Se i miei amici distributori avessero fatto arrivare in sala, al posto di quella roba pretenziosa, tritapalle e ironica quanto una puntata dei teletubbies che è
Killer in viaggio, questo "god bless america" io sarei uscita dalla sala un tantinello più soddisfatta. Non che ci volesse molto, poi.
Ne avevo già letto bene da qualche parte. Anche dal
Cannibale, fra le altre cose. E questo non sempre è un bene, per quanto mi riguarda.
Ma, siccome rischio è il mio secondo nome ho deciso comunque di tentare il recupero.
Il regista si chiama Robert Francis 'Bobcat' (esatto, proprio quello della foto)
Goldthwait, ma io, per comodità, non lo chiamerò più, e - per darvi un'idea spiccia di chi sia, vi dico che è colui che in Scuola di Polizia interpretava Zed. Per non sembrare troppo Skassalkazaja eviterò di dirvi che io lo trovavo fastidiosamente insopportabile, ok?
Ok.
Frank è un uomo tranquillo.
Frank è anche un uomo medio. Talmente medio che il suo numero civico è 5773 e 1/2.
Vive con degli odiosi vicini di casa che sogna di sterminare con un fucile a pompa, compreso l'infante usato come piattello (pull!), è separato e padre di una bambina simpatica come un dito nel culo, che non lo vuole vedere e si esibisce in una scenata isterica da antologia (che se fosse mia figlia vivo glielo faccio mangiare il telefonino) quando sua madre le compra un blackberry al posto dell'iphone. Il giorno in cui lo licenziano per un improbabile episodio di molestie sessuali ai danni della receptionist, va dal medico che gli diagnostica un tumore al cervello. Che se il buongiorno si vede dal mattino pensa che settimana di merda che ti aspetta. E infatti Frank decide di suicidarsi.
Ma non riesce a smettere, in una sorta di compiaciuto masochismo, di guardare la tv, che continua a bombardarlo con trasmissioni pessime, in cui, a suo parere, si è persa la gentilezza. Dai predicatori che lanciano messaggi di odio al Tea Party, passando per i talent show in cui i concorrenti meno dotati vengono presi pesantemente in giro da pubblico e presentatori, per finire con un reality - mi dicono ispirato ad un reale programma in onda su MTV, "My super sweet 16" - in cui la giovane protagonista, Chloe, bellissima ricchissima e viziatissima, dà di matto nel momento in cui il suo paparino adorato, nel giorno del suo compleanno, le regala un'automobile che NON E' un'Esplanade.
Decide quindi, prima di uccidersi, di eliminare Chloe.
Testimone dell'omicidio è Roxy, coetanea della ragazza, che manifesta immediatamente l'apprezzamento per il gesto di Frank, definendo la povera Chloe una "class A cunt" (insulto eco-sostenibile?)
E da quel momento, dopo che Roxy avrà convinto Frank a non uccidersi, un po'
Heathers, un po'
Super, la strana coppia di spree killers inizierà a muoversi per il paese eliminando tutti quelli che - secondo loro - fanno qualcosa di sbagliato. Motivando i loro gesti con giustificazioni se vogliamo ineccepibili, eh?
E se tutti probabilmente abbiamo sognato almeno una volta di eliminare quelli che al cinema continuano a parlare al cellulare come fossero nel loro salotto, o quelli che parcheggiano occupando due posti invece che uno, Roxy ha idee abbastanza precise (e anche un po' rigide) su chi e perchè eliminare (“NASCAR fans, country fans, people who dress their babies in band t-shirts”)... Fantastico il passaggio in cui se la prende con Juno, Ellen Page e Diablo Cody, e Frank la ammonisce dicendo “I don’t want to kill someone just because you hate their movies,”.
Il declino dell'impero americano 2.0.
E il declino di un paladino della gentilezza perduta.
Eroe negativo, che porterà a termine la sua missione in diretta tv.
Come fosse il protagonista di uno di quei beceri reality che vedeva nel suo appartamento dalle pareti di cartapesta, e di cui non si capacitava.
God bless america non è un film perfetto, ma fa comunque riflettere.
E se Frank (Joel Murray - fratello di Bill) è perfetto nella parte dell'uomo qualunque, la giovane Roxy (Tara Lynne Barr) è bravissima nei panni dell'adolescente problematica, incompresa e, perchè no? un po' saccente.
...se avete preso per buone
le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti...