Che ad un certo punto, mentre il film
procedeva lento e tu cercavi di restare sveglia, hai pure pensato: al prossimo
film di Robert Redford io passo, che anche “leoni per agnelli” ti aveva tediato
nella giusta misura…
Poi, sarà che James McAvoy ha il suo porco perchè e il
film prende una piega più “dinamica” (nei limiti, eh?), ti rianimi, e riesci a
seguirlo fino alla fine. Se ne “le donne del sesto piano” non avevi riconosciuto
Carmen Maura, anche qua darai sfoggio del tuo rincoglionimento precoce non
riconoscendo Kevin Kline. Ne prendi atto, come del fatto che la giustizia e la
verità sono due concetti alquanto aleatori, e, quando il film finisce, abbandoni
la sala e, in compagnia di sua bionditudine, con cui hai pranzato anche oggi
sperimentando l’ennesimo ristorante giapponese cittadino, vi dirigete al Dual
per la consueta pizza settimanale.
Vai in bagno, e, mentre aspetti 7 (sette) minuti di
orologio che due gentili donzelle liberino l’unico cesso che, come da copione,
occupavano in copia, dietro di te entrano tre squinzie casualmente
universitarie. Una è secca come un chiodo, l’altra è strizzata in una camicia
che se dovesse mai partirle un bottone dovrebbe risarcire i danni alla pizzeria,
e la terza ha un signor fisico con la F maiuscola. E’ lei che attacca a parlare
dicendo: “l’anno prossimo vado a giocare (a pallavolo, ndr) ad Alba”. La secca:
“Alba? mmmmmmm, so che è in Piemonte, ma non esattamente dove”. La pallavolista, che scoprirai in seguito,
vive ad Asti, replica dicendo “VICINO a Cuneo”. Vorresti farle notare che Alba è
molto più vicina ad Asti di quanto non lo sia a Cuneo, ma, siccome sei abituata
a farti i cazzi tuoi, taci.
Allora la secca incalza: “Ma allora... farai la pendolare?”
La sportiva si irrigidisce e, mentre il terrore si
impadronisce del suo sguardo, dopo un attimo di silenzio, nemmeno le avessero
chiesto “allora, hai deciso se vuoi diventare un’iconoclasta bizantina?” chiede:
“Cosa vuol dire?”
Ma porca di quella maiala ladra, ma
come siete messe?
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