Lo ammetto. Quando il film dei Manetti Bros è arrivato in sala, questa primavera, l'ho snobbato alla grande, non so esattamente per quale motivo. Ma l'altra sera, complice la programmazione estiva fatta di rassegne e di ripescaggi e le amiche che mi proponevano la visione di "Tutto sua madre", ho deciso che era l'occasione buona per andare a vedere il film che proiettavano nell'altra sala, ovvero Song 'e Napule.
Perché alla fine è sempre una questione di scelte, e, nonostante a me Guillaume Gallienne sia pure simpatico, non avevo voglia di affrontare "Les garçons et Guillaume, à table!" in quanto, durante un tentativo di visione casalinga, mi sfrancicai i coglioni nel giro di 10 minuti il tedio si impossessò di me e del mio divano dopo dieci minuti di visione. Per la cronaca, alle amiche, il film di Gallienne è piaciuto. Proverò a concedergli una seconda chance, magari.
E quindi.
I fratelli Manetti si trasferiscono a Napoli e realizzano una commedia poliziesca dove, se proprio vogliamo trovare un difetto, il minutaggio risulta un po' eccessivo, ma in cui tutto funziona alla grande, a partire dalle interpretazioni degli attori, davvero perfetti per i ruoli.
Si inizia con il protagonista, Paco Stillo (Alessandro Roja), pianista diplomato al conservatorio che si presenta nell'ufficio del questore, in quanto sua madre, grazie alla conoscenza dell'Assessore Puglisi, è riuscita ad ottenere una raccomandazione. Di fronte all'ennesimo raccomandato il questore (Carlo Buccirosso) sbotta in una filippica da antologia sui mali dell'Italia, e, mentre il povero Paco, mortificato, sta per andarsene fra mille ringraziamenti, lo deve trattenere - all'Assessore Puglisi non si può comunque dire di no - e convincerlo a restare. Passano due anni e il povero Paco, che non sa nemmeno usare una pistola, è relegato nel deposito giudiziario a catalogare la merce sottoposta a sequestro.
Mentre sta suonando un pianoforte (sequestrato), arriva nel magazzino l'incazzatissimo commissario Cammarota (Paolo Sassanelli, quello che nell'Ubaldo Terzani Horror Show si sarebbe trombato anche le statuine del presepe) per interrogare un sospettato che potrebbe condurlo sulle tracce di uno spietato camorrista latitante, Ciro Serracane detto o' fantasma perché nessuno sa che faccia abbia.
E mo' viene il bello. Cammarota scopre che a breve la figlia di uno degli uomini di Serracane, "mazz'e ferro" Scornaienco si sposa, e al matrimonio suonerà uno dei cantanti neomelodici più acclamati in città, Lollo Love (Gianpaolo Morelli, davvero bravo e convincente). Decide così di far arrestare con un pretesto il tastierista del gruppo, per infiltrare sotto falso nome proprio Stillo.
Che, con taglio di capelli e abbigliamento da tamarro DOCG, diventa Pino Dinamite, riuscendo a guadagnarsi la fiducia e il rispetto di Lollo Love, il cui sogno è riuscire ad arrivare a SanRemo, ma, complice un impresario truffatore, è costretto a suonare a matrimoni, battesimi, compleanni e serenate (non manca niente). Le canzoni sono tutte un programma (ti conosco da bambina, eri come mia cugina...), e le fans lo tempestano di telefonate.
Con un piano che sulla carta appare perfetto tutto dovrebbe filare liscio, ma fra imprevisti ed equivoci di ogni genere le cose sembrano mettersi molto male per il povero poliziotto infiltrato.
Film di genere, grande ironia, dialoghi divertenti e sceneggiatura senza sbavature, nel finale ti sembra di essere finito in un poliziottesco anni 70, con tanto di inseguimento a bordo di un Alfa Romeo per i vicoli di Napoli.
E alla fine la musica neomelodica napoletana non vi sembrerà neppure troppo molesta.
Insomma, solo un pochino.
Insomma, solo un pochino.
una sola parola : irresistibile e alla fine canticchi anche la Song 'e Napuli....
RispondiEliminaIrresistibile è la definizione perfetta!
EliminaDavvero ben riuscito, un film che intrattiene con intelligenza e leggerezza, sono uscita dalla sala sorridendo!
me lo guarderò mangiando una pizza e suonando il mandolino :)
RispondiEliminap.s. tutto sua madre te lo puoi anche risparmiare che fa cagare. e lo dico da patito di cinema francese.
secondo me se suoni il mandolino ti perdi i dialoghi, e sarebbe un vero perccato!
EliminaPer quanto riguarda tutto sua madre sono addirittura disposta a crederti, è la stessa impressione che ho avuto guardandone soltanto i primi 10 minuti...
Piaciuto molto anche a me, neanche io gli avrei dato due lire/euro, invece bella sorpresa...i Manetti mi son sempre piaciuti a parte L'arrivo di Wang:)
RispondiEliminaNico, veramente una piacevolissima sorpresa!
EliminaDa come lo racconti, il soggetto è oliato alla grande, e fai veramente voglia di vederlo... ci fosse qualche cinema che lo proietta nella mia zona, mannaggia a loro (oggi tipica giornata autunno-vernina, da rifugiarsi in sala, ma a parte qualche multi che proietta emerite cazzate, nulla... sto scoppiando).
RispondiEliminaQua per fortuna qualche sala che insiste coi recuperi ancora c'è, perchè le nuove uscite non è che facciano pena, di più!
EliminaComunque tempo abbastanza infame anche da questo lato, oggi...
Sassanelli mi piace un sacco dai tempi de La CapaGira, anche a dispetto di robe come un Medico in Famiglia.mi sono persa il passaggio in sala del film, vedo di recuperarlo. dalla tua recensione mi pare di capire che è il film ristora-neuroni che mi serve in questo rallentato ritorno alla routine.
RispondiEliminaFrancesca, io, che l'avevo ingiustamente snobbato ai tempi della sua distribuzione, ho dovuto ricredermi. Te lo consiglio.
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