Vi ricordate di me? Sono la blogger cinematografica (ah ah ah) meno affidabile del world wide web.
Il problema, se vogliamo definirlo un problema, è che ultimamente mi manca l'ispirazione per parlare dei film che vedo. e, a parte scrivere - e nemmeno sempre - due righe sintetiche su facebook. poi mi passa la voglia di dilungarmi in inutili pipponi inconcludenti.
Anche perché, diciamolo, difficilmente si sarà sentita la mia mancanza.
Ma, siccome sono un'inguaribile ottimista, anche se non lo leggerà nessuno, ho deciso di scrivere un post sul film di Luca Guadagnino, che, come tutti sanno, è stato candidato a ben 4 oscar: miglior film, miglior attore protagonista, miglior canzone, miglior sceneggiatura non originale.
Sono tutti meritati? Mah. Meh. Boh.
Sicuramente il giovane Timothée Chalamet è bravo, ma non azzardo pronostici, in quanto al momento, dei cinque candidati ho visto solo la prova di un immenso Gary Oldman. La tentazione di recuperare Get Out a questo punto è davvero tanta, anche se la mia idea è che i membri dell'Academy l'abbiano inserito all'ultimo minuto quando si sono resi conto che candidare James Franco e The Disaster artist era unthinkable. Io me li immagino, a guardarsi con l'aria smarrita e chiedersi "e mo' che cazzo famo?"
Non pensiate che durante la mia latitanza io sia diventata buona e accomodante.
Giammai.
Quindi, ancora una volta, vi dico che questo film va visto in lingua originale, Perché la versione doppiata, con tutti che parlano in italiano, persino Mafalda, non si può vedere.
E tanto meno ascoltare.
Detto ciò, il film di Guadagnino è meno algido e snob dei suoi precedenti, ed è molto delicato. Lungi dall'essere un capolavoro - per quanto mi riguarda - è una classica storia di formazione che potremmo tranquillamente aver visto durante il festival nato nel 1981, che all'epoca si chiamava "da Sodoma a Hollywood" e che negli anni è diventato "lovers film festival".
E proprio negli anni 80, (1983) in qualche imprecisata zona del nord italia, inizia la storia di Elio ed Oliver.
Tra parentesi, nemmeno così imprecisata, essendo ambientato principalmente nel cremasco, zona a me familiare in quanto ci nacque mia mamma. Che, ancora tra parentesi, si chiamava Pasquina, come l'amica che aiuta la Mafalda a fare i tortelli. Credevo che solo mia mamma avesse quel nome del cazzo. Evidentemente a Cremona la pensavano diversamente.
Comunque, siamo appunto nella provincia Cremonese, nell'estate del 1983. Come ogni anno, il professor Perlman e la sua famiglia (di ebrei con discrezione) trascorrono l'estate nella grande (e bellissima) villa di famiglia. E, come ogni anno, il professore invita uno studente a trascorrere con loro un periodo di sei settimane, per aiutarlo nella tesi.
Elio, il figlio diciassettenne, attende quell'arrivo con una punta di fastidio, in quanto sa che per le prossime sei settimane dovrà cedere la sua camera all'ospite, che infatti chiama "l'usurpateur".
Ma.
Nell'estate del 1983 ad "usurpare" la sua camera (e non solo quella) arriva Oliver: bello, affascinante, disponibile, disinvolto. insomma, adorabile.
E infatti è adorato da tutti, a cominciare proprio da Elio, che scopre nei confronti dell'americano una forte attrazione. che maschera inizialmente (non lo abbiamo forse fatto tutti?) con indifferenza e strafottenza. Tra lunghi giri in bicicletta, passeggiate nei prati, nuotate negli stagni (momento in tutti i luoghi in tutti i laghi) e lunghe discussioni sul senso della vita, a un bel punto Oliver capisce (come lo capiscono i signori Perlman) e tra i due nasce - anzi, diciamo esplode - una passione travolgente che Guadagnino riesce a trasmettere senza mai mostrare troppo, o, più che altro, decidendo di mostrare altro. Che sia il monumento ai caduti nella piazza del paese, o le foglie degli alberi.
Ma come tutte le cose, anche le sei settimane finiscono. E, nonostante quegli ultimi giorni trascorsi a rincorrere il vento, a chiedersi un bacio e volerne altri cento, Oliver torna alla sua vita, lasciando Elio a vivere la sua.
