el vin xè la salute, l'acqua xè il funeral |
Quando, alla data prevista per l'uscita al cinema ho scoperto che a Torino Zoran non era in programmazione in nessuna sala cittadina confesso che un po' ci sono rimasta male.
Probabilmente, essendo un film ad alto tasso etilico bisognava lasciarlo decantare, perché, a distanza di una settimana, è apparso. E, venerdì, nella newsletter che ricevo dal Museo Nazionale del Cinema, ho appreso che ieri sera, al Massimo, ci sarebbe stata una proiezione alla presenza del regista, Matteo Oleotto, e di Giuseppe Battiston.
Che fai, non ci vai?
Così, dopo aver sollevato le mie stanche membra dal lettino della massaggiatrice, mi sono diretta al cinema, dove, dopo poco, sono stata raggiunta da un uomo in trasferta e dalla sua splendida m(oro)s(a) trasferita.
Che fai in attesa dell'inizio?
Semplice.
Bevi.
Un bicchiere di vino.
E poi ti accomodi in sala.
E ti godi il film, ridendo spesso. E volentieri.
Perchè Zoran, opera prima di Oleotto, friulano come Battiston è un film (un po' commedia, un po' - anche - storia d'amore) che si gusta con piacere, dall'inizio alla fine, come un buon bicchiere di vino, appunto.
Ambientato nel far east dell'italia, ai confini con la Slovenia, Paolo Bressan, (un immenso - in tutti i sensi - Battiston), è un uomo mediocre, cinico, misantropo e mediamente incattivito, che passa il tempo fra lavoro (poco) che svolge malvolentieri in una mensa di un ricovero per anziani, dove la sua attività preferita è maltrattare il collega balbuziente e la frasca (o privata, o osmiza, a seconda della collocazione geografica) di Gustino da cui spesso finisce anche per pernottare, tornando a casa, per sfuggire ai controlli della polizia, che, grazie al vino, difficilmente supererebbe.
Sarà la stessa polizia a comunicargli (in una fantastica scena in cui il Bressan imita un feroce cane da guardia) che sua zia Anja è morta, e che lui è l'unico erede e deve recarsi in Slovenia.
Quando arriva alla casa della defunta, scopre che l'unica cosa di cui entrerà "in possesso" è l'affido temporaneo di Zoran, suo nipote, ragazzino timido e impacciato, che si esprime in un italiano aulico e che lo zio non esiterà a definire scemo nel giro di 5 minuti.
Mentre lo zio Paolo Bressan attende che la burocrazia faccia il suo corso, scoprirà che "Zagor" (l'esordiente Rok Prašnikar, davvero convincente) è un fenomeno nel gioco delle freccette. E, scoperta l'esistenza di un campionato mondiale il cui primo premio ammonta a 50.000 sterline, intravede la possibilità di una svolta.
Ma il ruvido Bressan non ha fatto i conti con i sentimenti, questi sconosciuti.
Se vi capita recuperatelo, perchè Zoran è davvero un film che merita di essere visto e gustato, come una di quelle piacevoli serate all'osteria con gli amici.
ma sai che appena tornato a casa mi sono fatto un bicchiere?
RispondiEliminaAdesso lo so! :)
EliminaIn effetti il film si prestava...
Io sono andata a vederlo con l'ex dopo che ci siamo scofanati, a cena, una bottiglia in due e un calice in aggiunta, assssamai si fosse bassi di tasso alcolico! Siccome ho trovato il film veramente molto carino mi sono detta: ma sarà stata colpa dell'alcol in circolo? Vedo con piacere che così non è stato! :-) Prosit.
EliminaCredo sia un film che troverebbero carino anche gli astemi. Se solo ne conoscessi uno.
Eliminaio li conosco, ma non mi fido di loro...
EliminaAnche tu? :)
EliminaSalvo giusto A_I (non il film) perché l'eccezione che conferma la regola ci vuole...
esistono ancora gli astemi? O.O
Eliminaeh. :)
Eliminaè una piaga che stiamo cercando di debellare, in effetti
EliminaPare ci sia un sistema formidabile (soprattutto se l'astemio è un po' tirchio): coinvolgerlo in sontuose cene innaffiate da litri e litri di vino anche di un certo spessore e alla fine, dividere. Senza tener conto che l'astemio si è astenuto. E' matematico che, dopo 3 cene, l'astemio berrà per non pagare a vuoto! :-)
EliminaSe è astemio sul serio non berrà mai comunque, e se dopo tre cene si ostina a venire a cena con voi e a pagare il vostro vino di un certo spessore più che astemio è coglione. Detto ciò, io non farei mai pagare la parte di quello che mi sono bevuta ad uno che è andato ad acqua per tutta la sera. ;)
EliminaIo si, così impara! (E l'episodio sembra che sia realmente accaduto, e che la protagonista della vicenda sia la Littizzetto, ma si sa, potrebbe essere una leggenda metropolitana...)
EliminaEhm ehm
EliminaJuleZ, tesoro, ti svelo un segreto: il daiquiri NON è un analcolico! :)
EliminaForse mi ci vorrebbe pure a me un film ad alto tasso etilico in questo periodo...
RispondiEliminaperché no? :)
EliminaCredo sia uscito in dieci sale in tutta Italia :-(....e poi dice che uno daunlodda...
RispondiEliminasì, quelle dove non proiettano checco zalone, in pratica. :)
EliminaE dunque mi stai dicendo anche tu che vale la visione. Non ci avrei scommesso praticamente un soldo bucato.
RispondiEliminaMi fai il difficile? :)
Eliminauh se è diffidente quell'uomo lì! ;P
EliminaChi, il Ford? Quell'uomo lì ha un GROSSO problema: non beve vino.
Elimina(il che non significa affatto che lui sia astemio, attenzione!) :)
Quindi mi toccherà senza troppa difficoltà bottigliarvi entrambi, ovviamente dopo aver visto il film! ;)
EliminaSenza difficoltà è tutto da vedere... :)
Eliminati piacerà, cazzo, fidati! poi vabbè, il fatto che non bevi vino non depone molto a tuo favore :D
EliminaMolto carino. A Venezia, poi, è stata spettacolare la promozione: praticamente l'intero ufficio stampa del film ha affittato un garage accanto al palazzo del cinema e vi ha ricreato un osteria, offrendo vino e salumi a chiunque passasse di lì... anche Oleotto e Battiston si sono alternati al bancone: non ti dico la folla che c'era! :)
RispondiEliminaAh, che bello!
EliminaIeri sera niente osteria, purtroppo! :)
Zalone ha citato questo film in una sua intervista pregando gli esercenti a programmarlo al posto del suo...
RispondiEliminabeh, massimo rispetto, allora. Insomma, diciamo che c'è (ci sarebbe) posto per tutti, ma una distribuzione un po' meno "esclusiva" per pellicole come Zoran non sarebbe male, che hai voglia a seguire i consigli del regista a fare il passaparola, se poi in sala non arriva...
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