Sarò breve.
Intanto perché mi manca il tempo materiale.
A seguire perché oggi è l'unico giorno della settimana in cui sono in ufficio e quindi, teoricamente, dovrei lavorare.
Ma volevo spendere due parole sui primi 3 giorni del Torino Film Festival, iniziato venerdì.
Dopo aver fatto una coda di circa un'ora e mezza venerdì pomeriggio sono entrata in possesso del mio abbonamento, e alle 17.30 ho potuto assistere al primo film di questa edizione:
(di Volker Schlöndorff - Francia/Germania 2014)
Schlöndorff, palma d'oro e oscar per "Il tamburo di latta" ha introdotto, in un buon italiano, il suo ultimo film che, con il titolo "Diplomacy - Una notte per salvare Parigi" potete trovare già in sala.
Fine agosto 1944, Parigi.
Nella stanza d'albergo divenuto il quartier generale delle truppe tedesche, la capitale francese è ancora nelle mani dei tedeschi comandati dal generale Von Choltitz (Niels Arestrup) che ha ricevuto l'ordine preciso di radere al suolo Parigi, prima di abbandonarla.
Il console svedese Nordling (André Dussollier), recatosi in visita al generale, cerca, con calma e fermezza, di far desistere Choltitz dal suo intento, dando il via ad un dialogo in cui la diplomazia cerca di far breccia in un uomo obbligato ad eseguire gli ordini.
In giro si sono sentiti pareri contrastanti, io l'ho trovato interessante.
Tokyo Tribe
(di Sion Sono - Giappone 2014)
Ovvero il musical secondo Sion Sono.
Tokyo Tribe è un delirio pop, anzi, un delirio hip hop in salsa teriyaki.
In uno scenario notturno, fluorescente futuristico e post apocalittico, la città è dominata da diverse gang che si sono spartite il territorio e che in qualche modo riescono incredibilmente a convivere. Ma Merra, l'ossigenatissimo capo del quartiere a luci rosse di Bukuro, vuole la testa (si fa per dire, ma non vi dirò nulla) di Kai, il capo dei Musashino Saru, che predica amore e pace e contemporaneamente cerca di difendere la vita di Erika, che, tutto sommato, riesce benissimo a difendersi da sola.
Mescolate vorticosamente tutto a ritmo di rap, aggiungeteci una manciata di citazioni, compreso uno sfottò nei confronti di Tarantino, spargete maschilismo spinto un po' ovunque e vi troverete di fronte all'ennesima opera folle del regista giapponese, da cui, da un film all'altro, non si sa mai a cosa si sta andando incontro, nel momento in cui si spengono le luci e inizia lo spettacolo.