quasi paura.
RispondiEliminaMa penso lo vedrò.
io dopo aver letto la recensione del Cannibale ero quasi terrorizzata.
EliminaAlla fine è molto meno peggio di come l'ha dipinto lui... Certo che è lungo.
Per caso l'ho detto che dura c e n t o c i n q u a n t a minuti? :)
Quanto meglio sarebbe stato un film su Ike e Tina Turner...
RispondiEliminaa livello di colonna sonora sicuramente... :)
Eliminail problema è che a me i suoi quadri piacciono e ci sono rimasta malissimo per tutti quei grugniti XD
RispondiEliminaPosso capire benissimo! :)
EliminaDal trailer mi pare ben fotografato, come l'hai definito tu, però c e n t o ci n q u a n t a minuti non so se li reggo! :O
RispondiEliminaah ah ah ah ah ah!
Eliminaè decisamente ben fotografato, ed è anche interessante... diciamo che uno sceneggiato tv in due puntate sarebbe la soluzione migliore! :)
Un regista che ammiro, ma stavolta c'è il classico effetto mattone, evitabile solo con una sforbiciata di 45 minuti. Non ce la fa proprio a stare sotto le due ore!
RispondiEliminasicuramente mezz'ora di grugniti in meno avrebbe giovato, anche se - confesso - temevo potesse essere molto più mattone...
Eliminac e n t o c i n q u a n t a sfumature di noia.
RispondiEliminaE molte sono state sfumate con lo sputo, vuoi mettere? :)
EliminaCom'è che non hai menzionato il distinto signore che a tre quarti dalla fine del film ha iniziato a russare sonorissimamente? Comunque come sceneggiato in due puntate su Rai3 sarebbe stato perfetto, così è un po' troppo statico, ma noioso è diverso. Io dico che visto in v.o. avrebbe avuto un altro spessore. Ho guardato sull'internet, questa cosa che "grugnisse" pare sia un'invenzione del regista, ma eccentrico pare lo fosse, almeno un po'.
RispondiEliminaDici che in v.o. avrebbe grugnito meglio? ;)
EliminaComunque l'omino che russava me lo sono perso, ma vogliamo parlare di tutte le aspiranti gattare che ogni volta che in scena entrava un micio si esibivano in un coro di "oooooooh!'? :)
La fotografia sarà anche qualcosa di favoloso, ma quei grugniti e quei c e n t o c i n q u a n t a minuti affossano ogni buona intenzione di visione. Seppur pacata :)
RispondiEliminaps: ehm... non aspirante, ma da gattara certificata ho contribuito con degli "Oooh" interni all'apparire dei vari mici su schermo!
Di sicuro la durata lo penalizza...
Elimina"ooooohav" anche tu? ;)
Ha, ah, ah, l'uomo che grugnisce ... vero, tutto quello che hai scritto è vero, lo sottoscrivo, a parte su Happy go lucky, un film che ho, letteralmente, adorato...
RispondiEliminaAh, come l'avevo patito quel film! E pensare che lì nemmeno grugnivano!
EliminaA me Happy go lucky non è dispiaciuto, anzi! :-))
EliminaAh me sì... guarda, ti sfoggio quello che ne avevo scritto sul vecchio blog, nel lontano 2008:
EliminaCredo che mi sia sfuggito il messaggio intrinseco del film, che ho trovato abbastanza inutile.
Poppy ha 30 anni, fa la maestra, vive a Londra con l’amica Zoe e, nonostante la presenza di due sorelle, una incinta, pragmatica e dispotica, e l’altra che sembra reduce da un inenarrabile trauma anale, vive serena sprizzando allegria e ottimismo a 360° gradi, si rilassa sul tappeto elastico, va a lezione di flamenco e, dopo che le hanno rubato la bicicletta, decide di prendere lezioni di guida con un istruttore al limite della sociopatia.