Personalmente avrei dato qualche sforbiciata qua e là, che due ore e dieci sono un po' troppe, per quello che il film ha da dire, in quanto ci riuscirebbe benissimo anche con venti minuti di meno. Ma, a parte questo, il discorso che il padre di Elio gli fa alla fine, è una delle cose più belle del film. E sarebbe bellissimo se ogni genitore fosse così illuminato da accettare l'orientamento sessuale del figlio senza doverne fare una tragedia. Ma l'ho detto all'inizio, sono un'inguaribile ottimista.
E, siccome oltre che ottimista sono pure anziana, della tanto decantata colonna sonora, il mio pezzo preferito non è Mistery of love, bensì Love my way.
Elio, il figlio diciassettenne, attende quell'arrivo con una punta di fastidio, in quanto sa che per le prossime sei settimane dovrà cedere la sua camera all'ospite, che infatti chiama "l'usurpateur".
Ma.
Nell'estate del 1983 ad "usurpare" la sua camera (e non solo quella) arriva Oliver: bello, affascinante, disponibile, disinvolto. insomma, adorabile.
E infatti è adorato da tutti, a cominciare proprio da Elio, che scopre nei confronti dell'americano una forte attrazione. che maschera inizialmente (non lo abbiamo forse fatto tutti?) con indifferenza e strafottenza. Tra lunghi giri in bicicletta, passeggiate nei prati, nuotate negli stagni (momento in tutti i luoghi in tutti i laghi) e lunghe discussioni sul senso della vita, a un bel punto Oliver capisce (come lo capiscono i signori Perlman) e tra i due nasce - anzi, diciamo esplode - una passione travolgente che Guadagnino riesce a trasmettere senza mai mostrare troppo, o, più che altro, decidendo di mostrare altro. Che sia il monumento ai caduti nella piazza del paese, o le foglie degli alberi.
Ma come tutte le cose, anche le sei settimane finiscono. E, nonostante quegli ultimi giorni trascorsi a rincorrere il vento, a chiedersi un bacio e volerne altri cento, Oliver torna alla sua vita, lasciando Elio a vivere la sua.
"Kiss me" "Later" |
E, siccome oltre che ottimista sono pure anziana, della tanto decantata colonna sonora, il mio pezzo preferito non è Mistery of love, bensì Love my way.
Bello bello bello...concordo con te, venti minuti in meno non ci sarebbero stati male, ma quanta eleganza...
RispondiEliminasì, una sforbiciatina non gli avrebbe fatto male...
EliminaMa hai traslocato e io lo scopro oggi????? Vado subito ad aggiungerti nella colonna!
EliminaVistooo...
EliminaVolevo dire, non ho ancora visto il Film ma la gift di Franco che se la ridacchia è favolosa...
Eliminaah ah ah! ci sta tutta! :)
EliminaIo non l'ho trovato così lungo da doverlo sforbiciare, aveva questo non-ritmo languido e vecchio stile che ha tanto irritato Angelo ma a me non è dispiaciuto. Get out spero torni in sala, che non ho voglia di vederlo da sola, e ora che la Poison si è convinta... :-)
RispondiEliminamah, io un paio di visioni di albicocche in meno e tutta la scena della cascata le avrei bellamente tolte, ma, a parte ciò, probabilmente, con la candidatura all'oscar Get out potrebbe magicamente riapparire, da qualche parte.
EliminaMi trovi d'accordo, troppo lungo per quella che è la storia!
RispondiEliminaSì, si prende dei tempi un po'trooooooooppo lunghi.
EliminaA me è piaciuto molto, non ho avvertito lungaggini, e le albicocche sono buone! :-D
RispondiEliminaIo adoro le albicocche! Però due o tre inquadrature in meno andavano bene! ;)
EliminaIo non ho sofferto troppo i ritmi lenti, anzi, con queste storie spero sempre si vada avanti ad osservarle ancora e ancora... sarò mica un voyeur?
RispondiEliminaComunque, bello, bello, bello!
Io alcune scene le avrei accorciate soltanto un po', ecco!
EliminaIo l'ho visto qualche tempo fa, prima di sapere delle nomination, e l'ho apprezzato molto. Sarà che sono abituata ai ritmi asiatici, quindi non ho patito la "lentezza", ti dirò anzi che ho apprezzato pure quella. Certo, come giustamente notavi, vederlo doppiato dev'essere una roba da taglio delle vene XD
RispondiEliminaNon oso pensare!
