Credo sia uno dei pochi casi in cui i sequel sono degni di visione.
Ovvio, niente all'altezza del primo, che a distanza di anni io rivedrei ancora con piacere. Perché fra l’Edgar-abito, e “Complimenti signora è un bellissimo calamaro!”, io ogni volta mi spatacco dal ridere.
Tralasciando il fatto che nella scena in cui Will Smith è a letto in canottiera e io alla visione di quel paio di spalle mi sono commossa tantissimo, il film non è – ovviamente - nulla di nuovo, ma si fa vedere in tutta tranquillità. C’è la solita corsa contro il tempo per salvare la terra dall'ennesima invasione aliena, ma questa volta J dovrà addirittura tornare indietro nel tempo e si troverà alle prese con il giovane K (una delle scene migliori del film è quella in cui J chiede a K quanti anni abbia. K risponde 29 e J replica: “ma te li sei fatti tutti contromano!”: fantastica!), con la factory di Andy Warhol (che è un Man in Black sotto copertura!) alla vigilia del lancio dell’Apollo 11, per cercare di eliminare Boris l’animale e cambiare il corso della storia.
Io, che invece il corso degli eventi non lo posso cambiare, sono tornata a casa e ho fatto andare la lavatrice, così ieri mattina, prima di partire all'alba per Milano, che dovevo recuperare mia cugina in città prima che scattasse il blocco del traffico, ho pure steso le lenzuola. Che, ho ritirato ieri sera alluna di notte, appena rientrata a casa, dopo aver trascorso la giornata coi parenti, fra chiesa, ristorante, visita al cimitero dai nonni, e aperitivo lungo - questo senza parenti – dalle 19.00 alle 23.00. Ovviamente senza mangiare nulla, che il pranzo era stato sufficientemente abbondante. O abbondantemente sufficiente.
Non so se sia stata la stanchezza della giornata o le due ceres, o il mix delle due cose, ma la strada da Milano a Torino mi è sembrata più lunga del solito.
Come lo è stato alzarsi dal letto questa mattina.
Ronf.
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