Ma è quello di EN RA-A, dello specchietto retrovisore come terzo occhio? Madonna, come ho mal sopportato quel film. Sarà che a me le persone positive e solari a 360° le metterei a 90° e dopo questa lezione di geometria classica, me ne torno al lavoro. Che caratteraccio che abbiamo Poison...tu di più però :-)
Eliminaah, puoi ben dirlo!!!! :)
EliminaMa siete pessimi! :-D
Eliminaoh, sì!
EliminaAh, ah, ah, leggo solo ora questo scambio di battute, e, giusto per ridere di come si possa vedere un film in due modi diversi, ti copio io, cosa scrissi allora, sul mio solito blog. Non ci resta altra via che il disordine, cantavano i Soon alcuni anni fa. Sembra pensarla così la dolce ed estroversa maestra trentenne interpretata da Sally Hawkins (premiata a Berlino 2008), libera e gioconda come un personaggio del Free Cinema inglese. Affronta e supera le difficoltà della vita ridendo come una pazza: dal furto della sua bici, al rapporto difficile con l’insegnate di guida frustrato e paranoico, dai problemi con i bambini ai quali insegna al fisioterapista che l’aggiusta.
Eliminaio comunque non ho capito quanto dura. che poi, dopo aver visto l'ultimo Malick, l'orologio è un optional
RispondiEliminaNel senso che te lo sigillano a inizio film, come fanno a volte con i cellulari?
EliminaComunque... c e n t o c i n q u a n t a minuti, suppergiù... che sbadata, non l'ho scritto? :)
@Dantès: dimmi com'è Malick, te ne prego.
Eliminane parlo domani, con calma, che devo raccogliere le idee. oggi parlo del bellissimo film su Brian Wilson
EliminaDovrei andare a vederlo oggi. Prova a recuperare 'Belle speranze', per me è tra i suoi film migliori.
RispondiEliminaCi proverò, grazie per il consiglio!
EliminaFotografia splendida e Spall l'ho trovato grandioso. Dura c e n t o c i n q u a n t a minuti però non mi sono pesati più di tanto, sai?
RispondiEliminaFinalmente un biopic che affossa quelle mediocrità di The Imitation Game e La teoria del nulla cosmico.
Su Spall sono d'accordo, davvero bravo. Fra l'altro scopro di averlo visto in almeno una dozzina di film senza averne memoria alcuna. La fotografia è così smaccatamente da cartolina da sembrare quasi ruffiana. Per il resto io i c e n t o c i n q u a n t a minuti li avrei apprezzati di più se fossero stati che so, c e n t o v e n t i? :)
EliminaComunque sì, biopic decisamente sincero. Anche se io, come sai, ho apprezzato molto anche The Imitation Game.
Volevo vederlo e l'ho perso. Recupererò in lingua originale perché Spall solo così si può vedere e sentire!
RispondiEliminaBrava, così poi mi dirai come grugnisce in inglese!!! :)
EliminaEffettivamente trovare dei film da meno di 100 minuti è diventata una rarità. Che poi non è che se dura di più diventa per forza più bello...
RispondiEliminaGuarda, già grugniva abbastanza, mancava solo che iniziasse a sbavare. ... :)
vorrei giusto puntualizzare che il pubblico del romano ha una denominazione ormai codificata, ed è quella di "vecchi del cazzo", preferibilmente al pomeriggio, e che raggiunge l'apoteosi alla domenica pomeriggio. Con tutto il rispetto per i vecchi del cazzo che tutti potremo essere.
RispondiEliminaPure la programmazione punta giustamente tutto sui vecchi del cazzo, e questo, che guarderò prima o poi, era proprio un film da vecchi del cazzo. E perdonate le ripetizioni :/
Il fatto che io apprezzi la programmazione del Romano mi fa venire in mente che non ho ancora ritirato la tessera d'appartenenza al club "vecchi del cazzo". Per quanto preferirei avere quella da madaminchia, potendo scegliere... :)
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