EliminaSì, la prima parte è eccessivamente lunga ma ha il suo perché, per come la devo io. Non avevo slancio per questi Oscar, e invece mi sono dovuta ricredere completamente, questo film mi ha ridato la voglia di guardarne dopo un periodo davvero buio, personalmente e cinematograficamente. Contiene forti emozioni, difficilmente me lo dimenticherò come un Moonlight o un Boyhood.
RispondiEliminaPer quanto riguarda gli oscar ho realizzato che tutti i film candidati (usciti in Italia) li ho visti, non credevo. Sono molto più avanti dell'anno scorso! :)
EliminaHo detto una cazzata, perché mi manca Get Out!
EliminaSe danno l'oscar a "Get Out", a Guadagnino devono dare il Nobel... :D
RispondiEliminaLa mia idea sul perché get out si trovi lì la sai... ;)
EliminaCredo di essere l'unico a essere uscito dalla visione freddo, distaccato e, sì, pure parecchio annoiato...
RispondiEliminaPS: a me sei mancata ;)
Ahahahah grazie! :)
EliminaIo annoiata no, alla fine mi è piaciuto, anche se alcune scene come ho già detto le ho trovate abbastanza inutili (la gita nel bergamasco non ha aggiunto nulla alla storia, a mio parere). Poi da lì ad osannarlo come il miglior film dell'anno anche no, ecco.
E comunque non sei l'unico, una mia collega l'ha proprio detestato!
EliminaSe recuperi Get Out solo per l'attore fanne anche a meno, non è nulla di trascendentale. Il film in sé è carino e sono contenta per tanto successo ma francamente non meritava di entrare in nessuna delle cinquine, via.
RispondiEliminaPer il resto, invece, Call me by your name è un bellissimo film ma sì, non il capolavoro che incensano tutti.
L'intenzione era di recuperarlo per curiosità, però non credo che riuscirò in tempi brevi e quindi utili, e quindi pazienza!
Elimina...ho pianto come una fontana tutti "gli ultimi" 45 minuti!!!!
RispondiEliminaciao Bianca!
EliminaIo non ho pianto, a dirla tutta non mi sono nemmeno commossa...
(che il mio amico che dice che ho il cuore di pietra abbia ragione?)
Ciaooo!
EliminaAhah no dai. Alcune cose ci toccano particolarmente altre meno. Dipende dai momenti che viviamo e da come siamo noi (io ho il pianto facile eh).
Comunque ho vissuto uno struggimento molto grande per il fatto di non poter amare liberamente, non poter essere quello che si è ..
Concordo sul discorso del padre, mi è piaciuto a fine discorso il fatto che gli abbia detto di vivere tutto, di attraversare il dolore di quella circostanza, viverlo e non censurarlo.. per poterne trattenere anche la bellezza. La scena finale infatti è bellissima.. perché lui sta di fronte a quel dolore di un amore soffocato dalle circostanze. Non cerca riempitivi o diversivi.. ma può piangere -e quindi sorridere- su quella cosa lì
Sono rimasto sorpreso perchè non solo non mi è pesato affatto, ma mi ha anche colpito molto, soprattutto il confronto con il padre nel finale.
RispondiEliminaFilm intenso e sincero, bene così.
Pensavo di non scrivere niente su questo film, e invece opterò per una breve recensione, che tradotta sarà più o meno così: "Perché questo film è candidato agli Oscar come miglior film? Boh!".
RispondiEliminaFine recensione.
(troppo stringata per dire che proprio per me, tolti gli attori, il dialogo finale col padre, la chiamata alla mamma mentre è in stazione e relative lacrime, è decisamente NO?)
Visto anch'io in lingua originale. Ho visto proprio ieri sera un'intervista di Guadagnino e mi piace come persona. Sono curioso di vedere che cosa combina con Suspiria e Tilda Swinton.
RispondiEliminaL’ho visto qualche giorno fa e mi è venuta in mente la tua recensione.
RispondiEliminaUna bella storia, bravi tutti, ma ho amato il padre. La sua espressione bonaria. Un bel film, non il più bello. Concordo sul fatto che 10 minuti in meno non avrebbero variato il risultato. E si, anche io ho preferito i Psychedelic Furs (una bella reminiscenza di gioventù)
Ciao cara, a presto